Teopompo
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TEOPOMPO (380 ca – 320 ca a.C.)
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La vita
Il retore e storico Teopompo, conosciuto come la lingua più velenosa dell’antichità, nacque a Chio verso il 380 a.C.. Di famiglia aristocratica, studiò alla scuola di Isocrate: Teopompo visse a lungo in Macedonia, presso il re Filippo II e suo figlio Alessandro, dove morì verso il 320 a.C..
Opere
Della vastissima produzione di Teopompo rimangono solo pochi frammenti. Egli, in ogni modo, fu autore di orazioni, di encomi (di Filippo, di Alessandro, di Mausolo), di lettere e soprattutto di opere storiche.
A continuazione dell’opera di Tucidide, Teopompo scrisse Elleniche, in 12 libri, sugli avvenimenti dal 411 fino alla battaglia di Cnido del 394 a.C.. Fu poi autore di Filippiche, in 58 libri, una storia della Macedonia dal 362 al 336 a.C., incentrata sulla figura di Filippo II. Le gesta di Filippo, in verità, non erano il solo argomento dell’opera che in effetti era una storia generale del suo tempo, ricca di inserti e digressioni. Quando Filippo V, discendente di Filippo, estrapolò dall’opera tutte le parti riguardanti il suo avo, essa si ridusse a 16 libri. Quest’ultima opera fu tradotta in latino da Pompeo Trogo.
Giudizio
La concezione storiografica di Teopompo è quella di creare emozioni nel lettore, cercando effetti teatrali, quasi gareggiando con la tragedia. La sua lingua è dominata da schemi retorici che si ricollegano al maestro Isocrate e, soprattutto, a Gorgia di Lentini, l’inventore della retorica.
Fortuna
Teopompo fu giudicato positivamente da Dionigi di Alicarnasso per la sua onestà di storico e fu tradotto dallo storico latino Pompeo Trogo.