Un litigio

Da Pklab.

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UN LITIGIO

Città del Sole 25.12.2009

Mi trovo nella casa a Olevano sul Tusciano. Non ho dubbi: è proprio quella casa dove ho trascorso i primi anni della mia vita. Mi trovo in soffitta, davanti al bagno. Non sto sbagliando … è proprio il bagno. C'è mia madre che sta impastando della farina: deve preparare un dolce. Nella farina che sta lavorando, infatti, aggiunge anche dei candidi o forse uva passa, ora non lo so.

Ad un tratto avverto il bisogno di fare la pipì. Non posso andare in bagno, però, perché davanti alla porta c'è mia madre.

Scendo per le scale è vado in cucina: provo a fare la pipì nel caminetto, che è spento anche se pieno di cenere. Ad un tratto mi accorgo che davanti alla porta c'è qualcuno. Apro … stranamente, invece che nella stanza, la porta dà sull'esterno della casa, ma in un posto mai visto, sconosciuto. Davanti alla porta ci sono mio fratello e mio padre vestiti in una foggia inconsueta, hanno la barba non rasata da giorni, il volto cotto dal sole: sembrano reduci da un lungo viaggio, assomigliano a due esploratori di ritorno dall'Africa o combattenti di ritorno dal fronte russo …

Non mi rendo conto che mio padre è morto da tempo.

Non so perché, ma ho l'impressione che essi siano in anticipo non so per quale occasione, ma non dico niente. Li lascio entrare, anche se sono convinto di fare una cosa non giusta, so di stare sbagliando.

Mio padre sale per le scale … mia madre sta ancora impastando la farina. E' chiaramente infastidita. Mio padre tenta di buttarla sul ridere e tira mia madre verso di sé per dargli un bacio … continua a scherzare.

Mia madre non è dello stesso avviso e comincia a rimproverare mio padre di vecchie colpe, di avvenimenti passati … mio padre vuole scherzare … io rimango spettatore inerte, sto in silenzio, non so cosa fare.

Mi sono svegliato.


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Anonimo Olevanese da piccolo osserva il mondo

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