L'arte etrusca
Da Pklab.
L'ARTE ETRUSCA
di
Carlo (*) - 1977
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IL POPOLO ETRUSCO
Del popolo etrusco, che da principio si stabilì lungo la costa ed il retroterra tirrenico, tra l'Arno ed il Tevere, è incerta la provenienza; né molto si sa, malgrado l'abbondanza dei documenti e il progresso degli studi relativi, circa la loro lingua, la religione, il costume.
(omissis)
La composizione del suo "Olimpo" è tuttora imprecisamente nota, cioè fa sospettare la credenza originaria di una certa entità divina, dominante nel mondo attraverso manifestazioni occasionali e molteplici che si concretano in divinità, gruppi di divinità, spiriti. Regna nel mondo una sorta di Fortuna, forza misteriosa che veniva evocata o scongiurata con pratiche divinatorie. Proprio il senso concreto positivo, pratico della vita rende più misteriosa e paurosa la dimensione della morte. Incombente e terrificante era la visione dell'aldilà gremito di geni infernali: bisognava dunque contrastare, annullare gli effetti della morte.
L’ARTE ETRUSCA IN GENERALE
Tutta l'arte etrusca è destinata alla tomba, ma partendo dall'idea che nella tomba si debba conservare qualcosa della vita reale, anche fisica. Quanto alla tomba, al ricettario del morto, può essere casa o immagine della casa, oppure del corpo umano stesso: l'importante è che, attraverso la tomba o l'urna, la persona possa in qualche modo reintegrarsi con la realtà, continuare a vivere.
OMISSIS
Per la medesima ragione l'arte etrusca è fondamentalmente realistica; anzi è proprio per l'arte etrusca che può impiegarsi per la prima volta questo termine. E' realistica perché ciò che si vuole strappare alla morte è la realtà materiale dell'esistenza o almeno una sua traccia: perché, insomma, mediante l'arte, la realtà seguita ad essere, pur nel terrificante dominio del non reale e del non essere.
L'ARCHITETTURA
Nella civiltà etrusca il tempio non ha una grande importanza: questo popolo di costruttori, che ha eretto fortificazioni e mura capaci di resistere ai secoli, costruiva i suoi templi con legno e argilla, sicché non rimane che ricostruirne vagamente l'immagine dal trattato di Vitruvio e dalle urne fittili a forma di tempio pervenuteci.
(omissis)
Le principali necropoli etrusche si trovano a Orvieto, Tarquinia, Chiusi e Cerveteri. Le tombe sono per lo più sotterranee e riconoscibili dall'esterno da un tumulo conico di terra con l'anello di base di pietra; vi sono anche tombe rupestri (Sovana). Constano generalmente di alcuni vani, ricoperti con soffitto piano o a spioventi, qualche volta a Tholos; spesso le pareti sono coperte di figurazioni dipinte.
Quando la statica lo richiede, le coperture sono sostenute da pilastri fortemente squadrati: nella "Tomba dei Rilievi dipinti" a Cerveteri, sulle facce dei pilastri sono applicati rilievi in terracotta vivacemente colorata con forme di animali, armi per la caccia e altro.
LA PITTURA
La pittura etrusca è il complemento dell'architettura delle tombe. La tecnica si basa su una specie di affresco, con colori disciolti nell'acqua ed assorbiti dallo strato sottile di intonaco. Quando ai temi, poiché lo scopo è di circondare il morto con le immagini della vita sostituendo lo spettacolo del mondo, prevalgono le scene di costume, con musicanti, danzatori, ginnasti, scene di caccia e di pesca. (omissis)
Per questa sua funzione, per la sua stessa destinazione mortuaria e tombale, la pittura etrusca raramente tocca alti livelli qualitativi; è il prodotto di maestranze artigiane e, quando una personalità emerge, non è per una più vasta, meditata, storicamente fondata visione del reale, ma per una arguzia più pronta, per un popolaresco gusto dell'osservazione e della notazione vivace.
LA SCULTURA
Diverso è, almeno per l'importanza del risultato artistico, il problema della scultura. Le funzioni della plastica in quella società sono molte e non tutte relative al culto dei morti: v'è una grande scultura decorativa, v'è la piccola plastica collegata all'arredamento della casa e all'ornamento della persona e v'è, naturalmente, la scultura funeraria dei canopi e quella dei sarcofagi.
(OMISSIS)
A partire dal IV secolo, il rapporto tra l'arte etrusca e quella ellenistica è storicamente provata dai temi e dallo stile dei rilievi frontali dei sarcofagi stessi, ma è un'esigenza ben più profonda e determina il realismo tutt'altro che superficiale e descrittivo della ritrattistica funeraria etrusca. Quella etrusca è la prima ritrattistica non celebrativa, commemorativa e interpretativa: perciò può dirsi veramente realistica. Non v'è ricerca psicologica, non v'è giudizio in questi ritratti: qualità e difetti sono ridotti al minimo comune denominatore dell'inizio vitale, della prova dell'esistere.
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