Imperatori

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Table of contents

Ottaviano (27 a.C. - 14 d.C)

Caio Giulio Cesare Ottaviano (Roma, 3.9.63 a.C. - Nola, 18.8.14 d.C.) nel 27 a.C. ricevette il titolo di Augusto ed in pratica diventò il primo imperatore di Roma.
Alla sua morte nel 14 d.C., dopo un lunghissimo regno, gli succedette il figliastro Tiberio.

Tiberio (14 - 37)

Claudio Tiberio Nerone (Roma, 16.11.42 a.C. - Miseno, 16.3.37 d.C.) succedette ad Augusto nel 14 d.C.. Ottimo generale, Tiberio si era distinto nelle campagne di Gallia, Pannonia e Gemania.
Cercò di consolidare il potere imperiale.
Alla sua morte, nel 37, gli succedette Caligola..
tiberio.jpg Particolare di statua dell'imperatore Tiberio
immagine scaricata da http://www.homolaicus.com/storia/antica/roma/tiberio.htm

Caligola (37 - 41)

Caio Giulio Cesare Germanico detto Caligola (31.8.12 d.C. - 24.1.41 d.C.) succedette a Tiberio nel 37.
Rafforzò il potere imperiale a danno di quello senatoriale (nominò senatore il suo cavallo Incitato); aumentò la pressione fiscale.
Caligola fu ucciso da Cherea Cassio a seguito di una congiura nel 41.
Gli succedette suo zio Claudio.

Claudio (41 - 54)

Tiberio Claudio Druso Nerone Germanico (Lione, 10 a.C. - Roma, 54 d.C.) succedette a Caligola nel 41. Curò l'amministrazione statale, restaurò le tradizione nel culto e nei costumi, restaurà l'autorità del Senato.
Fu avvelenato con un fungo dalla moglie Agrippina nel 54 e gli succedette Nerone.

Nerone (54 - 68)

Lucio Domizio Nerone (Anzio 38 - Roma 9.6.68) succedette a Claudio nel 54.
Alleggerì il prelievo fiscale e fu molto munifico con la plebe che lo amava.
Accusato nel 66 di aver incendiato Roma, incolpò i cristiani che fece perseguitare.
Si fece uccidere dal suo liberto Epafrodito quando nel 68 fu vittima di una congiura. Gli successe Galba.

Galba (68-69)

Servio Sulpicio Galba (4 a.C. – 15.1.69 d.C.), militare, succedette a Nerone nel 68. Tentò di restaurare l’autorità senatoria. Fu ucciso dai pretoriani nel 69. Gli succedettero Otone, nominato dai pretoriani, e Vitellio, eletto dalle truppe germaniche.

Otone (69)

Marco Salvio Otone (Roma 32 d.C. – Roma 69) fu eletto imperatore dai pretoriani in contrapposizione a Galba ucciso nel 69. Fu affrontato e sconfitto da Vitellio, eletto dalle truppe germaniche. Si tolse la vita in seguito alla sconfitta.

Vitellio (69)

Aulo Vitellio (24.9.15 d.C. – 20.12.69 d.C.) fu eletto imperatore dalle truppe germaniche nel 69 in contrapposizione prima a Galba e poi a Otone. Sconfitto e suicidatosi Otone, rimase da solo al potere. Fu poi sconfitto da Vespasiano, che salì al trono al suo posto nel 69

Vespasiano (69 - 79)

Tito Flavio Vespasiano (17.11.9 d.C. – 24.6.79), militare, ottenne il riconoscimento del senato il 22.12.69, dopo che ebbe sconfitto Vitellio.
Vespasiano rafforzò il potere imperiale, rispettò i privilegi del Senato, riorganizzò l’esercito, la giustizia e la difesa dei confini. Aumentò la pressione fiscale.
Nel 79 gli succedette il figlio Tito.

Tito (79 - 81)

Flavio Vespasiano Tito (30.12.39 – 13.9.81) successe al padre Vespasiano nel 79. Rispettoso del Senato, promosse grandi opere edilizie. Fu detto “delizia del genere umano”.
Nel 81 gli succedette il fratello Domiziano.

Domiziano (81 - 96)

Tito Flavio Domiziano (24.11.51 – 18.9.96) successe nel 81 al fratello Tito.
Rafforzò i confini, accentrò il potere, tentò la moralizzazione pubblica e privata, avversò le religioni orientali, represse l’opposizione senatoria. Vittima di una congiura, alla morte gli fu decretata la “damnatio memoriae”. Gli succedette Nerva nel 96.

Nerva (96 - 98)

Marco Cocceio Nerva (Narni 30 ca – Roma 98) succedette a Domiziano nel 96 su designazione dei senatori. Il suo breve regno fu improntato da saggezza e buoni provvedimenti. Nel 98 gli succedette il figlio adottivo Traiano.

Traiano (98 – 117)

Marco Ulpio Traiano (53 – 117), militare, fu adottato da Nerva cui succedette nel 98. Iberico, fu il primo imperatore di origine provinciale. Curò l’amministrazione interna, promosse vasti lavori pubblici e rafforzò le frontiere.
Con Traiano l’impero raggiunse la massima espansione territoriale.
Nel 117 gli succedette Adriano.

Adriano (117 – 138)

Publio Elio Adriano (24.1.76 – 10.7.138) successe al cugino Traiano nel 117. Si preoccupò di mantenere la pace e consolidare i confini. Operò riforme fiscali, finanziarie e giudiziarie.
Nel 138 gli succedette Antonino Pio, suo figlio adottivo.

Antonino Pio (138 - 161)

Tito Elio Antonio Pio (19.6.86 – 7.3.161) succede ad Adriano nel 138. Fu ligio alla religione ed agli antichi riti. Operò per consolidare i confini.
Nel 161 gli succedettero Marco Aurelio e Lucio Aurelio Vero.

Vero (161 – 169)

Lucio Aurelio Vero (15.12.130 – 169) succede nel 161 ad Antonino Pio insieme con il fratello d’adozione Marco Aurelio. Morì mentre ritornava da una campagna contro i Marcomanni e lasciò al potere il solo Marco Aurelio.

Marco Aurelio (161 – 180)

Marco Aurelio Antonino (26.4.121 – 17.3.180) fu adottato da Antonino Pio cui succedette nel 161, dividendo l’impero prima con il fratello d’adozione Lucio Vero, poi con il figlio Commodo. Rinsaldò i confini. Gli successe il figlio Commodo nel 180.

Commodo (180 – 192)

Marco Aurelio Commodo (31.8.161 – 31.12.192) succedette al padre Marco Aurelio nel 180. Istaurò un regime di corruzione e di terrore. Morì strangolato dall’atleta Narcisso nel 192. Gli succedette Pertinace.

Pertinace (192 – 193)

Publio Elvio Pertinace (126 – 28.3.193), prefectus urbis, fu acclamato imperatore dai pretoriani alla morte di Commodo (31.12.192). Fu poi ucciso nel 193, dopo soli 3 mesi, dagli stessi pretoriani ai quali non piaceva le deferenze da lui riservate al Senato. Alla sua morte si scatenò una lotta per la successione tra Giuliano Didio (eletto dai pretoriani), Clodio Albino (acclamato dalle truppe britanniche), Pescennio Nigro (acclamato dalle legioni d’Oriente) e Settimio Severo (riconosciuto dal Senato).

Pescennio Nigro (193 – 194)

Caio Pescennio Nigro (ca 140 – 194), militare. Nel 193, alla morte di Pertinace, fu riconosciuto imperatore dalle legioni d’Oriente che lo opposero a Giuliano Didio. Si scontrò con Settimio Severo che aveva ottenuto il riconoscimento del Senato e fu battuto e ucciso nel 194.

Giuliano Didio (193)

Marco Severo Giuliano Didio (133 – 1.6.193), alla morte di Pertinace nel 193 fu eletto imperatore dai pretoriani che aveva corrotto. Fu ucciso nello stesso anno dopo soli 66 giorni di regno.

Clodio Albino (193 – 197)

Decimo Settimo Clodio Albino (? – 19.2.197), militare, fu acclamato imperatore dalle truppe della Britannia nel 193, alla morte di Pertinace. Dapprima si accordò con Settimio Severo, ma poi da questo fu sconfitto e ucciso nel 197.

Settimio Severo (193 – 211)

Lucio Settimio Severo (146 – 211), fu acclamato imperatore dalle sue truppe nel 193, alla morte di Pertinace ed in lotta con Pescennio Nigro, Giuliano Didio e Clodio Albino. Morto Giuliano Didio, sconfisse Pescennio Nigro nel 194 e, dopo un accordo iniziale, Clodio Albino nel 197. Rimasto unico imperatore, Settimio Severo fu abbastanza tollerante in campo religioso, fece alcune riforme nell’esercito e allargò le competenze del prefetto del Pretorio. Alla sua morte nel 211 gli succedettero i figli Geta e Caracalla.

Geta (211 – 212)

Lucio Settimio Geta (189 – 212) successe al padre Settimio Severo nel 211 insieme al fratello Caracalla che lo fece uccidere nel 212.

Caracalla (211 – 217)

Marco Aurelio Antonino Caracalla (4.4.186 – 8.4.217) succedette al padre Settimio Severo nel 211 insieme al fratello Geta, che fece uccidere nel 212 restando solo al potere.
Caracalla aumentò la pressione fiscale, estese la cittadinanza romani a tutti i sudditi dell’impero e difese i confini sul Reno.
Fu ucciso nel 217 da un soldato a seguito di una congiura e gli succedette Marco Opellio Macrino.

Macrino (217 - 218)

Marco Opellio Macrino (164 – 8.6.218), prefetto del pretorio, organizzò la congiura che nel 217 uccise Caracalla, cui succedette. Tentò la riorganizzazione delle finanze, prevedendo, fra le altre cose, la riduzione della paga ai militari. Questo, ovviamente, gli alienò l’appoggio dell’esercito.
Fu assassinato nel 218 e gli succedette Eliogabalo, che aveva avuto l’appoggio dei militari.

Eliogabalo (218 – 222)

Marco Aurelio Antonino Eliogabalo (o Elagabalo) (204 – 11.3.222) succedette a Macrino nel 218. Introdusse in Roma i culti siriaci. Cercò di eliminare il cugino Severo Alessandro (appoggiato dal Senato) che era stato costretto ad adottare.
Morì nel 222, insieme alla madre, vittima di una congiura.
Gli successe il cugino Severo Alessandro.

Severo Alessandro (222 – 235)

Marco Aurelio Severo Alessandro (208 – 235) successe al cugino Eliogabalo nel 222. Tollerante dal punto di vista religioso, non ebbe doti militari. Fu ucciso dai soldati di Massimino il Trace che gli successe nel 235.

Massimino Trace (235 – 238)

Caio Giulio Vero Massimino detto il Trace (ca 173 – 238), militare, fu eletto imperatore nel 235 dalle truppe stanziate in Germania, succedendo a Severo Alessandro. Si dedicò a rafforzare le frontiere. Perseguitò i cristiani. Osteggiato dal Senato che lo dichiarò nemico pubblico, mentre assediava Aquileia per entrare in Italia, fu ucciso nel 238 dai suoi soldati, scontenti della disciplina che aveva imposto.
Gli succedette Gordiano I.

Gordiano I (238)

Marco Antonio Gordiano Semproniano (ca 157 – 238) fu acclamato imperatore nel 238 da alcuni nobili ostili a Massimino. Ebbe l’appoggio del Senato. Si uccise dopo circa un mese di regno, alla morte del figlio Gordiano che aveva associato al potere.
Gli successero Pupieno e Balbino.

Gordiano II (238)

Gordiano II (ca 192 – 238) fu associato al trono dal padre Gordiano I nel 238. Morì poco dopo combattendo contro Capelliano, fedele di Massimino.

Balbino (238)

Decimo Celio Calvino Balbino (ca 178 – 238) fu eletto imperatore dal senato nel 238, dopo la morte di Gordiano I, insieme a Pupieno con il quale venne in contrasto. Fu ucciso dai pretoriani dopo pochi mesi.
Gli succedette Gordiano III.

Pupieno (238)

Marco Clodio Pupieno Massimo (? – 238) fu eletto imperatore dal senato nel 238 insieme a Balbino. Fu ucciso dai pretoriani dopo pochi mesi.
Gli succedette Gordiani III.

Gordiano III (238 – 244)

Marco Antonio Gordiano (ca 224 – 244), nipote di Gordiano I, fu eletto imperatore dalla plebe e dai pretoriani alla morte di Balbino e Pupieno nel 238. Intraprese una campagna contro i persiani.
Fu assassinato dai suoi soldati nel 244 e gli succedette Filippo l’Arabo.

Filippo l’Arabo (244 – 249)

Marco Giulio Filippo l’Arabo (204 –249), prefetto del pretorio, fu acclamato imperatore dall’esercito nel 244 alla morte di Gordiano III e riconosciuto dal Senato. Respinse un’invasione di barbari sul Danubio. Nel 248 celebrò il millenario della fondazione di Roma
Filippo l'Arabo fu sconfitto ed ucciso nel 249 da Decio, che era stato acclamato imperatore dalle legioni della Pannonia nel 248.

Decio (248 – 251)

Gaio Messio Quinto Traiano Decio (ca 200- 251), generale di Filippo, fu proclamato imperatore nel 248 dalle legioni di Pannonia. Affrontò Filippo, lo sconfisse e lo uccise a Verona nel 249. Organizzò l’esercito e promosse la costruzione di strade. Nel 249 emanò un decreto di lealismo religioso che imponeva la partecipazione ai sacrifici attestata da un “libellus”.
Tentò di respingere i Goti che premevano sul Danubio, ma fu ucciso in battaglia nel 251.
Gli succedettero il figlio Ostiliano e Treboniano Gallo.

Ostiliano (251)

Gaio Valente Messio Quinto Ostiliano (morto 251). Figlio dell’Imperatore Decio, fu eletto nel 251 alla morte del padre, ma morì di peste pochi mesi dopo.

Treboniano Gallo (251 - 253)

Gaio Vibio Treboniano Gallo (ca. 207 – 253), militare, fu eletto imperatore dai soldati alla morte in battaglia di Decio nel 251. Concluse la pace con i Goti nel 351. Associò al potere il figlio Volusiano. Entrambi furono uccisi nel 253 dai soldati mentre si preparavano ad affrontare Emiliano, eletto imperatore dalle proprie truppe, che successe loro.

Valeriano (253 – 260)

Publio Licinio Valeriano (195 ca – 260) salì al trono nel 253. Militare e politico, emanò due editti contro i cristiani. Associò al trono il figlio Gallieno, cui affidò l’occidente. Affrontò i persiani, ma, dopo alcuni successi iniziali, essendo il suo esercito decimato dalla peste, fu sconfitto e fatto prigioniero. Nel 260 gli succede il figlio Gallieno.

Emiliano (253)

Marco Emilio Emiliano (ca 206 – 253), militare, fu acclamato imperatore dalle sue truppe nel 253. Si scontrò con l’imperatore in carica, Gallo Treboniano e con il figlio di questi Volusiano. Alla loro morte fu riconosciuto imperatore dal Senato, ma dopo pochi mesi fu ucciso dai suoi stessi soldati.

Gallieno (260 - 268)

Publio Licinio Gallieno (218 – 268), figlio di Valeriano, fu associato al trono dal padre nel 253. Dal 260 rimase unico imperatore. Reagì vigorosamente alla catastrofica situazione dell’impero: difese le frontiere sul Reno contro gli Alamanni, respinse i Franchi, domò numerose ribellioni.
Avversò i cristiani sul piano dottrinale, ma sospese le persecuzioni. Importanti furono le riforme in campo militare ed amministrativo.
Fu ucciso da un complotto dei generali.
Nel 268 gli succedette Claudio il Gotico.

Macriano (260 – 261)

Macriano (morto nel 261) fu proclamato Augusto dal padre Marco Fulvio, governatore dell’Illiria, quando l’imperatore Valeriano fu fatto prigioniero dai persiani. Si oppose all’imperatore Gallieno, ma fu sconfitto e ucciso nel 261.

Claudio il Gotico (268 – 270)

Marco Aurelio Flavio Claudio detto il Gotico (214 – 270) succede a Gallieno nel 268. Militare, sconfisse i Germani ed affrontò le invasioni di Eruli, Gepidi e Goti, la vittoria sui quali gli valse l’appellativo di Gotico.
Morì di peste nel 270 e gli successe il fratello Quintilio.

Postumo (269)

Marco Cassiano Latinio Postumo (morto nel 269) fu usurpatore dell’impero. Inflisse dure sconfitte ai barbari in Gallia . Fu ucciso dai suoi stessi soldati nel 269.

Quintilio (270)

Marco Aurelio Claudio Quintilio (? – 270), militare, fu acclamato imperatore dall’esercito nel 270 alla morte del fratello Claudio il Gotico. Fu riconosciuto dal Senato. Si uccise o fu ucciso dai suoi soldati, quando contro di lui mosse Aureliano che gli successe nello stesso anno.

Aureliano (270 – 275)

Lucio Domizio Aureliano (ca 215 – 275), militare, fu proclamato imperatore dalle truppe di Sirmio nel 270 ed opposto a Quintilio. Respinse i barbari che premevano ai confini, rafforzò il potere imperiale, restaurò le finanze e l’amministrazione, fortificò i confini ed iniziò la costruzione di una cinta muraria a difesa di Roma. Fu eliminato da una congiura di militari.
Gli succedette Tacito nel 275.

Tacito (275 - 276)

Marco Claudio Tacito (205 – 276) fu designato dal Senato a succedere ad Aureliano nel 275, dopo due mesi di interregno. Combatté e vinse i goti. Morì forse vittima di una congiura nel 276. Probo e Floriano si contesero la sua successione.

Floriano (276)

Marco Annio Floriano (? – 276), prefetto del pretorio dell’imperatore Tacito. Alla morte di questi, nel 276, fu acclamato imperatore dall’esercito dell’Asia Minore. Le legioni di Siria ed Egitto gli contrapposero Probo. Mentre si apprestava a marciare contro l’avversario, Floriano fu ucciso dai suoi stessi soldati nel 276.

Probo (276 – 282)

Marco Aurelio Probo (232 – 282), militare, alla morte di Tacito, fu acclamato imperatore dai suoi soldati nel 276 in contrapposizione a Floriano. Morto questi nello stesso anno, Probo fu riconosciuto dal Senato. Affrontò con energia la difesa dell’impero contro i barbari. Nel 280 sconfisse ed uccise Proculo, che aveva tentato di usurpare il titolo Probo fu ucciso dai suoi stessi soldati nel 282 e gli successe Caro.

Proculo (280)

Proculo (morto nel 280), militare di origine gallica, fu usurpatore dell’Impero. Si oppose a all’imperatore Marco Aurelio Probo, ma fu da questi sconfitto ed ucciso.

Caro (282 – 283)

Marco Aurelio Caro (235 ca – 283), prefetto del pretorio succede a Probo nel 282. Sconfisse i Sarmati e condusse una campagna contro la Persia. Ucciso da una congiura nel 283 gli successero i figli Carino e Numeriano.

Numeriano (283 – 284)

Marco Aurelio Numerio Numeriano (? – 284) succede al padre Caro nel 283 insieme al fratello maggiore Carino. Fu ucciso nel 284 da suo suocero Arrio Apro, prefetto del pretorio, lasciando al potere il solo Carino.

Carino (283 – 285)

Marco Aurelio Carino (? – 285) succede al padre Caro insieme con il fratello Numeriano nel 285. Si scontrò ripetutamente con Diocleziano che gli era stato opposto dall’esercito. Ucciso nel 285, forse da un tribuno, gli successe Diocleziano.

Diocleziano (285 – 305)

Caio Aurelio Valerio Diocleziano (ca 240 – 313), militare successe a Carino nel 285. Rafforzò il controllo del territorio e le difese dei confini, raddoppiò gli effettivi dell’esercito, rinnovo le strutture amministrative. Perseguitò i cristiani. Nel 286 nominò augusto Massimiano affidandogli l’Occidente. Nel 293 istituì la tetrarchia adottando Galerio, mentre Massimiano adottava Costanzo Cloro. Nel 305 si ritirò a vita privata.

Massimiano (286 – 305)

Marco Aurelio Valerio Massimiano (ca 245 – 310), militare, fu nominato Augusto da Diocleziano e associato al potere nel 286. Costretto ad abdicare nel 305. Alla morte del suo successore Costanzo il Cloro, si autoproclamò imperatore, ma fu costretto di nuovo alla rinuncia nel 310.

Costanzo Cloro (305 – 306)

Flavio Valerio Costanzo detto Cloro (ca 250 – 25.7.306), militare, successe a Massimiano nel 305 e governò con Galerio. Respinse gli Alamanni e i Franchi sul Reno. Morì di malattia nel 306.Gli successe il figlio di adozione Severo (in lotta con Costantino I, suo figlio legittimo, Massimiano, Galerio, Licinio, Massimino Daia, Massenzio).

Galerio (305 – 311)

Caio Galerio Valerio Massimiano (250 – 311), militare, successe a Diocleziano nel 305, con Costanzo Cloro che succedeva a Massimiano. Difese il confine Danubiano e, alla morte di Costanzo Cloro, tentò di mantenere la tetrarchia. Emanò l’Editto di Nicomedia con il quale concedeva ai cristiani la libertà di professare la propria religione. Gli successe Licinio nel 311.

Severo (306 – 307)

Flavio Valerio Severo (? – 307), successe nel 306 a Costanzo Cloro che lo aveva adottato. Portatosi a Roma contro Massenzio, fu abbandonato dall’esercito. Fatto prigioniero da Massimiano, fu consegnato a Massenzio che lo fece uccidere.

Massenzio (306 – 312)

Marco Aurelio Valerio Massenzio (ca 278 – 312) figlio di Massimiano, si fece acclamare imperatore dai pretoriani nel 306. Attaccato da Galerio, riuscì a mantenere il controllo dell’Italia. Fu sconfitto poi da Costantino nella battaglia di Ponte Milvio nel 312 e morì annegato.

Costantino I (306 – 337)

Flavio Valerio Costantino I detto il Grande (ca 280 – 22.5.337), figlio di Costanzo Cloro, fu acclamato imperatore dall’esercito nel 306, in contesa con altri sei contendenti (Massimiano, Galerio, Licinio, Massimino Daia, Massenzio e Severo). Morto Severo nel 307, eliminato Massimiano nel 310, morto Galerio nel 311, sconfitti Massenzio nel 312 e Massimino Daia nel 313, condannato a morte Licinio nel 325, Costantino rimase unico imperatore dal 326. Nel 313 con l’Editto di Milano riconosceva al Cristianesimo libertà di culto. Nel 330 portò la capitale a Costantinopoli. Nel 337 gli successero i figli Costantino II, Costanzo II e Costante I.

Massimino Daia (309 – 313)

Galerio Valerio Massimino Daia (? – 313), nipote di Galerio, fu nominato imperatore dall’esercito nel 309. Fu un accanito persecutore dei cristiani ec ercò di risollevare le sorti del paganesimo, riorganizzando la gerarchia sacerdotale e costruendo nuovi templi. Fu sconfitto da Licinio nel 313.

Licinio (311 – 324)

Valerio Liciniano Licinio (ca 250 – 325) nel 311 successe a Galerio che lo aveva nominato Augusto nel 308. Sconfitto da Costantino nel 314. Perseguitò i cristiani. Sconfitto di nuova da Costantino nel 324. Alla sua morte, nel 325, Costantino rimase unico imperatore.

Costantino II (337 – 340)

Costantino II (ca 316 – 340), figlio di Costantino I, successe al padre nel 337 insieme ai fratelli Costante e Costanzo. Tentò una spedizione in Italia per imporre la sua supremazia sul fratello minore Costante I. Affrontato da questi, fu sconfitto ad Aquileia ed ucciso nel 340.

Costante I (337 – 350)

Flavio Giulio Costante (ca 320 – 18.1.350), figlio minore di Costantino I, successe al padre insieme con i fratelli Costanzo e Costantino. Attaccato da quest’ultimo, Costante lo sconfisse e lo uccise nel 340, impadronendosi dei suoi territori. Condusse campagne militari contro i Franchi. Nel 350 fu fatto uccidere da Magnenzio, che si fece poi acclamare imperatore.

Costanzo II (337 – 361)

Flavio Giulio Costanzo (7.8.317 – 3.11.361) figlio di Costantino I, diventò imperatore nel 337, insieme con i fratelli Costantino e Costante. Morti i fratelli e fronteggiato con successo gli usurpatori Magnenzio, Vetranione e Nepoziano, rimase unico imperatore. Combatté contro i barbari ai confini, promulgò leggi contro il paganesimo e fu favorevole all’arianesimo. Mentre si apprestava a fronteggiare il cugino Giuliano (proclamato imperatore dai propri soldati) morì di febbre nel 361. Gli successe Giuliano detto l’Apostata.

Magnenzio (350 – 353)

Flavio Magno Magnenzio (303 – 10.8.353) generale di Costante I, alla morte di questi nel 350 si fece acclamare augusto e fu riconosciuto dalle legioni d’occidente. Ucciso Nepoziano, nominato augusto a Roma, fu affrontato e ripetutamente sconfitto da Costanzo II. Si suicidò il 10.8.353.

Nepoziano (350)

Flavio Popilio Nepoziano (morto nel 350) assunse a Roma il titolo di augusto contro Magnenzio, ma questi lo fece uccidere dopo pochi giorni.

Giuliano (361 – 363)

Flavio Claudio Giuliano (331 – 363), detto l’apostata, era nipote di Costantino I. Fu acclamato imperatore dai propri soldati e rimase unico imperatore alla morte del cugino Costanzo II nel 361. Sconfisse germani ed alamanni. S’impegnò nella riforma del regime tributario, riorganizzò l’amministrazione, riorganizzò il corpo sacerdotale pagano e discriminò i cristiani. Morì durante una spedizione in Persia nel 363, colpito da una freccia forse scagliata da un suo soldato cristiano. Gli successe Gioviano

Gioviano (363 – 364)

Flavio Gioviano (ca 331 – 17.2.364), militare, fu acclamato imperatore alla morte di Giuliano, nel 363, dall’esercito in Persia. Concluse una pace svantaggiosa. Morì mentre rientrava con l’esercito a Costantinopoli nel 364. Gli successe Valentiniano I.

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