Letteratura etrusca

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LA LETTERATURA ETRUSCA

Ciò che ci interessa molto della cultura etrusca è sicuramente sapere quali erano gli argomenti che trattavano gli autori etruschi e quale era il contenuto delle loro opere letterarie, se una letteratura vera e propria avevano prodotto.
La curiosità è stuzzicata soprattutto dal concetto che ciascuno si è fatto su questi nostri antichissimi progenitori. Se prevale la idea stereotipa di un popolo ossessivamente religioso si è propensi a credere ad una letteratura solo sacra e funeraria e quindi il materiale pervenuto fino ai nostri giorni basta a renderci l’idea della loro attività; se, invece, prevale l’opinione, molto più realistica, di trovarsi di fronte ad un popolo sicuramente arcaico, ma amante della vita e dei piaceri che essa riserva ... cosa scrivevano i loro autori? Non dovrebbero esistere dubbi! Gli Etruschi avevano prodotto molte opere letterarie, anche, ma non solo, di argomento religioso e storico.
In Etruria, come in Grecia e a Roma, fiorirono sicuramente scrittori che si occuparono di discipline storiche. Questo, in ogni caso, non deve stupire perché nell’antichità la storia del proprio popolo, le gesta degli eroi e le varie teogonie erano un patrimonio da trasmettere da padre in figlio ed era alle fondamenta dell’educazione dei figli. La storiografia etrusca, però, va ben al di là della narrazione orale dei vecchi saggi di tribù primitive. Essa, al contrario, doveva essere di carattere scientifico e, soprattutto, imponente; questa tesi, peraltro, trova supporto nelle citazioni degli stessi autori latini.

Il grande erudito Marco Terenzio Varrone (116 – 27 a.C.), ad esempio, parla di "Tuscae Historiae", che dovevano essere di tipo annalistico ed alle quale egli stesso potrebbe aver addirittura attinto; il patavino Tito Livio (59 a.C. – 19 d.C.), lo storico romano più conosciuto e sul quale si basa maggiormente la storia di Roma studiata nelle scuole attuali, fa spesso riferimento alle “Storie etrusche”. Bisogna ricordare, infine, che l'imperatore "etruscologo" Claudio (10 a.C. – 54 d.C.) addirittura paragonava gli annalisti romani agli "auctores tusci" e, per scrivere i perduti “Tirrenika” (la storia in 20 libri del popolo etrusco), potrebbe aver tratto materiale dalla storiografia etrusca oltre che dagli archivi di famiglia (Urgulanilla, la sua prima moglie, era una nobildonna etrusca). I dubbi, però, rimangono quasi a voler creare un altro dei “misteri” etruschi, un altro enigma che ci piacerebbe sciogliere.


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