L'epigramma
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- | L’epigramma deriva dal greco '''"epigrafo"''' (scrivo su) ed in origine era un'iscrizione poetica per lo più commemorativa, funeraria o votiva. Fiorì nell'età alessandrina, erede della grande tradizione della lirica e dell’elegia, e divenne quello che in italiano è il sonetto, cioè un componimento di svariata sostanza che tratta ogni argomento purché il poeta lo sappia ridurre in poesia. Si ebbero così epigrammi funerari, conviviali ed amatoriali ed il genere trattato fu anche indicativo della scuola di appartenenza: peloponnesiaca o ionico-alessandrina. Quella peloponnesiaca, di cui Leonida è il massimo esponente, era tutta rivolta alla natura (ed ai sentimenti di pace e di serenità che essa infonde) ed alle classi sociali più umili; lo stile è ampolloso e ridondante, ricco di immagini di gusto che potremmo definire barocco. La scuola ionico-alessandrina si rivolgeva al vino e agli amori, al piacere di vivere, con una forma più lineare e misurata. | + | L’epigramma deriva dal greco '''"epigrafo"''' (scrivo su) ed in origine era un'iscrizione poetica per lo più commemorativa, funeraria o votiva. |
- | Essendo il metro vario, carattere principale rimane la sua brevità, il saper racchiudere, cioè, in poche parole il concetto che si vuole esprimere. Uno di questi poeti, Cirillo, scrisse in proposito: "Se vuoi scrivere un epigramma, usa un distico solo. Giungi a tre versi? Allora avrai scritto un poema!" | + | Fiorì nell'età alessandrina, erede della grande tradizione della lirica e dell’elegia, e divenne quello che in italiano è il sonetto, cioè un componimento di svariata sostanza che tratta ogni argomento purché il poeta lo sappia ridurre in poesia. Si ebbero così epigrammi funerari, conviviali ed amatoriali ed il genere trattato fu anche indicativo della scuola di appartenenza: peloponnesiaca o ionico-alessandrina. Quella peloponnesiaca, di cui [[Leonida di Taranto ]] è il massimo esponente, era tutta rivolta alla natura (ed ai sentimenti di pace e di serenità che essa infonde) ed alle classi sociali più umili; lo stile è ampolloso e ridondante, ricco di immagini di gusto che potremmo definire barocco. La scuola ionico-alessandrina si rivolgeva al vino e agli amori, al piacere di vivere, con una forma più lineare e misurata. |
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L'EPIGRAMMA
L’epigramma deriva dal greco "epigrafo" (scrivo su) ed in origine era un'iscrizione poetica per lo più commemorativa, funeraria o votiva.
Fiorì nell'età alessandrina, erede della grande tradizione della lirica e dell’elegia, e divenne quello che in italiano è il sonetto, cioè un componimento di svariata sostanza che tratta ogni argomento purché il poeta lo sappia ridurre in poesia. Si ebbero così epigrammi funerari, conviviali ed amatoriali ed il genere trattato fu anche indicativo della scuola di appartenenza: peloponnesiaca o ionico-alessandrina. Quella peloponnesiaca, di cui Leonida di Taranto è il massimo esponente, era tutta rivolta alla natura (ed ai sentimenti di pace e di serenità che essa infonde) ed alle classi sociali più umili; lo stile è ampolloso e ridondante, ricco di immagini di gusto che potremmo definire barocco. La scuola ionico-alessandrina si rivolgeva al vino e agli amori, al piacere di vivere, con una forma più lineare e misurata.
Essendo il metro vario, carattere principale rimane la sua brevità, il saper racchiudere, cioè, in poche parole il concetto che si vuole esprimere. Uno di questi poeti, Cirillo, scrisse in proposito:
"Se vuoi scrivere un epigramma, usa un distico solo.
Giungi a tre versi? Allora avrai scritto un poema!"
Torna a elegia oppure vai a l'eta' romana
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