Sull'oggi e sul domani

Da Pklab.

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SULL'OGGI E SUL DOMANI


Città del Tuscio, 7.1.2000

Delle cose che si progettano fanno e si dicono adesso, ma che avranno effetto o valore soltanto negli anni a venire, non è che mi interessa molto. Ormai ho 42 anni e mezzo e mi accorgo di avere più passato che futuro! Quando potrò vivere ancora? Dieci anni? Forse venti? Voglio sperare trenta? Esageriamo e diciamo quaranta? Accordato! Allora dico chiaramente che non mi interessa quello che succederà fra quarant’anni e un giorno, salvo che non si tratti di resurrezione, della mia resurrezione. Senza di questa, ciò che succederà nel 2041 non sarà una cosa che mi riguarda, sarà una storia che non mi appartiene. Mio è solo il passato, la storia … cose certe, eventi che possono avermi dato piacere o dispiacere, gioia o dolore, riso o pianto, ma che in ogni caso mi hanno toccato, mi hanno lasciato un segno, sia pure minimo: erano la mia vita reale. è a quello che volgo il mio pensiero, a volte con gioia, a volte con nostalgia … quasi mai con dolore o con rabbia. Non ho più lo spirito di un tempo …

Cosa me ne frega se fra cinque miliardi di anni il Sole si spegnerà, quando io già da miliardi di anni sarò morto? Mi riguarderà il fatto che a quell’epoca l’Uomo si sia cercato un altro sistema solare su cui trasferirsi, su cui vivere? O che la razza umana si sia già estinta da milioni di anni e la Terra sia dominata da vibrioni e amebe? O che generosi extraterrestri hanno portato un nuovo combustibile per riscaldare il nostro pianeta altrimenti destinato al congelamento? No, non mi interessa sapere queste cose; se non ci saranno più guerre, se non ci saranno più malattie, se scopriranno l’elisir di lunga vita o se l’Uomo si minerà dall’interno, sono tutte cose per me senza senso, ovunque mi troverò.

No, non sono diventato improvvisamente apatico, indifferente a tutto … tante cose mi interessano, infatti, e continuerò a seguire per il tempo che ancora mi resta da vivere. è rimasto qualcosa della letteratura etrusca? Troveremo la tomba del grande Porsenna? Voglia il cielo che sia trovata mentre sono ancora vivo … o mai più! Questo è quello che spero per me. Non me ne frega niente, invece, se l’ozono si è bucato o se si bucherà, se qualcuno tapperà quel buco o scoprirà che anche con l’ozono bucato si può tirare avanti. Non mi interessa sapere se i lombrichi smetteranno di essere ermafroditi o se le foche monache prenderanno finalmente i voti, se la foresta amazzonica subirà un disboscamento selvaggio o se il deserto avanzerà e raggiungerà il mare, se le mezze stagioni scompariranno per sempre o se i tempi cambieranno davvero, se ci saranno i tempi morti o se il tempo continuerà ad essere inutilmente irreversibile.

Mi interessa di più, invece, sapere se nei prossimi anni qualcuno preparerà ancora le lagane con i fagioli? Ecco, se proprio devo preoccuparmi di qualcosa, mi vorrei preoccupare che qualche brava ragazza continui a preparare ancora le lagane con i fagioli. Sono importanti le lagane con i fagioli … bisognerebbe costituire un comitato per la tutela e la salvaguardia delle lagane con i fagioli. Bisognerebbe incentivare, promuovere, sostenere, dare sussidi a chi prepara le lagane con i fagioli… altrimenti scompariranno. Ormai neanche la mia mamma prepara più questo squisito piatto, né per me né per nessuno. Anche per lei l’età si fa sentire … e poi. Nessuno le chiede più di prepararle, nessuno le vuole più. Una volta era un piatto povero, ora è una squisita rarità che nessuno sa apprezzare, un piatto per pochi raffinati intenditori, che dopo aver sfidato i secoli sembra avviarsi verso l’oblio, sconfitto anch’esso dai tempi moderni. Chissà se il buon Apicio lo conosceva … glielo chiederò se mai avessi la ventura di incontrarlo in un aldilà.

Che me ne frega di sapere che fra cinquant’anni si potranno fare le vacanze sulla Luna o sui pianeti di un altro sistema solare, quando oggi non posso farle neppure sopra Sant’Elmo? Ed in ogni caso non potrei comunque farle perché non ci sarei già da molti anni. Mi interessa appena appena curare il mio orticello: una pensione fra una quindicina d’anni (se mai arriverò ad averla), un buon libro, un quaderno ed una matita. E se proprio il buon Dio vorrà esaudirmi, mi dia la forza per attraversare una necropoli etrusca.

Cosa me ne frega di una futura società multietnica, multicolore, multipla, singola, di gay, di finocchi, di lesbiche, di puttane, di clonati, di rigenerati, di degenerati, di disperati? Che me ne frega di una futura società multi religiosa, mono religiosa, molto religiosa, poco religiosa, laica, deistica, integralista, fondamentalista, razzista, femminista, pacifista, cattolica, ortodossa, protestante, islamica, animista o atea? Che cosa me ne frega di una futura società matriarcale, patriarcale, anarchica, capitalistica, comunista, socialista, solidaristica, buonista, terrorista?

Mi interessa molto di più sapere se qualche ragazza ha imparato dalla sua mamma come si fa la “pizza cannaruta”. La pizza cannaruta è buona ed è una pietanza per veri ghiottoni … sicuramente Apicio la apprezzerebbe, ne sono certo! Bisognerebbe pubblicizzarla in tutto il mondo. Colui che ne brevettasse la ricetta, credo diventerebbe ricchissimo, più di Paperon d Paperoni. La pizza cannaruta … Questo sì che mi interessa … a me piace molto la pizza cannaruta e avrei voglia di mangiarla ogni tanto. Altro che clonazione, integrazioni, trapianti di teste … trapianti di coglioni. Non mi interessa sapere come sarà la società o chi farà parte di essa! Che me ne frega di una società futura se di quella società non ne farò parte perché non ci sono più da molto tempo?

Perciò fate quello che volete … da parte mia non porrò mai ostacoli alle innovazioni ed ai progetti di quelli che contano, anche perché non avrei la forza per poterli ostacolare. Fate quello che volete … ma almeno ditelo, senza stare a menare il cane per l’aia ed a riempirci i coglioni delle solite tiritere.

Per tanto tempo i giornali, la televisione e i discorsi della solita gente importante ci hanno gonfiato i coglioni con le medesime frasi che portavano alle stesse conclusioni.

  • "Gli immigrati fanno i lavori che non vuole fare più nessuno" …e subito una sanatoria pro-immigrati, nuovi centri di accoglienza, nuovi stanziamenti economici per l’integrazione, per l’assistenza e cazzi vari (ecco, entra in gioco il Dio denaro … il trucco c’era … e si vede). Intanto cerchiamo di capire quali sono i lavori che nessun italiano vuol fare … non il netturbino (ai vari concorsi partecipano decine di migliaia di concorrenti, tra i quali tantissimi sono i laureati), non il vigile, non l’infermiere, non l’insegnante (anche qui migliaia di concorrenti). E allora? Contadino? Carpentiere? Manovale edile? Falegname? Macellaio? Pizzaiuolo? Idraulico? Forse … ma se così fosse, mi dite allora i nostri quattro milioni e passa di disoccupati che cazzo sanno o vogliono fare? Sono tutti direttori di banca in attesa di impiego? Sono tutti ingegneri, architetti, notai, magistrati? Sono tutti proprietari terrieri a riposo, vivono tutti di rendita? Vuoi vedere che anche qui c’è il trucco? O forse è vera quella barzelletta che si racconta sui disoccupati? Quale? Ve la racconto …. A Napoli c’è una grande manifestazione di disoccupati in cerca di lavoro … sfilano disciplinatamente, gridano i soliti slogan. Poi il corteo confluisce in una piazza, i sindacalisti ed i soliti capipopolo tengono i loro comizi … Assiste alla manifestazione un piccolo industriale lombardo.

- Perché tutte queste persone manifestano? – chiede all’uomo che gli sta a fianco.
- Perché cercano un posto di lavoro!
Poiché nella sua fabbrichetta servono operai, l’imprenditore si rivolge al manifestante più vicino:
- Senta! Da domani può venire a lavorare da me!
- Scusate, dottò! – risponde l’altro – Qui ci sono 50 mila disoccupati e voi proprio a me volete dare il lavoro!

… e passiamo ad altro!

  • La popolazione italiana invecchia e quindi gli immigrati pagheranno le nostre pensioni …..ed allora facciamo venire altri immigrati, facciamo nuove sanatorie, creiamo nuove strutture, … accogliamo …. integriamo … elargiamo …. Venite, c’è posto per tutti ed assorbiamo, sensibilizziamo, stanziamo … si, stanziamo, stanziamo milioni, miliardi, per tutti quelli che fanno qualcosa, per chi predica, per chi vuole scolarizzare, per chi vuole erudire, per chi vuole acculturare, per chi vuole ... e basta. Elargiamo i soldi dei contribuenti, elargiamoli alle associazioni che aiutano quelli che aiutano, agli aiutanti degli aiutanti, tanto si tratta pur sempre di un investimento…. pagheranno le nostre pensioni.

Non finisce qui!

  • Le donne italiane non fanno più figli ed allora facciamo venire altri immigrati. Loro sì che sonno bravi a scopare, a fare figli …. poi qualcuno provvederà a dar loro da mangiare, ad erudirli, a vestirli. In ogni caso, poi, essi sono abituati a vivere con poco. Non hanno eccessive pretese e, se proprio vogliono, possono sempre derubare l’uomo cattivo, il bianco che per secoli li ha schiavizzati, sfruttati, rapinati, stuprati, vilipesi, offesi, derisi. Possono ora prendersi la loro giusta e santa rivincita: ammazzare, derubare, sputare in faccia all’odiato, eterno nemico, magari stuprare la puttana bianca. Non importa cosa avverrà. L’importante è che qualcuno faccia i figli, tanti figli, per ripopolare questa povera nazione che invecchia ogni giorno di più.

Purtroppo il destino cinico e baro a volte rompe i coglioni. È successo che negli ultimi tempi le donne bianche hanno partorito più figli … Ma come? Abbiamo creato le coppie di gay, l’aborto, e voi? fate nascere figli… allora lo fate apposta? Allora non avete capito niente?

Allora sappiate. Gli immigrati devono arrivare perché dobbiamo costruire la società multietnica, altrimenti i sociologi, le caritas, le associazioni umanitarie, caritatevoli e via di seguito, non avrebbero ragione di esistere ed ai loro associati toccherebbe lavorare. Vi sembra giusto che questi filantropi si mettano a lavorare? Li immaginate voi sgobbare dalla mattina alla sera? No di certo!

A questo punto sono fuori gioco. E chiaro che chi detiene il potere non mollerà l’osso che sta spolpando con incredibile facilità. Avendo di fronte il più buonista dei popoli sa di poterlo sfruttare e raggirare facendogli vedere il solito film, trito e ritrito, sulla seconda guerra mondiale; il bimbo negro nudo, lo zingaro che vive tra i suoi escrementi. Così al grido “come siamo buoni, come siamo bravi”, “simme tutti purtualli” e con associazioni di aiutare aiutare aiutare, pro immigrati, pro questo e pro quello preparano un futuro con i fiocchi … ma a me neppure questo interessa, perché spero di essere andato via già da tempo.

Questo lo dice il Tuscio anonimo_olevanese.jpg

Anonimo Olevanese da piccolo osserva il mondo

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