Imperatori
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Claudio Tiberio Nerone (Roma, 16.11.42 a.C. - Miseno, 16.3.37 d.C.) succedette ad Augusto nel 14 d.C.. Ottimo generale, Tiberio si era distinto nelle campagne di Gallia, Pannonia e Gemania.<br /> | Claudio Tiberio Nerone (Roma, 16.11.42 a.C. - Miseno, 16.3.37 d.C.) succedette ad Augusto nel 14 d.C.. Ottimo generale, Tiberio si era distinto nelle campagne di Gallia, Pannonia e Gemania.<br /> | ||
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Cercò di consolidare il potere imperiale.<br /> | Cercò di consolidare il potere imperiale.<br /> | ||
Alla sua morte, nel 37, gli succedette Caligola. | Alla sua morte, nel 37, gli succedette Caligola. | ||
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== Pertinace (192 – 193) == | == Pertinace (192 – 193) == | ||
Publio Elvio Pertinace (126 – 28.3.193), prefectus urbis, fu acclamato imperatore dai pretoriani alla morte di Commodo (31.12.192). Fu poi ucciso nel 193, dopo soli 3 mesi, dagli stessi pretoriani ai quali non piaceva le deferenze da lui riservate al Senato. Alla sua morte si scatenò una lotta per la successione tra Giuliano Didio (eletto dai pretoriani), Clodio Albino (acclamato dalle truppe britanniche), Pescennio Nigro (acclamato dalle legioni d’Oriente) e Settimio Severo (riconosciuto dal Senato). | Publio Elvio Pertinace (126 – 28.3.193), prefectus urbis, fu acclamato imperatore dai pretoriani alla morte di Commodo (31.12.192). Fu poi ucciso nel 193, dopo soli 3 mesi, dagli stessi pretoriani ai quali non piaceva le deferenze da lui riservate al Senato. Alla sua morte si scatenò una lotta per la successione tra Giuliano Didio (eletto dai pretoriani), Clodio Albino (acclamato dalle truppe britanniche), Pescennio Nigro (acclamato dalle legioni d’Oriente) e Settimio Severo (riconosciuto dal Senato). | ||
+ | == Pescennio Nigro (193 – 194) == | ||
+ | Caio Pescennio Nigro (ca 140 – 194), militare, nel 193, alla morte di Pertinace, fu riconosciuto imperatore dalle legioni d’Oriente che lo opposero a Giuliano Didio. Si scontrò con Settimio Severo che aveva ottenuto il riconoscimento del Senato e fu battuto e ucciso nel 194. | ||
+ | == Giulio Didio (193) == | ||
+ | Marco Severo Giuliano Didio (133 – 1.6.193), alla morte di Pertinace nel 193 fu eletto imperatore dai pretoriani che aveva corrotto. Fu ucciso nello stesso anno dopo soli 66 giorni di regno. | ||
+ | == Clodio Albino (193 – 197) == | ||
+ | Decimo Settimo Clodio Albino (? – 19.2.197), militare, fu acclamato imperatore dalle truppe della Britannia nel 193, alla morte di Pertinace. Dapprima si accordò con Settimio Severo, ma poi da questo fu sconfitto e ucciso nel 197. | ||
+ | == Settimio Severo (193 – 211) == | ||
+ | Lucio Settimio Severo (146 – 211), fu acclamato imperatore dalle sue truppe nel 193, alla morte di Pertinace ed in lotta con Pescennio Nigro, Giuliano Didio e Clodio Albino. Morto Giuliano Didio, sconfisse Pescennio Nigro nel 194 e, dopo un accordo iniziale, Clodio Albino nel 197. Rimasto unico imperatore, fu abbastanza tollerante in campo religioso, fece alcune riforme nell’esercito e allargò le competenze del prefetto del Pretorio. Alla sua morte nel 211 gli succedettero i figli Geta e Caracalla. | ||
+ | == Geta (211 – 212) == | ||
+ | Lucio Settimio Geta (189 – 212) successe al padre Settimio Severo nel 211 insieme al fratello Caracalla che lo fece uccidere nel 212. |
Revisione 15:10, 5 Lug 2006
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Ottaviano (27 a.C. - 14 d.C)
Caio Giulio Cesare Ottaviano (Roma, 3.9.63 a.C. - Nola, 18.8.14 d.C.) nel 27 a.C. ricevette il titolo di Augusto ed in pratica diventò il primo imperatore di Roma.
Alla sua morte nel 14 d.C., dopo un lunghissimo regno, gli succedette il figliastro Tiberio.
Tiberio (14 - 37)
Claudio Tiberio Nerone (Roma, 16.11.42 a.C. - Miseno, 16.3.37 d.C.) succedette ad Augusto nel 14 d.C.. Ottimo generale, Tiberio si era distinto nelle campagne di Gallia, Pannonia e Gemania.
immagine scaricata da
Cercò di consolidare il potere imperiale.
Alla sua morte, nel 37, gli succedette Caligola.
Caligola (37 - 41)
Caio Giulio Cesare Germanico detto Caligola (31.8.12 d.C. - 24.1.41 d.C.) succedette a Tiberio nel 37.
Rafforzò il potere imperiale a danno di quello senatoriale (nominò senatore il suo cavallo Incitato); aumentò la pressione fiscale.
Fu ucciso da Cherea Cassio a seguito di una congiura nel 41. Gli succedette suo zio Claudio.
Claudio (41 - 54)
Tiberio Claudio Druso Nerone Germanico (Lione, 10 a.C. - Roma, 54 d.C.) succedette a Caligola nel 41. Curò l'amministrazione statale, restaurò le tradizione nel culto e nei costumi, restaurà l'autorità del Senato.
Fu avvelenato con un fungo dalla moglie Agrippina nel 54 e gli succedette Nerone.
Nerone (54 - 68)
Lucio Domizio Nerone (Anzio 38 - Roma 9.6.68) succedette a Claudio nel 54.
Alleggerì il prelievo fiscale e fu molto munifico con la plebe che lo amava.
Accusato nel 66 di aver incendiato Roma, incolpò i cristiani che fece perseguitare.
Si fece uccidere dal suo liberto Epafrodito quando nel 68 fu vittima di una congiura. Gli successe Galba.
Galba (68-69)
Servio Sulpicio Galba (4 a.C. – 15.1.69 d.C.), militare, succedette a Nerone nel 68. Tentò di restaurare l’autorità senatoria. Fu ucciso dai pretoriani nel 69. Gli succedettero Otone, nominato dai pretoriani, e Vitellio, eletto dalle truppe germaniche.
Otone (69)
Marco Salvio Otone (Roma 32 d.C. – Roma 69) fu eletto imperatore dai pretoriani in contrapposizione a Galba ucciso nel 69. Fu affrontato e sconfitto da Vitellio, eletto dalle truppe germaniche. Si tolse la vita in seguito alla sconfitta.
Vitellio (69)
Aulo Vitellio (24.9.15 d.C. – 20.12.69 d.C.) fu eletto imperatore dalle truppe germaniche nel 69 in contrapposizione prima a Galba e poi a Otone. Sconfitto e suicidatosi Otone, rimase da solo al potere. Fu poi sconfitto da Vespasiano, che salì al trono al suo posto nel 69
Vespasiano (69 - 79)
Tito Flavio Vespasiano (17.11.9 d.C. – 24.6.79), militare, ottenne il riconoscimento del senato il 22.12.69, dopo che ebbe sconfitto Vitellio. Rafforzò il potere imperiale, rispettò i privilegi del Senato, riorganizzò l’esercito, la giustizia e la difesa dei confini. Aumentò la pressione fiscale.
Nel 79 gli succedette il figlio Tito.
Tito (79 - 81)
Flavio Vespasiano Tito (30.12.39 – 13.9.81) successe al padre Vespasiano nel 79. Rispettoso del Senato, promosse grandi opere edilizie. Fu detto “delizia del genere umano”.
Nel 81 gli succedette il fratello Domiziano.
Domiziano (81 - 96)
Tito Flavio Domiziano (24.11.51 – 18.9.96) successe nel 81 al fratello Tito.
Rafforzò i confini, accentrò il potere, tentò la moralizzazione pubblica e privata, avversò le religioni orientali, represse l’opposizione senatoria. Vittima di una congiura, alla morte gli fu decretata la “damnatio memoriae”.
Gli succedette Nerva nel 96.
Nerva (96 - 98)
Marco Cocceio Nerva (Narni 30 ca – Roma 98) succedette a Domiziano nel 96 su designazione dei senatori. Il suo breve regno fu improntato da saggezza e buoni provvedimenti. Nel 98 gli succedette il figlio adottivo Traiano.
Traiano (98 – 117)
Marco Ulpio Traiano (53 – 117), militare, fu adottato da Nerva cui succedette nel 98. Iberico, fu il primo imperatore di origine provinciale. Curò l’amministrazione interna, promosse vasti lavori pubblici e rafforzò le frontiere. Con lui l’impero raggiunse la massima espansione territoriale.
Nel 117 gli succedette Adriano.
Adriano (117 – 138)
Publio Elio Adriano (24.1.76 – 10.7.138) successe al cugino Traiano nel 117. Si preoccupò di mantenere la pace e consolidare i confini. Operò riforme fiscali, finanziarie e giudiziarie.
Nel 138 gli succedette Antonino Pio, suo figlio adottivo.
Antonino Pio (138 - 161)
Tito Elio Antonio Pio (19.6.86 – 7.3.161) succede ad Adriano nel 138. Fu ligio alla religione ed agli antichi riti. Operò per consolidare i confini.
Nel 161 gli succedettero Marco Aurelio e Lucio Aurelio Vero.
Vero (161 – 169)
Lucio Aurelio Vero (15.12.130 – 169) succede nel 161 ad Antonino Pio insieme con il fratello d’adozione Marco Aurelio. Morì mentre ritornava da una campagna contro i Marcomanni e lasciò al potere il solo Marco Aurelio.
Marco Aurelio (161 – 180)
Marco Aurelio Antonino (26.4.121 – 17.3.180) fu adottato da Antonino Pio cui succedette nel 161, dividendo l’impero prima con il fratello d’adozione Lucio Vero, poi con il figlio Commodo. Rinsaldò i confini. Gli successe il figlio Commodo nel 180.
Commodo (180 – 192)
Marco Aurelio Commodo (31.8.161 – 31.12.192) succedette al padre Marco Aurelio nel 180. Istaurò un regime di corruzione e di terrore. Morì strangolato dall’atleta Narcisso nel 192. Gli succedette Pertinace.
Pertinace (192 – 193)
Publio Elvio Pertinace (126 – 28.3.193), prefectus urbis, fu acclamato imperatore dai pretoriani alla morte di Commodo (31.12.192). Fu poi ucciso nel 193, dopo soli 3 mesi, dagli stessi pretoriani ai quali non piaceva le deferenze da lui riservate al Senato. Alla sua morte si scatenò una lotta per la successione tra Giuliano Didio (eletto dai pretoriani), Clodio Albino (acclamato dalle truppe britanniche), Pescennio Nigro (acclamato dalle legioni d’Oriente) e Settimio Severo (riconosciuto dal Senato).
Pescennio Nigro (193 – 194)
Caio Pescennio Nigro (ca 140 – 194), militare, nel 193, alla morte di Pertinace, fu riconosciuto imperatore dalle legioni d’Oriente che lo opposero a Giuliano Didio. Si scontrò con Settimio Severo che aveva ottenuto il riconoscimento del Senato e fu battuto e ucciso nel 194.
Giulio Didio (193)
Marco Severo Giuliano Didio (133 – 1.6.193), alla morte di Pertinace nel 193 fu eletto imperatore dai pretoriani che aveva corrotto. Fu ucciso nello stesso anno dopo soli 66 giorni di regno.
Clodio Albino (193 – 197)
Decimo Settimo Clodio Albino (? – 19.2.197), militare, fu acclamato imperatore dalle truppe della Britannia nel 193, alla morte di Pertinace. Dapprima si accordò con Settimio Severo, ma poi da questo fu sconfitto e ucciso nel 197.
Settimio Severo (193 – 211)
Lucio Settimio Severo (146 – 211), fu acclamato imperatore dalle sue truppe nel 193, alla morte di Pertinace ed in lotta con Pescennio Nigro, Giuliano Didio e Clodio Albino. Morto Giuliano Didio, sconfisse Pescennio Nigro nel 194 e, dopo un accordo iniziale, Clodio Albino nel 197. Rimasto unico imperatore, fu abbastanza tollerante in campo religioso, fece alcune riforme nell’esercito e allargò le competenze del prefetto del Pretorio. Alla sua morte nel 211 gli succedettero i figli Geta e Caracalla.
Geta (211 – 212)
Lucio Settimio Geta (189 – 212) successe al padre Settimio Severo nel 211 insieme al fratello Caracalla che lo fece uccidere nel 212.