Tirteo

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TIRTEO (VII secolo)


Tirteo ebbe il compito di adattare l’elegia allo spirito guerriero spartano … e ci riuscì benissimo.


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La vita

Tirteo fiorì nella seconda metà del secolo VII.

Questo poeta nacque a Mileto, in Asia Minore, ma visse ed operò a Sparta. La sua vita è circondata di racconti e leggendario è anche il suo arrivo a Sparta, dove con i suoi canti avrebbe determinato la vittoria della città sui suoi nemici. La leggenda vuole che l’oracolo di Delfi avesse predetto che Sparta, in guerra con i Messeni, avrebbe vinto il conflitto solo sotto la guida di un condottiero di Atene. Questa, però, se non era minimamente intenzionata ad aiutare la tradizionale nemica, neppure osava opporsi ad un oracolo. Fu così che, per “non macchiarsi di empietà” e per schernire gli Spartani, Atene come aiuti inviò Tirteo, un maestro di scuola che, oltre a non essere un soldato, era anche zoppo e deforme.

Tirteo, però, riuscì a compiere il miracolo: con le sue elegie rincuorò gli spartani e diede loro lo spirito necessario per sovvertire il risultato ... e Sparta sconfisse i Messeni.

Le opere

Tirteo scrisse in dialetto ionico-omerico, ricco di dorismi. Le sue elegie, di argomento guerresco, politico e di esortazione morale, erano raccolte in cinque libri. Secondo gli alessandrini, essi comprendevano “Eunomia” (Buon governo), una lunga elegia che esalta la costituzione spartana, esorta i cittadini mantenerla integra per il bene comune ed esorta il popolo alla concordia; “Embatèria”, canti di marcia, in versi anapestici; “Hypotekai”, esortazioni alla lotta e al valore secondo le virtù doriche; “Politeia” (Costituzione), una lode dei valori civili e religiosi della costituzione di Licurgo.
Di tutto ci restano solo frammenti, abbastanza ampi, per un totale di circa 230 versi, nei quali possiamo leggere l'elogio della morte in battaglia per la patria, la descrizione del combattente valoroso e l'esaltazione della costituzione spartana.

Giudizio

Le elegie di Tirteo, dal tono alto, fermo e severo, erano caratterizzate dall’esaltazione del valore guerresco, dalle vigorose affermazioni dell’ideale morale della difesa della patria e dalla celebrazione della morte per essa.

A differenza di Omero, che esalta il valore individuale, Tirteo parla del valore dell’intera città che impone ai suoi cittadini obbedienza e sacrificio per il bene della patria. I modelli di eroismo proposti da questo poeta non sono più fondati sulle gesta personali, ma sull’azione disciplinata delle truppe, azione richiesta, peraltro, dalla nuova tattica oplitica, e quindi volti alla salvezza e alla vittoria comune piuttosto che alla gloria individuale.

Fortuna

Per i motivi sopraesposti, i canti di Tirteo godettero di grande fortuna in tutta la Grecia ed erano cantati nelle scuole e negli accampamenti. Non hanno, in verità, grandi pregi poetici, ma suscitano sentimenti di virtù e di fortezza.

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