Di indifferenza

Da Pklab.

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DI INDIFFERENZA, RAZZISMO E ALTRO

Rasnal tular 5.9.2009

Anche questa è di Rasce

Spesso e volentieri la televisione ci propina episodi di violenza, tante volte avvenuti in pieno giorno, in pieno centro, in luoghi se non addirittura affollati, perlomeno molto frequentati, con gente che va e che viene.
- Quello che più sconcerta - chiosa il giornalista di turno in conclusione del servizio - è che il crimine è avvenuto tra l'indifferenza della gente, senza che nessuno dei passanti intervenisse.
Ecco il problema: non è sconcertante il fatto che una persona per strada è aggredita, picchiata, derubata, rapinata, violentata, stuprata, accoltellata, uccisa … No! Quello è una cosa normale. Quello che sconcerta il povero giornalista di turno è il fatto che, non la polizia, i carabinieri, i vigili (quelli non c'entrano), ma i cittadini comuni non siano intervenuti a fermare il criminale. Ciò che sconcerta il giornalista non è l'assenza delle istituzioni o delle Forze preposte, ma il mancato intervento del vecchietto che stava passando, della donna, del padre di famiglia, dell'impiegato, dell'uomo di strada.
Tante volte, mentre ascoltavo notizie di questo tipo al telegiornale, mi sono chiesto cosa avrei fatto se fossi stato presente all'episodio.
Devo dire la verità: tutte le volte sono partito Lancillotto e sono arrivato Fracchia.
Sono Lancillotto. Sto passeggiando … vedo l'uomo che adocchia la vittima. Al mio occhio clinico non sfugge nulla; la situazione è chiara …. rallento il passo. L'uomo afferra la vittima per un braccio e la trascina. La vittima grida aiuto … ci sono solo io. Mi guardo intorno … devo fare presto. Ecco là vicino un nodoso bastone; corro e do una randellata al delinquente; poi lo immobilizzo e lo lego. Intanto la vittima è quasi paralizzata dalla paura. Mi avvicino; provo a rincuorarla; essa si stringe a me tremante; la calmo; fortunatamente tutto è finito. Arriva la polizia (o i carabinieri); prendono in custodia il criminale. Il giorno dopo sul giornale si legge che un eroico cittadino è intervenuto per sventare una rapina con tentativo di violenza e stupro; proposta di medaglia d'oro; eterna riconoscenza della vittima (peraltro anche molto carina e benestante).
E' l'euforia di un momento.
Io sono uno dei 6 miliardi di Fracchia che popolano il mondo e non posso intervenire. Probabilmente quei due sono amici che stanno litigando; se mi va bene mi diranno di farmi i cazzi miei; se mi va male mi denunceranno per lesioni. E anche se non sono amici … Sicuramente sarò accusato di eccesso di legittima difesa, il delinquente mi chiederà i danni per procurata infermità; qualche giudice cercherà di incriminarmi per sequestro di persona (chi sono io per legare quel tizio? avevo la certezza che si stava consumando un reato? e via di questo passo). E se quel criminale viene processato? Devo testimoniare, poi dovrei giustificare dove ho preso il randello, perché ho picchiato con tale forza, perché stavo lì in quel momento, devo dimostrare che non ero il complice, ….
Qualche anno fa mio padre ed il suo amico Alfredo furono testimoni di un fatto illecito e di conseguenza chiamati a testimoniare. All'uscita del tribunale dove avevano deposto, il povero Alfredo era sconvolto.
- Un altro poco e mi arrestavano. - raccontò - Hanno incominciato a farmi tante domande; io ho incominciato a non capirci più niente, mi hanno fatto confondere. E' passato tanto tempo, molte cose non me le ricordavo più bene … Meno male che più o meno sono riuscito a cavarmela. Ti giuro, però, che non andrò mai più a fare una testimonianza. E tu, Amerì, come te la sei cavata? - chiese Alfredo.
- Alfrè! Io ho detto solo "confermo tutto quello che ho riferito ai carabinieri due anni fa" - rispose mio padre, anche lui certo che non sarebbe mai più andato in tribunale per testimoniare.
Ora accusatemi pure di indifferenza. Resta il fatto che anche io "tengo famiglia" e tutti sanno come è la giustizia italiana: quel criminale esce subito di galera e la vittima ed io che ho cercato di aiutarla dovremo vivere nel terrore di eventuali ritorsioni.
A volte (poche o tante, fate voi) gli autori dei crimini sono cittadini stranieri, clandestini o meno. Così avviene che un paio di giorni dopo lo stesso giornalista scopre che, a seguito di quell'episodio di violenza, in Italia è scoppiata un'ingiustificata ondata di razzismo. E giù per un'altra settimana ad affettare i coglioni a spiegarci che il violentatore di turno da piccolo voleva fare il sacerdote missionario, che la sua famiglia era povera, ma tutta brava gente; che la vittima ha cercato di difendersi ed in questo modo ha scatenato la rabbia di quel poveraccio; che se la vittima invece di uscire per strada alla quattro del pomeriggio fosse rimasta in casa a fare la calza o i cruciverba non le sarebbe successo niente.
Pensandoci bene sarebbe anche il caso di chiedere scusa agli immigrati che ora sono oggetto di razzismo, anzi quasi quasi sarebbe giusto fare una bella sanatoria così almeno non abbiamo più clandestini in quanto tutti regolarizzati e possiamo andare a rivederci per l'ennesima volta il reality show maggiormente in voga in Italia: IL PAESE DELLE FETECCHIE.


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Anonimo Olevanese da piccolo osserva il mondo


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