Il carattere sociale

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Il carattere sociale degli olevanesi

Nella sua millenaria storia, Olevano sul Tusciano non è mai venuto alla ribalta per vicende clamorose (storiche o mitologiche, non importa), per azioni leggendarie o che hanno influito sui destini dell’uomo (anche se solo entro certi limiti) o per situazioni che hanno attirato l’attenzione del resto del mondo (o almeno di una parte).

A Olevano ci sono ancora alcune casate che sono olevanesi da tempi immemori: Capone (cui appartenne l’avvocato Tullio Capone, podestà dal 1936-1940); Carucci (con gli studiosi Giacinto, Carlo e Arturo); Cicatelli (cui appartiene Crescenzo, l’autore del libro “Olevano sul Tusciano”), Denza (che governarono Olevano nel Seicento); Ferrara (di antica nobiltà, a Olevano fin dal XII secolo); Forte (cui appartenne Michele Forte, primo sindaco insediato nel comune di Olevano dai Francesi di Napoleone nel 1806); Tasso (che alcuni biografi ritengono imparentati con l’autore della “Gerusalemme Liberata”) e tante altre ancora.

... OMISSIS ...

Olevano sul Tusciano salì agli onori della cronaca anche in un’altra occasione, verso la fine degli anni sessanta, quando ci fu un altro omicidio, quasi una riedizione di quello commesso da Vito De Rosa venti anni prima. Anche in quella occasione fu usata un’ascia per completare il delitto. E questo particolare (spinto all’assurdo) ci fa capire ancora di più quanto, usando le parole di D.H. Lawrence, l’olevanese, come gli antenati etruschi, sia:
“Sensibile, diffidente, sempre alla ricerca di simboli e misteri,
capace di godere intensamente di piccole cose,
violento nelle collere …..".


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