Fenestella
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Della sua opera, Fenestella compose un’epitome in due libri. A dimostrazione del valore dell’opera, bisogna dire che entrambe le versioni ebbero notevole fortuna. I pochi frammenti che ci sono pervenuti (una trentina) riportano, però, più che notizie storiche, informazioni su svariati argomenti, questioni storico-letterarie, linguistiche, sulla vita quotidiana, sulle feste, sull’agricoltura e istituzioni giuridiche.<br /> | Della sua opera, Fenestella compose un’epitome in due libri. A dimostrazione del valore dell’opera, bisogna dire che entrambe le versioni ebbero notevole fortuna. I pochi frammenti che ci sono pervenuti (una trentina) riportano, però, più che notizie storiche, informazioni su svariati argomenti, questioni storico-letterarie, linguistiche, sulla vita quotidiana, sulle feste, sull’agricoltura e istituzioni giuridiche.<br /> | ||
A causa di questi svariati interessi, piuttosto che uno storico, forse sarebbe più giusto, considerare Fenestella un erudito, come già faceva Seneca, che lo associava alla categoria dei '''philologi''', appunto degli eruditi.<br /> | A causa di questi svariati interessi, piuttosto che uno storico, forse sarebbe più giusto, considerare Fenestella un erudito, come già faceva Seneca, che lo associava alla categoria dei '''philologi''', appunto degli eruditi.<br /> |
Revisione 14:18, 22 Gen 2007
FENESTELLA (I sec. a.C. – I sec d.C.)
La vita
Poche sono le notizie che abbiamo su Fenestella, storico dell’epoca repubblicana. Egli visse a cavallo tra il I secolo a:c. ed il I secolo d.C.. Secondo Girolamo, Fenestella, oltre che storico, fu anche poeta e morì settantenne nel 19 a.C.. Secondo Plinio, invece, Fenestella morì negli ultimi anni di Tiberio, cioè nel 35 o 36. Per gli storici l’informazione fornitaci da Plinio sembra più attentibile.
Le opere
Per quanto riguarda le opere di Fenestella, sappiamo che scrisse 22 libri di “Annales” che partivano dai primi anni delle origini di Roma e probabilmente si concludevano negli ultimi anni della Repubblica.
Della sua opera, Fenestella compose un’epitome in due libri. A dimostrazione del valore dell’opera, bisogna dire che entrambe le versioni ebbero notevole fortuna. I pochi frammenti che ci sono pervenuti (una trentina) riportano, però, più che notizie storiche, informazioni su svariati argomenti, questioni storico-letterarie, linguistiche, sulla vita quotidiana, sulle feste, sull’agricoltura e istituzioni giuridiche.
A causa di questi svariati interessi, piuttosto che uno storico, forse sarebbe più giusto, considerare Fenestella un erudito, come già faceva Seneca, che lo associava alla categoria dei philologi, appunto degli eruditi.
Fenestella fu fonte di Plinio, Plutarco e Svetonio.
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