Lettera di un'amica

Da Pklab.

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LETTERA DI UN'AMICA

Città del Sole - 12.11.1979

Ciao Tuscià,

stai bene? Ti ho scritto, oggi, solo una lettera, ma col pensiero te ne ho scritte molte: nessuna spedita! Ero indecisa sullo scriverti. Poi non sapevo quando venivi e avevo deciso di mandarti una cartolina: non ne ho trovata una buona! Comunque spero che ora ti scriverò!

Stavo dicendoti: "E' iniziato l'inverno!... ma poi ho chiesto in giro qua a Peppino, Virginia e Pina. Fra tutti e quattro non sappiamo quando inizia l'inverno. Ma pensiamo che ancora deve iniziare, inizierà fra una settimana.
Comunque qua fa freddo ed io ho le mani gelide, anche se è giustificato il fatto perché le ho tenute nell'acqua.
Ma che cazzo ti sto dicendo? Non lo so! Comunque nella lettera che ti avevo scritto, avevo fatto di peggio: avevo cominciato ad illustrarti i periodi neri o meglio il lungo periodo nero dell'estate, la completa depressione mista a speranza negli amici che avevo avuto all'inizio dell'anno scolastico. E poi ti avrei detto della profonda morbosa gioia che la settimana scorsa e quella precedente avevo vissuto. Fortuna per te che mi son fatta un esame di coscienza e non ho continuato a scriverti!

Ne ho parlato a Maria Carmela di questo fatto e mi ha detto che dal momento che avevo cominciato a scriverti così, e poiché ci credo molto in queste cose stupide, io avrei dovuto continuare la lettera! Basta con questo discorso!

Tuscià, dimmi qualcosa! tu sei felice? ma ti adatti veramente? perché l'ultima volta, no, mi sono informata da Virginia perché io non mi ricordo, era la penultima volta che venisti, cioè mi sembra prima che iniziasse la scuola, mi dicesti che seguivi la scia dei lecchini. E fu anche quando prendesti quella posizione di cazzo ... io non credo che tu possa veramente credere a quello che dicesti! quella volta che tu parlavi tanto "con piacere" con mamma e specialmente sul fatto dei soldi che mi sono guadagnato in estate e che volevo usare io! Ti ricordi ora? Vorrei che tu mi parlassi di questo fatto. Aiutami! Non so ancora se tu potresti avere ragione, che poi equivarrebbe a che papà avesse ragione, dal momento che avete detto le stesse cose. Lo sai che stavo proprio male? Mamma prende sempre posizioni autoritarie, si impunta su cose così per sentirsi forte e io ero nel vero senso della parola, sia fisicamente che moralmente, la vittima della situazione.

Tuscià, non credevo che tu avessi agito così! Lo sai che hai fatto? Mi hai aizzato ancora di più di quanto non lo avevano fatto tutti gli altri, mamma contro.

Ora la situazione non è più così, perché sono cambiata io. prima ero debole e stavo lì lì per crollare, ora non più! Solo questo è cambiato perché questa situazione disperata è impossibile smuoverla se non vuole farlo mamma che ne è la protagonista!

Ma senti Tuscià veramente se ti avessi detto: "Papà, con questi soldi io mi voglio pagare l'abbonamento, i libri, le tasse scolastiche, la riparazione! tu mi avresti detto: "Trovati casa e da mangiare e vattene dai piedi!"? allora senti, ma saresti stato uno stronzo! anche se non capisco perché non andava a tuo vantaggio, non parlo neppure di delicatezza, ma quanto di dialogo e comprensione che lui vanta di avere con noi. Ma che cazzo lo dico a fare? lo so che non esiste, no? Comunque, pensandoci, lo so che cosa non andava a suo vantaggio. Se avevo questa disponibilità economica non ero più dipendente da lui ... penso che abbia avuto paura che mettessi le ali...! ma Tuscià, v'era proprio bisogno di ferirmi così anche tu?

Mi ha detto papà: "Se tutti qui si procurassero dei soldi e dicessero "Voglio camparmi da solo", questa non sarebbe una famiglia unita!" ed ha anche il coraggio di chiamarla unita! Come se poi io non mi fossi sempre occupato dei cazzi che riguardavano la mia vita di tutti i giorni! e allora perché non mi diceva niente? perché non gliene fotteva niente, perché allora non si poneva il problema di una famiglia "unita"? e poi provvedere a questi fatti così come in più piccolo campo ho provveduto lo stesso io comprandomi penne e quaderni (qualche volta), per l'addietro, non significa certo comprarti anche pane e vino e un letto e starsene in un'altra parte! come invece mamma cerca di fare, facendoci pagare le caramelle che ci mangiamo. Ora comunque non lo fa più tanto!

Vedi, Tuscià, tu hai dato un giudizio troppo affrettato e non conoscevi le situazioni! Mi hai fatto male anche tu, e tu più di tutti, perché io credo in te e ci credo molto! Ma è meglio che la finisca di romperti con questo discorso. Comunque tu scrivimene o parlamene quando verrai qua, te ne prego!
Tuscià, dimmi, come vanno gli affari ... e il giornale? Senti, Tuscià, a che pensi tutto il giorno, vorresti stare qua?

Volevo dirti di una cosa che ho vissuto la settimana scorsa: era sciopero e non ce ne sono di più accolti come quando la mattina ti svegli e dici: "Cazzo! oggi non posso fare questa perché già ne ho fatto una ... ed è solo mercoledì! Lo sciopero comunque era per il fatto di Persano. Cioè l'anno scorso i contadini occuparono le terre dei militari e le coltivarono a grano e quest'anno si rinnovava la semina. Solo che i soldati, o non so chi, avevano opposto resistenza a questo fatto.
Comunque andammo a Persano io e Maria Carmela. C'erano molti armati. Tutti sfottevano dicendo: "Luiggì, te lo sei portato il limone, nel caso sparano i lacrimogeni?" e ci raccomandavano, quando avremmo passato il "confine" di stare attenti perché ci avrebbero fotografati e schedati. Credo che la situazione era veramente seria. Ma io non ero stata informata di questo. Comunque non me ne potevo assolutamente andare: non c'erano mezzi. E anche se io e Maria Carmela ci pentivamo un po' di esserci andate, non l'avevamo fatto troppo così ... c'eravamo andate con una certa coscienza! Solo non sapevamo ... ma come abbiamo fatto a non immaginare che c'erano quelli armati che ci avrebbero impedito? Comunque è inutile dire che la "spedizione" era di compagni; abbiamo partecipato per un po' all'"occupazione". Poi ci hanno accompagnato, ma là è successo un casino, come era prevedibile. Quello di cui sono rimasta male è che i soldati hanno sfondato la testa di un contadino che non voleva andarsene dai campi. Avendolo vissuto questo fatto, ho potuto osservare come i giornali cambiano le cose. Non so che avrebbero dovuto o potuto fare i soldati, ma non so se è giusto rompere la testa a uno. Non credo! Dimmi qualcosa tu, Tuscià!
Comunque dopo questo e la manifestazione che ne seguì, ci considerano impegnate politicamente. Oggi, per esempio, si è seduto accanto a noi, in piazza, un comunista e che ha detto, quando gli abbiamo detto che andavamo al Classico: "Pensavo che andavate allo Scientifico. Non credevo che ci fossero delle ragazze impegnate al Classico....". Ma tu che ne pensi, Tuscià? Forse per Maria Carmela il fatto è diverso. Ma per me, poi! io non mi sono per niente impegnata e questo lo considero un grande difetto. Comunque non l'abbiamo contraddetto. Boh!

Comunque, Tuscià, lo spazio qua è finito! Ci dobbiamo salutare. Ti volevo dire una cosa: se ti scoccia sentire i miei casini e le mie cretinate, per favore dimmelo perché ultimamente penso che ti scocceresti a sentirmi ed anche per questo non ti ho scritto prima. In breve mi sono un po' costretta a dirti quello che avrei voluto.

Comunque, Tuscià, ti saluto. Quando vieni? Spero non prima che ti arrivi la mia lettera, sennò resto fregata!

Ciao Tuscià

thumb_Anonimo_olevanese.jpg Anonimo Olevanese da piccolo osserva il mondo

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