Solidarieta' e schiavitu'

Da Pklab.

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SOLIDARIETÀ E SCHIAVITÙ

                                    Città del Tuscio, 16.3.2001

“C’è stata una moria di vacche ed il consumo della carne è aumentato, sono nati pochi bambini, e sono aumentati i lavori di fatica. Pertanto, dobbiamo importare qualche centinaio di migliaia di mucche, vitelli, qualche migliaia di donne da accoppiamento, e aumentare di qualche decina di migliaia gli uomini di fatica … visto che ci troviamo facciamo arrivare qualche centinaio di froci. Anche per quest’anno non c’è richiesta di lesbiche e pertanto il numero rimane ancora quello della passata stagione”.
Oggi tanti si riempiono tanto la bocca di “solidarietà”, di “anti razzismo”, di “accoglienza” e via di seguito. Tutti sono diventati improvvisamente buoni, tutti sono bravi, tutti sono generosi, tutti vogliono aiutare, tutti vogliono che si dia, tutti vogliono che si accolga, tutti vogliono raccogliere … solo il Tuscio è cattivo, egoista e razzista al punto da permettersi di scrivere cose che offendono addirittura il genere umano. Che gli abbia dato di volta il cervello? O vuole forse un ritorno allo schiavismo? Bisogna impedire che vengano espressi pensieri di tal genere in un paese come l’Italia, civile, democratico, tollerante, solidale, dove l’essere umano è tutelato proprio per il fatto di essere uomo, in un paese che ha sconfitto il fascismo, che ha lottato contro il nazismo, che ha vinto la guerra contro il totalitarismo. Nessuno nel nostro paese può affermare queste cose, neppure il Tuscio.
… Ed il Tuscio non si permette di affermare tali idiozie.
Il fatto è che quelle parole non sono mie. Io non mi sarei mai permesso di offendere la dignità di un essere umano per il semplice fatto che io rispetto l’uomo in quanto tale, nelle sue diversità e nelle sue miserie, soprattutto umane. Se mi trovassi nel deserto, sicuramente dividerei il contenuto della mia borraccia ... Purtroppo politici, governanti, caritatevoli, prelati, parroci, sagrestani e via di seguito fanno solo chiacchiere e dicono cose che non sentono nell’animo. Quello che pensano realmente farebbe accapponare la pelle anche al più incallito razzista, perché ad essi non gliene frega niente della povera gente, della loro dignità, perché per loro sono solo strumenti per arricchirsi alle loro spalle e alle spalle del solito Pantalone. È gente che specula sul dolore e sulla disperazione altrui, sul bisogno di aiuto; speculano e rubano fidando sulla superficialità della gente che li ascolta, sul loro senso di colpa, sulla loro voglia di salvare l’anima con poche migliaia di lire. E parla, parla non accorgendosi di quanto razzisti sono i loro discorsi.
Trovate in quelle righe argomenti non espressi dai politici e dai loro soci che si dividono la torte dell’affare “immigrati”? Cosa c’è di inventato in quello che ho scritto? Non è forse vero che dobbiamo importare la carne dall’estero? Mi si vuole accusare di razzismo perché ho riportato la notizia che acquistiamo carne dall’estero? Io non ho mai detto o sostenuto che dobbiamo fare questo! Ho sempre sostenuto che dobbiamo potenziare l’agricoltura ed utilizzare la terra incolta per incrementare l’allevamento del bestiame. E poi io la carne il più delle volte cerco di comprarla al mio paesello … ed almeno ho l’illusione che sia paesana.
Sono forse stato io a dire di far venire in Italia gli immigrati perché essi fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare? Sono stato io a sostenere di far venire gli immigrati perché la popolazione invecchia e non si fanno più figli? Per buona pace di questi bugiardi matricolati di falsi umanitari, di ambigui benefattori, di finti ed ipocriti generosi, non sono stato io!
E veniamo a noi! Rigetto con sdegno l’accusa di razzismo e la rimando al mittente, mentre a mia volta accuso tutte le associazioni pseudo umanitarie, pro zingari, pro immigrati e via di seguito, che girano e lucrano intorno e sopra immigrati, clandestini e non, zingari, nomadi e sedentari, di falsa solidarietà, di subdolo razzismo e di viscido schiavismo. Essi non trattano l’immigrato per quello che è, cioè un essere umano, ma come uno schiavo, uno che appunto fa i lavori umili che un “essere superiore” come l’italiano non fa, come un animale da allevamento. Delle due l’una: se è vero che l’immigrato deve venire in Italia per fare i lavori che nessuno vuol fare, questi falsi cristiani sono i peggiori razzisti e schiavisti di ogni tempo e luogo; se non è vero, allora sono i bugiardi che ho sempre sostenuto. In ogni caso approfittano della disperazione della povera gente per i loro affari.
Ancora più insensata è l’affermazione che gli immigrati devono venire in Italia perché gli italiani non fanno più figli. Cosa significa questo? Che gli italiani sono diventati tutti sterili? O forse tutti froci e lesbiche? E gli immigrati sono simili agli animali importati per aumentare la produzione dei capi di bestiame?
Se gli italiani fanno meno figli si studino le cause e si faccia una politica di sostegno per la famiglia e per l’infanzia? Non ci si può pavoneggiare dicendo che “l’istruzione è obbligatoria e gratuita” e poi una famiglia proprio durante la scuola dell’obbligo è costretta a sborsare fior di quattrini in libri, cancelleria ed altro materiale didattico. Non ci si può lamentare del fatto che le famiglie fanno meno figli, quando tutto il peso dell’educazione e della crescita dignitosa, fisica e morale, di un bambino ricade esclusivamente sui genitori. Sanno quando spende un povero cristo di lavoratore, magari monoreddito, per mandare un figlio a scuola, in palestra, per assicurargli un minimo di decoro? O forse credono che i figli di chi non è ricco sono dei figli di puttana che non hanno diritto a niente? Ed allora dite che gli immigrati vengono per fare i figli che non fanno gli italiani … tanto essi possono vivere di elemosine come gli zingari, dedicarsi ai lavori umili, a raccogliere cartoni, a vendere accendini e fazzolettini … l’importante è far numero e la popolazione ringiovanisce.
E vado avanti nella lettura …
Colombo – Una ventenne romena si è ribellata e ha fatto arrestare il suo sfruttatore. La ragazza, arrivata a Roma qualche mese fa, era stata costretta a prostituirsi sulla Colombo e poi venduta ad un clan di albanesi. Si è però rivolta alla prima pattuglia dei carabinieri che ha incontrato (Metro – 21.3.2001)
Ci rendiamo conto … una ragazza venduta! Ormai in Italia ai negrieri, agli schiavisti di ogni epoca facciamo un baffo. Almeno all’epoca chi riduceva in schiavitù aveva i suoi rischi. Ora, mi piacerebbe sapere, cosa faranno a chi compra e vende un essere umano? Cosa faranno ai tanti che riducono povere ragazze in schiavitù? Non ho dubbi … l’Italia è il paese dove “nessuno tocchi Caino” … maledetti! Non ho parole, ma auguro a chi difende o anche giustifica questi delinquenti le stesse cose che subiscono quelle poverette.
L’Italia non accoglie, ma schiavizza, non aiuta, ma illude.
Certamente l’immigrato, clandestino e non, nella quasi totalità dei casi, trova in ogni modo una situazione migliore di quella che ha lasciato. Quando, poi, nelle interviste dei dossier, negli studi delle charitas o dove cazzo vi pare, dicono di rimpiangere quello che hanno lasciato, di avere nostalgia della terra natia, raccontano favole a cui non credono neppure le vecchie bizzoche. Se davvero rimpiangono la loro terra, “quello che hanno perso”, quello che amano più di tutto, niente di più facile che riaverlo: basta ritornare a casa. Al regolare non è vietato, dal clandestino sarebbe preteso. Quello che essi vorrebbero, in realtà, è quello che io ho sempre voluto per loro: una vita dignitosa nella loro patria.
In Italia, dicevo, l’immigrato vive sempre meglio che nel luogo da cui proviene (se così non fosse, ripeto, se ne riandrebbe). Essi a volte vengono da posti in cui si soffre la sete … da noi l’acqua si spreca, abbiamo fontane nelle piazze e nelle vie che erogano ottima acqua (specie a Roma) anche se tantissimi preferiscono acqua minerale a 1000 lire al litro. Chi ha sete veramente, non cerca l’acqua minerale, frizzante o acidula, priva di sodio o ricca di fluoro, senza calcio o con lo stronzio. Senza voler scomodare il re persiano che, sconfitto da Alessandro Magno ed in fuga, dopo aver bevuto l’acqua di una pozzanghera, affermò di non aver mai gustato una bevanda migliore, ricordo che un simile episodio capitò a me quando andai in gita al Castello con Gerardo, Carlo, Aniello ed il fratello. Rimasti senza acqua, bevemmo quella piovana dei rigagnoli e delle pozze formatesi al passaggio degli animali: era ottima.
A volte il paese di provenienza dell’immigrato è davvero tanto povero che a lui basterebbe i rifiuti avanzati dalle nostre tavole.
A tal proposito è illuminante questo episodio che mi è stato raccontato da un militare di una forza di pace in un paese africano.
Dunque … I militari ogni sera gettavano i rifiuti e gli avanzi della loro cena nell’immondizia che portavano poco lontano dalle loro postazioni. Dopo qualche tempo si accorsero che gli indigeni andavano a rovistare tra i rifiuti e portavano via il cibo avanzato per poi mangiarselo. La situazione non era certo simpatica per i militari e rappresentava oltretutto un problema: se la cosa fosse venuta a conoscenza di certa stampa, sempre a caccia di scoop, e di taluni benpensanti ed associazioni più o meno caritatevoli, gli stessi militari presero a buttare i loro avanzi in una fossa che poi ricoprivano con la terra … Ebbene, dopo un po’ si accorsero che gli indigeni andavano a scavare nelle buche dove erano stati sepolti gli avanzi e mangiavano quello che trovavano.
Che dire? Anche in Italia ho visto questa gente andare a rovistare nei bidoni dell’immondizia per recuperare quello che la gente butta via perché troppa o non di gradimento.
E questa è l’accoglienza di cui tanti si riempiono la bocca; è per ottenere questo che si vorrebbero far arrivare in Italia tutti i diseredati della Terra ….
Ma basta con le chiacchiere … non mi interessa più parlare di immigrazione e mi piacerebbe che smettessero di farlo gli altri, quelli ai quali degli immigrati non importa nulla, ma che li considerano alla stregua di un animale da sfruttare e che sull’immigrazione ci lucra e ci mangia.
Diciamolo chiaro: tutta questa gente che parla di integrazione, di multi etnicità, di multi razzialità, di accoglienza indiscriminata, di integrazione e cazzi vari, lo fa solo per interesse. Il resto sono solo favole cui credono forse solo le vecchierelle che si illudono di comprarsi il Paradiso con 500 lire.


Anche questa è del Tuscio thumb_Anonimo_olevanese.jpg

Anonimo Olevanese da piccolo osserva il mondo

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