I circoli letterari

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I CIRCOLI LETTERARI AL TEMPO DI AUGUSTO

Nel clima idilliaco che si era venuto a creare sotto l’impero di Augusto, la letteratura segnò il suo apice anche perché il suo principale animatore fu proprio l’imperatore che intese darle anche e soprattutto fini etici, civili e patriottici. Augusto, in effetti, fu patrono delle lettere, ma dobbiamo ricordare che con lui operò quel Mecenate il cui nome rimase a significare generoso protettore di artisti e letterati.
Fiorirono in quell’epoca vari circoli letterari. In quello di Mecenate entrarono a far parte personaggi eccelsi come Virgilio, Orazio, Tito Livio e Properzio. Questi scrittori furono aiutati in tutti i modi e messi nelle condizioni migliori di operare. Orazio, ad esempio, ebbe in regalo da Mecenate la Villa Sabina, Virgilio ebbe molte ville in molti posti e tutti furono sostenuti, stimolati, spronati. Sia Augusto sia Mecenate, del resto, furono uomini di elevata cultura che si cimentarono anche in opere letterarie.
Un altro cenacolo letterario fu il circolo di Messalla Corvino. Staccato dalla politica, raccolse firme illustri come Tibullo ed Ovidio e visse una vita a sé, in un otium sereno e tranquillo.
Altro benemerito della letteratura fu Gaio Asinio Pollione. Questi nacque a Teate nel 64 a.C.. Nella guerra civile parteggiò con Giulio Cesare contro Pompeo e combattè a Farsalo, Tapso e Munda. Ucciso Giulio Cesare, sostenne Antonio e fu suo delegato nella pace di Brindisi. Fu amico e protettore di poeti ed infatti, quando nel 40 a.C. esercitò il consolato, Virgilio gli dedicò la IV Bucolica (intitolato proprio Pollio) come omaggio all’amico potente. Questo fatto è un chiaro segno che Pollione incoraggiava e proteggeva l’esordiente poeta. Pollione fu oratore, poeta e autore di tragedie (che Virgilio forse con troppa piaggeria giudicò degne di Sofocle).
Essendosi, però, troppo legato allo sconfitto Antonio, Pollione si ritirò dalla vita pubblica ed iniziò a scrivere le Histories, in 17 libri, una storia delle guerre civili dal 60 al 35 a.C.: un vero campo minato. Di tutti i suoi scritti, rimangono solo scarsi frammenti delle sue storie.
Pollione morì nel 4 d.C.. La sua importanza sta nel fatto che introdusse a Roma le recitaziones, cioè le letture pubbliche di poesie e perché fondò in Roma la prima biblioteca pubblica.

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