Ammiano Marcellino

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AMMIANO MARCELLINO (330 ca – 400 ca)

La vita

Ammiano Marcellino nacque ad Antiochia verso il 330. Avviatosi alla carriera burocratica e militare, entrò a far parte del prestigioso corpo dei “protectores domestici”. In questo modo fece parte dello Stato Maggiore del “magister equitum” Ursicino che seguì nei vari spostamenti tra Nisibi, Antiochia, Milano e Colonia. In questa città, nel 355, collaborò alla deposizione dell’usurpatore Silvano.
L’anno successivo Ammiano Marcellino fu in Gallia, dove conobbe il futuro imperatore Giuliano che divenne il suo idolo personale.
Ammiano seguì ancora Ursicino durante la campagna di Persia finché quello, nel 360, fu congedato dall’imperatore Costanzo.
Nel 363, troviamo Ammiano Marcellino come ufficiale al seguito dell’imperatore [Giuliano]] in Persia. In questa campagna il grande imperatore trovò la morte; dopo questo avvenimento, forse Ammiano si ritirò a vita privata. Dapprima lo storico si stabilì ad Antiochia, dove riprese i suoi studi, e poi effettuò vari viaggi tra i quali uno Ad Atene, dopo il terremoto del 366. Dopo la battaglia di Adrianopoli del 378, Ammiano Marcellino si diresse verso Roma, dove giunse verso il 382 e dove iniziò a scrivere la sua grande opera storica, il "Rerum Gestarum Libri XXXI" ( o semplicemente "Res Gestae").
Forse Ammiano Marcellino, nonostante fosse un sincero pagano, fu vittima del decreto anti-stranieri di Simmaco del 385, ma in ogni caso fece ancora rientro a Roma dove continuò la compilazione della sua opera. Di questo abbiamo notizia in una lettera del 392 dove Libanio si congratula dei suoi successi.
Nella città eterna Ammiano Marcellino morì verso il 400.

L’opera

Ammiano Marcellino è l’unico storico degno della grande tradizione storiografica latina. Egli voleva essere il continuatore di Tacito e per questo motivo iniziò la narrazione da dove quello si era fermato, cioè dalla morte di Domiziano avvenuta nel 96 d.C. e la continuò fino ai suoi giorni, al 378, anno in cui l’imperatore Valente fu sopraffatto dalle orde gotiche nella terribile battaglia di Adrianopoli.
Della sua opera, il "Rerum Gestarum Libri XXXI", ci restano solo gli ultimi 18 libri, cioè gli avvenimenti dal 353 in poi. In essi si nota informazione scrupolosa, moralismo, retorica, gusto per il romanzesco e ammirazione per Roma.

Giudizio

Ammiano Marcellino è ritenuto uno degli storici antichi più attendibili ed imparziali. Egli ha, ovviamente, le sue simpatie (gli imperatori Costanzo e Valente, ad esempio) ed i suoi eroi (primo fra tutti l’imperatore Giuliano), ma questo non gli impedisce di essere obiettivo, imparziale e di rivolgere, se necessario, le giuste critiche e di suoi dissensi anche verso il suo idolo Giuliano.


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