Racconti di borgata

Da Pklab.

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Per il lettore

Poche case appollaiate su una collina, una borgata silenziosa dove erano rari gli schiamazzi di bimbi ed i rumori della civiltà moderna … Più facile ascoltare rumori di antico sapore come il canto delle cicale, il raglio di un somaro, il chicchirichì di un gallo; … più facile vedere le lucciole …. In questo scenario agreste ed antico la vita brulicava nella sua immobilità e tante storie si sono consumate, degne senz’altro di un miglior cantore.

I protagonisti di tante vicende sono andati quasi tutti via per rispondere al richiamo di un mondo migliore, di una vita migliore, di un futuro migliore. Alcuni sono lassù, chiamati dai padri antichi, e sorridono … forse al ricordo delle loro avventure, forse guardando noi che ci affanniamo inutilmente; altri li raggiungeranno (voglia Iddio tra mille anni) e forse saranno felici di raccontarsi il loro passato e si perdoneranno i torti subiti.

Anche gli astanti sono andati quasi tutti via come quando sulla scena cala il sipario; anche essi sono andati via cercando un mondo o un futuro migliore. Non so se hanno trovato quello che cercavano; io lo auguro a tutti di cuore. Spero solo che in loro resti sempre il ricordo di quella borgata e di chi la rendeva più viva di una grande metropoli.


Capitolo Primo

La cena era stata squisita …. Angela aveva dimostrato ancora una volta che, oltre ad essere un valente avvocato, era un’eccellente cuoca e la sua cucina aveva il buon sapore di una volta. Il dopo cena seguiva un cliché sperimentato: i ricordi dei vecchi tempi andati. Mario, anche questa volta, non perse l’occasione per stuzzicare la sua gentile consorte per le sue origini borgatare, dimenticando che nella stessa borgata io stesso avevo trascorso i migliori anni della mia vita.

- Immaginavi tu che da quelle quattro case potesse uscire una persona così?

Sorrisi senza rispondere. La mia mente ritornò indietro nel tempo e per un momento nei miei occhi scorsero immagini di un film visto tante volte e poi si materializzarono figure uscite dai tanti racconti ascoltati nelle lunghe giornate di ozio e di niente. Sapevo che un tempo la nostra borgata era stata la culla della cultura del nostro paese, sapevo che, anche se molto piccola, una tipica borgata medioevale, in essa si erano vissute storie incredibili e meravigliose, storie di amore e di violenza, momenti di eroismo e di paura.

- E tu sapevi che nella nostra borgata si fermò il re?

- E quando? Questa notizia giunge nuova anche a me! – fece Angela meravigliata.

- Beh! Veramente la storia è un po’ lunga e me l’hanno propinata come la dimostrazione che con le bugie si va avanti. In ogni modo la vicenda è legata a quel simpatico personaggio (che tu dovresti ben conoscere) che si chiamava Crispino. Egli ne ha raccontato tantissime di storie che, al loro confronto, “I Viaggi di Gulliver” sembrano un noioso orario ferroviario. Certo che se oggi fosse ancora vivo ti stupiresti molto al vederlo, e non solo perché avrebbe più di cento anni, ma anche e soprattutto per il suo modo affabile di trattare con la gente e la simpatia che lo caratterizzava. Egli fu vero protagonista di vicende tipiche dell’epoche, ma anche di episodi che potremmo definire clamorosi … Come molti altri connazionali del periodo della sua giovinezza, ad esempio, emigrò in America per cercare fortuna. Tanti, anche molti nostri compaesani, lo avevano fatto …. Dopo poco tempo si videro i primi risultati: nella nostra borgata, infatti, cominciarono ad arrivare le prime lettere e con esse i primi soldi che i familiari investivano come meglio credevano: chi si comprò terre, chi case … Qualche mese dopo giunse anche una lettera di Crispino ....


(continua)

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