MAO 3 - La storia
Da Pklab.
IL LIBRETTO GRIGIO
DEI
PENSIERI DEL M.A.O. TRE
Finito di stampare
clandestinamente
nell’anno XXVI dell’era del M.A.O.
Dedicato a me
cui nessuno dedica mai niente
(Anonimo Olevanese)
Premessa
Per il lettore
Con orecchie distratte ascoltavo quei ragazzini che discutevano animatamente, con una foga indescrivibile, quasi fossero i soliti parlamentari italiani, onorevoli molto poco onorevoli, in disaccordo su tutto, eccetto che sul loro aumento di stipendio … Di cosa parlavano - mi chiedevo - per essere così infervorati, quasi da loro dipendessero i destini della loro via, della loro città, del nostro pianeta o, addirittura, dell’Universo? Forse di sport? Di musica? Di politica? Di sesso? Di religione?
Niente di tutto questo.
Quale era l’argomento della loro discussione, dunque?
Curioso, tesi l’orecchio per sentire meglio quello che dicevano … con immensa gioia, mi accorsi che stavano disquisendo nientepopodimeno che sul fantastico, glorioso, mitico M.A.O. … il mio vecchio cuore anarchico ebbe un sussulto. Ero quasi commosso nell’apprendere che persone così giovani erano ancora interessate al vecchio movimento che per molto tempo (storici, anche di parte avversa, parlano addirittura di qualche giorno – NdA) aveva infiammato gli animi di quel manipolo di eroi, gatti selvatici senza padroni, sciolti da ogni vincolo di sudditanza e di servitù.
Cercai, allora, di prestare maggiore attenzione alle loro parole perché l’argomento per me era davvero interessante, degno di essere seguito … che delusione!
Per uno di loro (forse il viveur della comitiva?) il M.A.O. era la sigla dei “Mitici Anni Ottanta”; per un altro (evidentemente pio e timorato di Dio) M.A.O. era senza dubbio l’acronimo di “Madonna Aiutaci Ora”. Nessuno dei due, però, riusciva a persuadere il progressista del gruppo, per il quale M.A.O. significava inequivocabilmente “Meglio Andare Oltre”; per il solito ritardato mentale, convinto di sapere tutto di tutto, M.A.O., invece, era addirittura il nome di battesimo di un leader asiatico di antica memoria. Che dire? Che pensare? Che fare?
Ero costernato … possibile che, ancora prima che una generazione fosse passata, il glorioso M.A.O. e tutti gli eroici Tusciani erano stati completamente cancellati dalla mente di tutti? Così poco tempo era bastato, dunque, per confinare nel dimenticatoio chi aveva combattuto una guerra cruenta che poteva cambiare le sorti di una borgata, anzi di un comune, magari di una provincia, probabilmente di una nazione, forse di un continente o addirittura del mondo?
Era davvero strano!
Mi tornavano alla mente le antiche profezie che avevo letto sui sacri libri, in qualità di aspirante Pontefice Massimo, durante la mia giovinezza: avevano avuto ragione gli antichi aruspici che un giorno avevano stabilito la durata della vita del MAO paragonandola a quella delle farfalle che vivono un solo giorno. Davvero come una farfalla era stato il MAO … ed il MAO era solo il Tuscio.
Ora esso non esisteva più e, per altro, di esso non sopravviveva alcun ricordo …. Quale dio crudele aveva voluto far calare l’oblio sui gloriosi Tusci? Chi aveva fatto tabula rasa di una fetta così importante di Storia? E che fine aveva fatto il vecchio, indomito Tuscio, autore di tante piccole, insignificanti battaglie e che le vicende di ogni giorno avevano visto sempre irrimediabilmente sconfitto dai nemici e dalla vita, straniero in ogni patria, perennemente in fuga, quasi come un lemming solitario? Chi si era accanito tanto contro di lui fino al punto da volerne cancellare addirittura la memoria?
Domande destinate, purtroppo, a rimanere senza risposta!
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