Tanaquilla
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TANAQUILLA
un’etrusca sul trono di Roma
La nobile Tanaquilla è l’esempio più chiaro dell’emancipazione, del prestigio e dell’elevazione socio-culturale della donna etrusca. Non si è lontani dalla verità se si afferma che nessuna donna dell’epoca (e in ogni parte del mondo) ha influito nelle vicende dell’umanità come Tanaquilla.
Prima di parlare di questo straordinario personaggio, occorre precisare che Tanaquilla è realmente esistita, anche se la sua figura è circondata da un alone di leggenda.
Tanaquilla (in etrusco arcaico Thanachvil, nella forma più recente Thanchvil) nasce a Tarquinia, una delle principali città etrusche, verso la metà del VII secolo a.C. da una nobile famiglia. Andò in sposa a Lucumone, figlio di Demarato, un nobile e ricco cittadino di Corinto, espulso dalla città natale nel 657 a.C. per motivi politici. Nonostante tutto, però, a Tarquinia la condizione di straniero non permetteva al giovane di aspirare alle cariche cui avrebbe potuto accedere per lignaggio e ricchezze. La fiera e volitiva Tanaquilla, peraltro, mal sopportava questo stato di cose e avrebbe voluto per il marito una prestigiosa carriera anche per non essere inferiore a nessuna delle sue concittadine.
La nobildonna etrusca cercò allora di raggiungere il potere ed il prestigio percorrendo l’unica via possibile: lasciare la patria e raggiungere una città dove la condizione di straniero non fosse un impedimento per la carriera politica. Convinse allora Lucumone a cercare fortuna e gloria a Roma, città abbastanza giovane dove gli abitanti erano l’unione di popoli diversi (latini e sabini) e dove già si era avuto un re straniero (Numa Pompilio). Lasciata Tarquinia, Tanaquilla ed il marito raggiungono Roma a bordo di un carro carico di ricchezze; qui Lucumone da un taglio netto al passato cambiando anche il nome (si farà chiamare Lucio Tarquinio) ed alla morte di Anco Marzio brigherà al punto da farsi eleggere re di Roma e passerà alla storia con il nome di Lucio Tarquinio Prisco.
Probabilmente Tarquinio Prisco giunse Roma alla testa di un forte esercito e conquistò la città eterna, ma non è di questo che si vuole parlare.
Seguiremo le vicende rifacendoci alla tradizione storiografica romana la grande capacità decisionale della donna e la sua risolutezza.
I due giungono alle porte di Roma … si fermano per scrutare il futuro nel cielo.
All’improvviso un’aquila piomba su di loro, toglie il berretto dalla testa di Tarquinio e ritorna nel cielo. Dopo alcuni volteggi, il rapace rimette il copricapo sulla testa del giovane e vola via definitivamente.
Tarquinio è intimorito dal prodigio, ma per Tanaquilla, che come tutti gli etruschi era esperta di arti divinatorie e di segnali divini, tutto è chiaro: un grande futuro li attende: Tarquinio diventerà re di Roma. La donna abbraccia il marito e gli rivela ciò che gli dei hanno voluto manifestato.
Tanaquilla, poi, sarà ancora l’artefice dei destini di Roma. Sarà lei che farà adottare il piccolo Servio Tullio del quale interpreta il destino ed a cui darà in sposa una delle proprie figlie.
Dopo questo, sembra cadere in un oblio dal quale ne uscirà fuori più di trent’anni dopo, alla morte del marito, assassinato dai figli di Anco Marzio.
All’epoca Tanaquilla, che dovrebbe aver avuto circa 60 anni, prende in mano la situazione dimostrando una padronanza di nervi ed una freddezza impensabile. Fa trasportare dentro casa il marito morente e per nascondere quel che stava avvenendo, fa chiudere la reggia ed allontana i curiosi. Poi consiglia Servio Tullio sul da farsi e lo sostiene; intanto arringa la folla e la convince a starsene buona. Riuscirà, così, ad assicurare il trono al giovane Servio Tullio, dopo aver nascosto al popolo la morte del sovrano ed averlo preparato ad accettare il nuovo re.
Era il 579 a.C. … dopo questa azione, Tanaquilla lascia la Storia per entrare nella leggenda.