MAO 3 - La storia
Da Pklab.
IL LIBRETTO GRIGIO
DEI
PENSIERI DEL M.A.O.
TRE
Finito di stampare
clandestinamente
nell’anno XXVI dell’era del M.A.O.
Dedicato a me
cui nessuno dedica mai niente
(Anonimo Olevanese)
Premessa
Per il lettore
Con orecchie distratte ascoltavo quei ragazzini che discutevano animatamente, con una foga indescrivibile, quasi fossero i soliti parlamentari italiani, onorevoli molto poco onorevoli, in disaccordo su tutto, eccetto che sul loro aumento di stipendio … Di cosa parlavano - mi chiedevo - per essere così infervorati, quasi da loro dipendessero i destini della loro via, della loro città, del nostro pianeta o, addirittura, dell’Universo? Forse di sport? Di musica? Di politica? Di sesso? Di religione?
Niente di tutto questo.
Quale era l’argomento della loro discussione, dunque?
Curioso, tesi l’orecchio per sentire meglio quello che dicevano … con immensa gioia, mi accorsi che stavano disquisendo nientepopodimeno che sul fantastico, glorioso, mitico M.A.O. … il mio vecchio cuore anarchico ebbe un sussulto. Ero quasi commosso nell’apprendere che persone così giovani erano ancora interessate al vecchio movimento che per molto tempo (storici, anche di parte avversa, parlano addirittura di qualche giorno – NdA) aveva infiammato gli animi di quel manipolo di eroi, gatti selvatici senza padroni, sciolti da ogni vincolo di sudditanza e di servitù.
Cercai, allora, di prestare maggiore attenzione alle loro parole perché l’argomento per me era davvero interessante, degno di essere seguito … che delusione!
LA PROPAGANDA NEL MAO
Le capacità di zì Sette erano innegabili e solo la sua presenza (o almeno il suo appoggio) ci chiarisce molti misteri del MAO. Come mai, ci si è spesso chiesto, in pochissimo tempo il Tuscio riuscì a mettere in piedi un movimento che sembrava dovesse andare al potere con le buone o con le cattive? Chi era l’eminenza grigia che programmava le mosse del Tuscio? Se, indubbiamente, le vittorie militari furono possibili perché a dirigere le operazioni belliche c’era il grande Tatillo, alle elezioni il MAO raggiunse il 117% (e solo un cavillo legale gli tolse il potere) soprattutto per merito di zì Sette, al quale il Tuscio aveva affidato il delicato Ministero della Propaganda. Era proprio zì Sette a scrivere i discorsi che il Tuscio teneva nei suoi comizi; sempre zì Sette preparava i manifesti elettorali da affiggere … nessuno ha mai avuto dubbi: zì Sette era la vera testa d’uovo del MAO. Sono stati rinvenuti, al proposito, alcuni slogan preparati da zì Sette al cui confronto, diciamo la verità, il ministro della propaganda nazista Goebbels fa la figura del dilettante, se non proprio del peracottaro. Tra gli slogan e motti più famosi e convincenti troviamo:
- Chi vota ‘o Tuscio campa cient’anni!
- Un voto e un sigaro non si negano mai!
- Vota ‘o Tuscio! Vota ‘o Tuscio! Vota ‘o Tuscio!
- Addavenì o’ Tusciano!
- Per mille secoli e per mille età, evviva il Tuscio e la libertà!
- Chi bbuono vole stà, ‘o Tusciano addà vutà!
- A chi nun vota ‘o Tuscio, ‘nce addà venì na sciaiatica!
…. E via di questo passo. È ovvio che con questa propaganda le elezioni si risolsero in un plebiscito per il M.A.O..
E pure di zì Sette fu il secco discorso con il quale il Tuscio arringò le sue truppe prima dello scontro finale:
“Popolo Tuscio, la Repubblica ci ha portato sull’orlo del baratro. Ora che il M.A.O. è al potere dobbiamo fare tutti un grande passo in avanti”.
… E le truppe tusciane si lanciarono verso la disfatta finale.
Piccolo Anonimo Olevanese osserva il mondo in affanno