Ascoltando Guccini
Da Pklab.
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'''''"Eppure il mondo continua e va avanti<br /> con noi o senza e ogni cosa si crea <br />su ciò che muore e ogni nuova idea <br />su vecchie idee e ogni gioia sui pianti".'''''<br /> | '''''"Eppure il mondo continua e va avanti<br /> con noi o senza e ogni cosa si crea <br />su ciò che muore e ogni nuova idea <br />su vecchie idee e ogni gioia sui pianti".'''''<br /> | ||
- | Vorrei iniziare questa breve esposizione su quello che ritengo uno dei cantautori più preparati in circolazione, Francesco Guccini, con una sua quartina, tratta da una canzone dell’LP che forse più fa pensare: Stanze di vita quotidiana. Quando Guccini scriveva queste canzoni (settembre 72-agosto 73), si viveva un periodo di stanchezza e, forse, di delusione, il cosiddetto autunno caldo era trascorso senza portare quasi niente di buono, la "rivoluzione" era finita ed il mondo continuava a vivere normalmente. Ed ecco il nostro cantautore che si fa interprete dello stato d'animo della gente come già aveva fatto in passato e come farà pure in seguito; eppure Guccini non è un portavoce del popolo, ma ha una tecnica nuova di comporre canzoni ed infatti abbina i sentimenti e le vicende sue con quelle degli altri in modo che l e cose che scrive sono fatti della sua vita che possono interessare gli altri o fatti altrui che lo interessano. La vita di questo cantautore è ormai risaputa, mi limiterò a qualche breve cenno. E' nato a Pavana, dove attualmente ha una casa, un paesino sull'Appennino tosco-emiliano, ha trascorso l'infanzia con i nonni, magari vicino al camino, ad ascoltare storie e favole, a leggere giornaletti e libri. Di questa sua vita infantile, c'è traccia in molte sue canzoni, in "'''Canzone delle situazioni differenti'''" (scoprivo gli U.S.A. e rari giornaletti), in "Americo" (Gunga Din e Ringo, Forte Apache). Da giovane formò un complesso, lavorò con i Nomadi e l'Equipe 84 subendo senz'altro l'influenza di Bob Dylan … intanto ha fatto il militare"ha frequentato il magistrale e l'Università senza però laurearsi, Nel 1968 incide il suo primo album, '''Francesco Folk Beat N.1'''. Questo doveva essere il primo di tutta una serie, ma fu destinato ad essere l'unico. Esaminiamolo brevemente. I testi sono di Toni Verona. | + | Vorrei iniziare questa breve esposizione su quello che ritengo uno dei cantautori più preparati in circolazione, Francesco Guccini, con una sua quartina, tratta da una canzone dell’LP che forse più fa pensare: Stanze di vita quotidiana. Quando Guccini scriveva queste canzoni (settembre 72-agosto 73), si viveva un periodo di stanchezza e, forse, di delusione, il cosiddetto autunno caldo era trascorso senza portare quasi niente di buono, la "rivoluzione" era finita ed il mondo continuava a vivere normalmente. Ed ecco il nostro cantautore che si fa interprete dello stato d'animo della gente come già aveva fatto in passato e come farà pure in seguito; eppure Guccini non è un portavoce del popolo, ma ha una tecnica nuova di comporre canzoni ed infatti abbina i sentimenti e le vicende sue con quelle degli altri in modo che l e cose che scrive sono fatti della sua vita che possono interessare gli altri o fatti altrui che lo interessano. La vita di questo cantautore è ormai risaputa, mi limiterò a qualche breve cenno. E' nato a Pavana, dove attualmente ha una casa, un paesino sull'Appennino tosco-emiliano, ha trascorso l'infanzia con i nonni, magari vicino al camino, ad ascoltare storie e favole, a leggere giornaletti e libri. Di questa sua vita infantile, c'è traccia in molte sue canzoni, in "'''Canzone delle situazioni differenti'''" (scoprivo gli U.S.A. e rari giornaletti), in "Americo" (Gunga Din e Ringo, Forte Apache). Da giovane formò un complesso, lavorò con i Nomadi e l'Equipe 84 subendo senz'altro l'influenza di Bob Dylan … intanto ha fatto il militare"ha frequentato il magistrale e l'Università senza però laurearsi, Nel 1968 incide il suo primo album, '''Francesco Folk Beat N.1'''. Questo doveva essere il primo di tutta una serie, ma fu destinato ad essere l'unico. Esaminiamolo brevemente. I testi sono di Toni Verona.<br /> |
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+ | '''"NOI NON CI SAREMO"''' è la prima canzone e sembra essere una canzone presagio, la speranza che questo mondo (era il sessantotto) finisca e che sulle sue macerie sorga il mondo nuovo che tutti desiderano. Ascoltando questa canzone, il pensiero si porta subito ad una canzone dell'album Americo, cioè "MONDO NUOVO". Ma in quest'ultimo caso si avverte chiaramente che il cambiamento è diverso, non ci sarà più distruzione e rovina, ma il semplice avvicendamento tra una civiltà ormai logora e stanca, che ha fatto il suo tempo, la nostra, con quella delle “Schede '''cifrate e dei computers"''', una nuova realtà che ancora non conosciamo bene, ma la cui strada è stata già aperta. | ||
+ | "L'ATOMICA CINESE" si commenta da sola e, insieme a “CANZONE DEL BIMBO NEL VENTO, è emblematica di un nuovo impegno politico, un impegno che non possiamo inquadrare sotto nessuna bandiera, ma, piuttosto, come impegno di cittadino.<br /> | ||
+ | '''"IL SOCIALE E L’ANTISOCIALE"''' sono lo specchio di due modi differenti di vivere; c'è il tipo che vive la sua vita annoiato da tutte le cose che vede fare e che non lo turbano per niente, in pieno contrasto con la cosiddetta gente normale, vestita bene, “i moralisti e quelli che vestono da parata”; invece l'altro tipo, il sociale, ipocrita e disposto a tutto pur di far bella figura, cerca di fare le cose che piacciono alla gente. Eppure anche il sociale diventa antisociale "a tarda notte lungo i via1i". Forse sono i due volti di Guccini, e questa differenza di comportamento, la totale diversità tra la vita del giorno e quella della notte è posta in maggiore evidenza in “Canzone delle situazioni differenti” con una espressione molto colorita:<br /> | ||
+ | '''“Di giorno bevo l’acqua e faccio il saggio'''<br />'''per questo solo a notte ho quattro soldi di messaggio”'''.<br /> | ||
+ | Che poi Guccini preferisca la notte per cantare o per vivere è facile capirlo un po' da tutte le sue canzoni e specialmente da Canzone di notte, e sia la numero uno sia la due.<br /> | ||
+ | Dopo questo album il nostro cantautore rimane in silenzio per circa due anni, ma in questo periodo prepara un nuovo LP, “'''FRANCESCO DUE ANNI DOPO'''”. La copertina è molto bella, ritrae Guccini su un viale in atteggiamento pensieroso. In questo album comincia a stagliarsi precisa la figura del cantautore ed il suo mondo: l "ubriaco”, la noia, il vino, le notti.<br /> | ||
+ | Ne “'''L’ubriaco'''”, le parole, scelte con cura, danno una visione di quella che può essere un'osteria, magari sporca, con il camino, quasi isolata dal resto del mondo e compare un animale che sembra essere abbastanza caro a Guccini: il gatto. Ma chi sarà l'ubriaco? Uno dei tanti che affollano le osterie e che ispira questa canzone oppure è 1o stesso cantautore che si immagina vecchio e ricorda i bei tempi andati? Questa seconda ipotesi mi piace di più.<br /> | ||
+ | A convalidare questa tesi ci sono altre canzoni, tipo “'''L’Albero ed io'''”, in cui il cantautore pensa alla sua morte o “'''Due anni dopo'''”, in cui l'immagine dell'inverno svela una improvvisa stanchezza. Nel dubbio ascoltiamo la canzone che è davvero carina. Molto simpatica è pure “'''Il compleanno'''”, una canzone realistica che rappresenta un delizioso quadretto di una ragazza che compie gli anni e del1a sua tristezza nel giorno che avrebbe dovuto renderla più felice al meno per l'impegno profuso nel1a preparazione della festa. Ma quante volte ci capitano queste cose? Quante giornate finiscono prima di cominciare?<br /> | ||
+ | “'''Per quando è tardi'''” è da collegarsi sia a “L’Ubriaco” sia alle successive “'''Canzoni di notte'''” in una girandola di figure e sensazioni: gli ubriachi, il vino, la noia, la notte, le delusioni. Non c'è ancora un personaggio ben definito, ma in seguito lo troveremo in una situazione analoga ed è “Il Frate”. | ||
+ | Questo personaggio dà il titolo ad una canzone del successivo album: “'''L'ISOLA NON TROVATA'''”. | ||
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+ | '''I PARTE''' | ||
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Revisione 07:04, 16 Mag 2011
ASCOLTANDO FRANCESCO GUCCINI
Quando tempo è passato … Almeno trenta anni da quando Carlo mi chiese di scrivere qualcosa su Francesco Guccini. Non ricordo perché mi chiese quell’articoletto, forse doveva servire per un giornalino scolastico o locale, e neppure mi ricordo se poi fu davvero utilizzato, se ebbe successo, se piacque a qualcuno.
Chi si ricordava più di quello scritto … qualche giorno fa davo un’occhiata alle carte presenti in casa di mia mamma. Quanti ricordi … la mia povera mamma conservava tutto … anche quegli scritti ormai inutili e superati, compreso il biglietto che accompagnava tale scritto.
Ecco lo scritto integrale … parodiando il titolo di una canzone di questo grande cantautore … trent’anni dopo …. ancora attuale …
Caro Carlo, spero che questa prima parte vada bene, il resto te lo manderò domani o domani l’altro.
Se non va bene, basta che mi scrivi ed io cercherò di fare diversamente.
Io sto bene e così spero anche di voi.
Salutami tutti
FRANCESCO GUCCINI
"Eppure il mondo continua e va avanti
con noi o senza e ogni cosa si crea
su ciò che muore e ogni nuova idea
su vecchie idee e ogni gioia sui pianti".
Vorrei iniziare questa breve esposizione su quello che ritengo uno dei cantautori più preparati in circolazione, Francesco Guccini, con una sua quartina, tratta da una canzone dell’LP che forse più fa pensare: Stanze di vita quotidiana. Quando Guccini scriveva queste canzoni (settembre 72-agosto 73), si viveva un periodo di stanchezza e, forse, di delusione, il cosiddetto autunno caldo era trascorso senza portare quasi niente di buono, la "rivoluzione" era finita ed il mondo continuava a vivere normalmente. Ed ecco il nostro cantautore che si fa interprete dello stato d'animo della gente come già aveva fatto in passato e come farà pure in seguito; eppure Guccini non è un portavoce del popolo, ma ha una tecnica nuova di comporre canzoni ed infatti abbina i sentimenti e le vicende sue con quelle degli altri in modo che l e cose che scrive sono fatti della sua vita che possono interessare gli altri o fatti altrui che lo interessano. La vita di questo cantautore è ormai risaputa, mi limiterò a qualche breve cenno. E' nato a Pavana, dove attualmente ha una casa, un paesino sull'Appennino tosco-emiliano, ha trascorso l'infanzia con i nonni, magari vicino al camino, ad ascoltare storie e favole, a leggere giornaletti e libri. Di questa sua vita infantile, c'è traccia in molte sue canzoni, in "Canzone delle situazioni differenti" (scoprivo gli U.S.A. e rari giornaletti), in "Americo" (Gunga Din e Ringo, Forte Apache). Da giovane formò un complesso, lavorò con i Nomadi e l'Equipe 84 subendo senz'altro l'influenza di Bob Dylan … intanto ha fatto il militare"ha frequentato il magistrale e l'Università senza però laurearsi, Nel 1968 incide il suo primo album, Francesco Folk Beat N.1. Questo doveva essere il primo di tutta una serie, ma fu destinato ad essere l'unico. Esaminiamolo brevemente. I testi sono di Toni Verona.
"NOI NON CI SAREMO" è la prima canzone e sembra essere una canzone presagio, la speranza che questo mondo (era il sessantotto) finisca e che sulle sue macerie sorga il mondo nuovo che tutti desiderano. Ascoltando questa canzone, il pensiero si porta subito ad una canzone dell'album Americo, cioè "MONDO NUOVO". Ma in quest'ultimo caso si avverte chiaramente che il cambiamento è diverso, non ci sarà più distruzione e rovina, ma il semplice avvicendamento tra una civiltà ormai logora e stanca, che ha fatto il suo tempo, la nostra, con quella delle “Schede cifrate e dei computers", una nuova realtà che ancora non conosciamo bene, ma la cui strada è stata già aperta.
"L'ATOMICA CINESE" si commenta da sola e, insieme a “CANZONE DEL BIMBO NEL VENTO, è emblematica di un nuovo impegno politico, un impegno che non possiamo inquadrare sotto nessuna bandiera, ma, piuttosto, come impegno di cittadino.
"IL SOCIALE E L’ANTISOCIALE" sono lo specchio di due modi differenti di vivere; c'è il tipo che vive la sua vita annoiato da tutte le cose che vede fare e che non lo turbano per niente, in pieno contrasto con la cosiddetta gente normale, vestita bene, “i moralisti e quelli che vestono da parata”; invece l'altro tipo, il sociale, ipocrita e disposto a tutto pur di far bella figura, cerca di fare le cose che piacciono alla gente. Eppure anche il sociale diventa antisociale "a tarda notte lungo i via1i". Forse sono i due volti di Guccini, e questa differenza di comportamento, la totale diversità tra la vita del giorno e quella della notte è posta in maggiore evidenza in “Canzone delle situazioni differenti” con una espressione molto colorita:
“Di giorno bevo l’acqua e faccio il saggio
per questo solo a notte ho quattro soldi di messaggio”.
Che poi Guccini preferisca la notte per cantare o per vivere è facile capirlo un po' da tutte le sue canzoni e specialmente da Canzone di notte, e sia la numero uno sia la due.
Dopo questo album il nostro cantautore rimane in silenzio per circa due anni, ma in questo periodo prepara un nuovo LP, “FRANCESCO DUE ANNI DOPO”. La copertina è molto bella, ritrae Guccini su un viale in atteggiamento pensieroso. In questo album comincia a stagliarsi precisa la figura del cantautore ed il suo mondo: l "ubriaco”, la noia, il vino, le notti.
Ne “L’ubriaco”, le parole, scelte con cura, danno una visione di quella che può essere un'osteria, magari sporca, con il camino, quasi isolata dal resto del mondo e compare un animale che sembra essere abbastanza caro a Guccini: il gatto. Ma chi sarà l'ubriaco? Uno dei tanti che affollano le osterie e che ispira questa canzone oppure è 1o stesso cantautore che si immagina vecchio e ricorda i bei tempi andati? Questa seconda ipotesi mi piace di più.
A convalidare questa tesi ci sono altre canzoni, tipo “L’Albero ed io”, in cui il cantautore pensa alla sua morte o “Due anni dopo”, in cui l'immagine dell'inverno svela una improvvisa stanchezza. Nel dubbio ascoltiamo la canzone che è davvero carina. Molto simpatica è pure “Il compleanno”, una canzone realistica che rappresenta un delizioso quadretto di una ragazza che compie gli anni e del1a sua tristezza nel giorno che avrebbe dovuto renderla più felice al meno per l'impegno profuso nel1a preparazione della festa. Ma quante volte ci capitano queste cose? Quante giornate finiscono prima di cominciare?
“Per quando è tardi” è da collegarsi sia a “L’Ubriaco” sia alle successive “Canzoni di notte” in una girandola di figure e sensazioni: gli ubriachi, il vino, la noia, la notte, le delusioni. Non c'è ancora un personaggio ben definito, ma in seguito lo troveremo in una situazione analoga ed è “Il Frate”.
Questo personaggio dà il titolo ad una canzone del successivo album: “L'ISOLA NON TROVATA”.
I PARTE
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