Giacinto Carucci

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-Olevano sul Tusciano, “'''per quanto piccola di territorio e di abitanti, e mai centro di elevata cultura, né patria di persone che siano uscite, per imprese insigni, dalle rinomanze locali ….'''” (Carlo Carucci – Un Feudo ecclesiastico nell’Italia Meridionale), annovera tra i suoi figli personaggi degni di maggiore fortuna, gloria e rispetto. Tra questi possiamo ricordare il canonico e studioso Giacinto Carucci. Egli nacque nella Borgata Valle nel 1848. Zio dello storico Carlo Carucci, fu parroco della frazione Ariano di Olevano. Successivamente insegnò per 50 anni nel seminario arcivescovile di Salerno e fu canonico della cattedrale della stessa città. Il suo pronipote, monsignor Arturo Carucci, figlio del professore Carlo, lo ha voluto ricordare nella targa, visibile ancora oggi, fatta porre davanti alla casa natia a Valle.+Olevano sul Tusciano, “'''per quanto piccola di territorio e di abitanti, e mai centro di elevata cultura, né patria di persone che siano uscite, per imprese insigni, dalle rinomanze locali ….'''” (Carlo Carucci – Un Feudo ecclesiastico nell’Italia Meridionale), annovera tra i suoi figli personaggi degni di maggiore fortuna, gloria e rispetto. Tra questi possiamo ricordare il canonico e studioso Giacinto Carucci.
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 +Egli nacque nella Borgata Valle nel 1848. Zio dello storico Carlo Carucci, fu parroco della frazione Ariano di Olevano. Successivamente insegnò per 50 anni nel seminario arcivescovile di Salerno e fu canonico della cattedrale della stessa città. Il suo pronipote, monsignor Arturo Carucci, figlio del professore Carlo, lo ha voluto ricordare nella targa, visibile ancora oggi, fatta porre davanti alla casa natia a Valle.
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In possesso di una solida e profonda cultura classica, il canonico Giacinto Carucci, oltre che come insegnante di latino e di greco, si distinse come collaboratore e poi direttore di giornale, ma anche e soprattutto come studioso attento e preciso di storie locali. Alla sua opera ha attinto anche il suo nipote Carlo, che lo apprezza e lo stima moltissimo al punto da scrivere: “sapendo con quanto interesse il canonico Carucci studiasse i documenti archivistici, traggo dalle sue carte le notizie riguardanti le chiese di Olevano”. In possesso di una solida e profonda cultura classica, il canonico Giacinto Carucci, oltre che come insegnante di latino e di greco, si distinse come collaboratore e poi direttore di giornale, ma anche e soprattutto come studioso attento e preciso di storie locali. Alla sua opera ha attinto anche il suo nipote Carlo, che lo apprezza e lo stima moltissimo al punto da scrivere: “sapendo con quanto interesse il canonico Carucci studiasse i documenti archivistici, traggo dalle sue carte le notizie riguardanti le chiese di Olevano”.

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Giacinto CARUCCI


Olevano sul Tusciano, “per quanto piccola di territorio e di abitanti, e mai centro di elevata cultura, né patria di persone che siano uscite, per imprese insigni, dalle rinomanze locali ….” (Carlo Carucci – Un Feudo ecclesiastico nell’Italia Meridionale), annovera tra i suoi figli personaggi degni di maggiore fortuna, gloria e rispetto. Tra questi possiamo ricordare il canonico e studioso Giacinto Carucci.

Egli nacque nella Borgata Valle nel 1848. Zio dello storico Carlo Carucci, fu parroco della frazione Ariano di Olevano. Successivamente insegnò per 50 anni nel seminario arcivescovile di Salerno e fu canonico della cattedrale della stessa città. Il suo pronipote, monsignor Arturo Carucci, figlio del professore Carlo, lo ha voluto ricordare nella targa, visibile ancora oggi, fatta porre davanti alla casa natia a Valle.

In possesso di una solida e profonda cultura classica, il canonico Giacinto Carucci, oltre che come insegnante di latino e di greco, si distinse come collaboratore e poi direttore di giornale, ma anche e soprattutto come studioso attento e preciso di storie locali. Alla sua opera ha attinto anche il suo nipote Carlo, che lo apprezza e lo stima moltissimo al punto da scrivere: “sapendo con quanto interesse il canonico Carucci studiasse i documenti archivistici, traggo dalle sue carte le notizie riguardanti le chiese di Olevano”.

Si riporta ora, di seguito, la breve nota biografica scritta da Carlo Carucci che ricorda con affetto e ammirazione il suo grande zio nella nota a pag. 42 del libro “Un feudo Ecclesiastico nell’Italia Meridionale” ed alla quale si ritiene di non dover null’altro aggiungere.

“Giacinto Carucci nacque in Olevano il 1848. Studiò prima nel seminario arcivescovile di Salerno, poi alla Badia di Cava, dove fu discepolo di D. Benedetto Bonazzi, e in ultimo a Napoli, ove fu alla scuola del celebre abate Antonio Mirabelli e di Giuseppe Prisco, che fu poi cardinale. Ordinato sacerdote nel 1872, fu dapprima parroco in Ariano di Olevano, e si trasferì poi a Salerno perché incaricato dall’arcivescovo Guadalupi dell’insegnamento nel seminario. E questo tenne per oltre un cinquantennio, acquistandosi un nome onorevole per la soda cultura, per la competenza che si formò specialmente nell’insegnamento del latino e del greco, e per il grande zelo che metteva nell’impartirlo, onde molte generazioni si giovarono dell’opera sua. Coltivò con amore anche gli studi storici. Nel 1885 collaborò al giornale “La buona novella” che l’arcivescovo Laspro aveva fondato per preparare la città alle feste solenni dell’VIII centenario della morte di S. Gregorio VII e scrisse in quell’occasione uno studio intitolato “S. Gregorio VII a Salerno”. Nel 1897 fu nominato direttore del giornale “Il Buon Senso” che lo stesso arcivescovo aveva fondato per combattere il protestantesimo e l’irreligione che si diffondeva nella città e riuscì a far tacere il pastore evangelico di Salerno che gittava il discredito nei più sacri ricordi cittadini. Pubblicò allora un libro che fu molto lodato “Le lezioni del Breviario Salernitano intorno a S. Matteo, se sono leggende nel senso ei critici di mala fede, ovvero rilevate nella storia”. Nel 1909, poi, pubblicò il volume “Ippolito di Pastena” nel quale rappresentò le tristi condizioni sociali ed economiche del Salernitano nella metà del secolo XVII e le ripercussioni che si ebbero in Salerno della Rivolta di Masaniello.

Canonico Cantore della Cattedrale, morì nel luglio 1928 lasciando un nome molto onorato come sacerdote, come educatore, come studioso.

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