Porsenna
Da Pklab.
PORSENNA
Ed ora parliamo un po’ del mitico Porsenna.
Il leggendario Porsenna è senza dubbio il personaggio più celebre dell’affascinante mondo etrusco. Lo abbiamo conosciuto, forse senza amarlo, fin da bambini, quando frequentavamo le scuole elementari, quando eravamo troppo piccoli per distinguere il vero dal falso. I nostri maestri, allora, lo abbinavano a Orazio Coclite, a Muzio Scevola o a Clelia, personaggi leggendari di Roma arcaica: per questo motivo probabilmente non era amato, ma sicuramente era stimato perché aveva dimostrato di apprezzare e riconoscere il valore, il coraggio e la lealtà sotto qualsiasi bandiera a prescindere dall’esercito al quale si appartiene.
Il grande lucumone etrusco, per di più, non è affatto una comparsa e non può essere ignorato dalla Storia: egli è stato il primo che sia riuscito a conquistare Roma. Analoga impresa riuscirà solo al gallo Brenno, oltre un secolo dopo, e al visigoto Alarico il 24.8.410 (ma ormai della grande Roma non c’era che il ricordo).
Porsenna è un personaggio leggendario. Qualche storico lo identifica con l’altrettanto leggendario Mastarna delle saghe etrusche; altri gli negano addirittura l’esistenza e ritengono che il suo nome non sia altro che la personificazione di un di una magistratura etrusca, purthna, collegato al latino praetor,
Non sono d’accordo con nessuna delle due teorie. Il Mastarna delle saghe etrusche, rappresentato nella tomba Francois di Vulci, è chiaramente identificato dall’imperatore Claudio con il Re di Roma Servio Tullio. Volerlo identificare anche con Porsenna solo per l’analogia della vicenda, mi sembra un po’ effettivamente un po’ troppo. Tale teoria, inoltre, oltre ad essere stata abbandonata dallo stesso studioso che per prima la propugnò, è ritenuta priva di fondamento addirittura da Massimo Pallottino, il padre dell’Etruscologia moderna … e questo taglia la testa al toro. Per quanto riguarda l’identificazione Porsenna = Purthna, basti ricordare che all’epoca dei fatti, il re etrusco non era certo il purth, ma il lucumone (dalla radice lauchme = regnare) e quindi ci saremmo aspettati un “Lucumone” come già era stato Tarquinio Prisco. Riconosciamo quindi a Porsenna la realtà storica sia come nome, sia come condottiero.
Ritorniamo al nostro eroe.
Siamo nel 509 a.C.. Il re di Roma, Tarquinio detto il Superbo, cacciato dalla città, si rivolge alle lucumonie dell’Etruria affinché lo aiutino a riconquistare il trono. Nessuno accoglie, però, il suo appello: a rifiutare ogni aiuto è soprattutto Veio, spesse volte attaccata dal battagliero vicino. A capire che non è il caso di trascurare le vicende romane è Larth Porsenna, il lucumone di Chiusi che muove verso Roma, probabilmente al comando di un esercito nazionale, essendo quell’anno il “re” della dodecapoli etrusca.
Porsenna assedia Roma, conquista la città e la disarma: gli episodi leggendari di Orazio Coclite, Muzio Scevola e Clelia sono solo un postumo tentativo retorico di occultare la realtà storica. Il re etrusco non rimette sul trono il defenestrato Tarquinio, ma detta condizioni di pace assai dure. Impone il completo disarmo e divieto di uso del ferro eccetto che per la costruzione di strumenti agricoli, mentre, in segno di omaggio e di riconoscimento della potestà del vincitore, i romani devono offrire un trono d’avorio, un manto regale, uno scettro ed una corona d’oro, tutti simboli della regalità etrusca..
Vinta Roma, Porsenna si rivolge ad un altro obiettivo, forse addirittura più importante: ripristinare i collegamenti con la dodecapoli campana, bloccati via terra dai latini e via mare dalla presenza di Cuma. Per questo motivo invia il figlio Arnth contro Ariccia, ostacolo lungo il cammino. Pur in condizioni numeriche inferiori, Arnth attacca con decisione e quando già la città latina sta per cadere, il sopraggiungere di un corpo di spedizione greca inviata da Cuma capovolge il risultato: gli etruschi sono sconfitti e lo stesso Arnth trova eroica morte.
A questo punto non ha più senso per Porsenna restare lontano dalla sua città e quindi lascia il Lazio e rientra a Chiusi per essere avvolto di nuovo dalla leggenda.
Non è facile, però, dimenticare il grande Porsenna ... e Tito Livio ci fa sapere che ancora nel 296 a.C. i sanniti, nell’adunanza dei capi etruschi ricordano che “se gli Etruschi avevano lo stesso coraggio che aveva avuto Porsenna e i loro antenati a costringere i Romani a combattere per la loro salvezza” …..
Non è facile, però, dimenticare il leggendario Porsenna per via della sua famosa tomba ... e Plinio il Vecchio ci informa che Porsenna era stato sepolto sotto la città di Chiusi in un monumento dal basamento di 90 metri di lato e che racchiudeva un labirinto sormontato da piramidi e da una copertura di bronzo … chissà quali ricchezze racchiude.
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