A chi

Da Pklab.

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A CHI?

Città del Tuscio, 19.5.2001

A chi affiderò questi soliloqui freschi di inchiostro che nessuno legge perché non interessano a nessuno, sono inutili perché non servono a niente, che sono da disprezzare perché io stesso sono da disprezzare? A chi affiderò queste pagine che sono il fallimento di una persona, il fallimento di una vita … il mio fallimento?

A chi confesserò la mia sconfitta, una sconfitta inappellabile, netta, senza giustificazioni e su tutti i fronti? Nessuno avrà voglia di leggere questi scritti, a nessuno interessa la mia vita ed i miei pensieri! Nessuno avrà voglia di ascoltare una voce stonata, una voce fuori del coro, fastidiosa, che non assolve, che non blandisce, che non giustifica. Nessuno mi ascolta … al mio confronto San Giovanni Battista, quando predicava nel deserto, aveva una folla oceanica ad ascoltarlo.

A chi, dunque, affiderò questi scritti?

Forse a te che un tempo giocavi a fare il piccolo etrusco e mi accompagnavi nelle necropoli e nei musei? A te che parlavi etrusco quando la tua saggezza stupiva la gente? Tu, però, se un tempo credevi che io sapessi tutto, ora sei convinto che io non capisco niente … ed in ogni caso non voglio che tu ti distolga dai tuoi impegni reali, non voglio che tu ingaggi una battaglia contro il mondo che ti vedrebbe sicuro perdente. No, non affiderò a te questi scritti: altre sono le guerre che tu devi combattere! Altre sono le mete che devi raggiungere!

A chi interessano, allora, questi scritti?

Forse a te che per lunghi anni hai continuato a credere in me quando ormai era assurdo il solo pensarlo? Per lunghi anni il mito di un tempo passato ti aveva confuso le idee ed il racconto dei vecchi ti avevano messo su una falsa strada. Chi sa se hai scoperto il fantasma che ero diventato … chi sa se hai capito che il pagliaccio già da tempo si era sgonfiato. No, neppure a te affiderò i miei ultimi pensieri! Non voglio distoglierti dai tuoi impegni di persona importante neppure per un minuto! Perché farti leggere carte frutto di un odio catoniano che non sono servite a niente, che non hanno raggiunto nessun risultato? Meglio rimanere nell’incertezza che tu non abbia scoperto il mio bluff e sperare che il tuo giudizio sia meno severo.

Ed allora? Butterò via questi scritti e li distruggerò come si fa con ciò che è inutile e forse dannoso? Non lo so! Non so più cosa fare! Forse importano a te che mi hai degnato di stima anche quando la mia luce si stava spegnendo? Davvero ti interessa sapere cosa possa passare in una mente malata di qualunquismo, fascismo, razzismo o forse sano buon senso contadino? Vuoi davvero divertirti a leggere pensieri che non servono a niente perché nessuno li vuole ascoltare, perché sono alla buona, senza filosofia né etica, che non erudiscono e non migliorano, buttati là per contrastare un mondo che ha paura di essere se stesso? Quante volte abbiamo discusso su questi argomenti ed abbiamo sfondato porte aperte o siamo rimbalzati su muri di gomma? Che risultati abbiamo ottenuto? Solo quello di amareggiarci ulteriormente la vita! Così facendo, però, eravamo diventati amici e l’amarezza era alleviata dall’ironia e le miserie umane sono diventate motivo di risate. Abbiamo assistito impassibili al crollo di miti, alla morte di dei potenti, alla distruzione di istituzioni che sembravano non finire mai … ci siamo corazzati.

Ed allora affido a te ed ai soliti dieci lettori questi soliloqui che ci permetteranno ancora una volta di sputare in faccia a tutto il mondo.

È del Tuscio anonimo_olevanese.jpg

Anonimo Olevanese da piccolo osserva il mondo

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