De interpellatione et de seditione
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- | '''DE INTERPELLATIONE ET DE SEDITIONE''' | ||
- | Città del sole, 11.8.2001 | ||
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- | Il vertice dei paesi più ricchi della Terra si è concluso da circa 20 giorni, ma non si sono ancora concluse le polemiche che lo hanno preceduto, accompagnato e seguito. La cronaca è ben nota perché per giorni interi telegiornali e giornali ci hanno letteralmente subissato di notizie, in altre parole ci hanno fatto due palle tipo mongolfiera. Per chi saggiamente fosse riuscito ad evitare i vari notiziari diciamo solo che durante il vertice, detto dei G8, cioè degli otto grandi (anzi dei sette più uno), ci sono state manifestazioni, devastazioni e saccheggi da parte di persone che volevano esprimere il loro dissenso da quel vertice, e c’è stata una reazione da parte delle forze dell’ordine che ha portato ad arresti, feriti ed anche un morto … il tutto (vertice e manifestazioni) non è avvenuto nel civilissimo Katonga, ma in Italia.. | ||
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- | Ora si discute, anzi si sta continuando a discutere sulle colpe, sulle responsabilità, sulle omissioni, sugli abusi, su questo e su quello e naturalmente, essendo in Italia, subito una bella commissione (d’indagine e non d’inchiesta, sia chiaro, anche se ritengo che il gettone sia lo stesso). | ||
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- | E noi che vogliamo dire al proposito? Che ce ne sbattiamo? In effetti, a noi non ce ne frega un bel niente di G8 e anti G8, di tute bianche, tute blu o rosse, di blocchi bianchi, neri o a colori, ma, poiché fa caldo e non abbiamo niente da fare … parliamone pure. Per la cronaca i sette grandi della Terra (USA, Giappone, Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna e Canada) più la Russia (in pratica, come è stato argutamente detto, sette grassi più un magro) si riuniscono periodicamente per discutere di vari problemi che, essendo essi i più potenti, finiscono per toccare anche il resto del mondo. Ora, come sempre, c’è chi è d’accordo e chi non è d’accordo, chi è contrario e chi è favorevole, c’è anche chi se ne sbatte altamente, senza dimenticare, in ogni caso, che c’è sempre una parte di gente che in ogni caso è contrario a tutto. Coloro che contestavano il G8 sostenevano, e sostengono, che il G8 non può arrogarsi il diritto di decidere per il resto del mondo … e fin qui non ci sarebbe niente da dire. Il fatto è che a loro volta essi si arrogano il diritto di rappresentare il resto del mondo non rappresentato al G8 …. E qui qualcosa da dire ci sarebbe. Possono essi, che negano al G8 il diritto di decidere per tutti, decidere a loro volta per tutti? In poche parole possono i contestatori del G8 ritenersi rappresentanti del miliardo e mezzo di cinesi? O del miliardo di indiani. Non credo! Non mi risulta, infatti, che cinesi ed indiani, indonesiani, nigeriani o altri abbiamo chiamato queste persone e abbiano detto loro: '''“Andate a manifestare il nostro dissenso! Vedete un po’ quello che si può fare … Noi abbiamo un poco da fare, ma vi diamo la delega ed approviamo il vostro operato fin da ora! Poi, magari, ci fate sapere come sono andate le cose!”'''<br /> | ||
- | Non credo proprio! | ||
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- | I capi del G8, invece, sono stati liberamente eletti dai cittadini dei loro paesi e li rappresentano almeno fino a quando nuove elezioni non li manderanno eventualmente a casa, a differenza dei contestatori (che si chiamino “popolo di questo”, “popolo di quest’altro”, anti questo, pro quest’altro e via di seguito) che non sono stati eletti da nessuno e nessuno rappresentano, eccetto se stessi. Nessuno ha dato loro deleghe o incarichi e neppure possono giustificare le loro azioni adducendo il pretesto di agire a favore dei popoli poveri e sottosviluppati. Non possono … sarebbe come se il democratico Giappone si riarmasse e muovesse guerra ad un qualsiasi paese arabo perché non permette la libertà religiosa o alla Cina perché non permette libertà di manifestazione. Di conseguenza appare chiaro che le loro manifestazioni sono finalizzate a sostenere le proprie idee che sono rispettabili quanto lo sono quelle dei capi dei G8 e quanto quelle di chi non gliene frega niente di G8 e anti G8 … non si devono, però, nascondere dietro a nessuno. Abbiano il coraggio di affermare chiaramente che vogliono cambiare un ordine di cose che a loro non sta bene e che perseguiranno il loro obiettivo, magari sostituendosi, quando sarà loro possibile, ai rappresentanti delle nazioni (ricche o povere che siano); abbiano il coraggio di dire che vogliono affermare le loro idee … e basta! | ||
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- | Detto questo sulla rappresentatività delle parti in campo, diciamo subito che ognuno ha diritto di manifestare il proprio pensiero e di portare avanti i propri programmi e le proprie idee. I modi sono sempre gli stessi da tempo immemore: pacificamente, coinvolgendo cioè altre persone fino al punto da andare al governo, o mandarvi persone che propugnano le nostre idee ed hanno i nostri stessi ideali, e quindi indirizzare la vita della nazione, oppure con la violenza, cioè con la rivoluzione, il colpo di Stato, la guerra. Non mi interessa molto sapere quale sia da condividere, considerando che uno richiede molto tempo, forse non basta una vita, l’altro è raccapricciante per il sangue e la morte che comporta. L’importante, a mio avviso, è avere il coraggio delle proprie azioni, di non voler stare con un piede in due scarpe, insomma alla guerra si va per fare la guerra. | ||
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- | Chi mi conosce sa che un tempo Bakunin mi teneva sulle ginocchia e miei compagni di giochi erano Gori e Merlino. Erano i tempi in cui il M.A.O. non era stato ancora sconfitto ed io ero ancora convinto di poter cambiare il mondo e nel mio orto crescevano i crisantemi più belli. Era la mia guerra contro il sistema e contro il mondo, i tempi in cui non avevo un Dio, non avevo famiglia, non avevo religioni … era la guerra santa di chi era stato sempre sconfitto. Ho saputo che qualcuno del MAO non si è voluto arrendere e continua la lotta come un novello Spartacus in attesa della crocifissione. Avessi ancora la forza ed il coraggio riprenderei la lotta … o forse no … forse in ogni caso resterei a guardare. Ormai non ci sono più gli anarchici di una volta, non c’è Merlino e non c’è Malatesta, non c’è Bresci e non c’è Piloro … ma non c’è più neppure Bava Beccaris né Di Rudinì. Ci dobbiamo contentare di quello che passa il convento di questi anni, tutto sommato mediocri, che producono elementi mediocri, dei quali, come dicono a Napoli “’o meglio ‘o meglio tène a zella”. | ||
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- | Diciamolo chiaramente: a questi che parlano e manifestano, del terzo mondo, della povertà e delle malattie degli altri non gliene frega niente o, nella migliore delle ipotesi, vogliono battere l’ortica con l’uccello degli altri. Se davvero fossero interessati ai poveri dell’Africa, invece di sfasciare auto e negozi, di fare vere e proprie azioni di guerriglia, gli anti G8 potrebbero andare nelle missioni e portare il loro contributo effettivo, rinunciando alle loro comodità, al loro benessere e ai loro soldi a favore dei poveri. Se davvero gli agitatori di popoli e compagnia cantando credono in quanto affermano, utilizzino parte del loro reddito, delle loro ricchezze e tutto quello che eccede il normale fabbisogno per una vita sobria e dignitosa a favore dei malati e dei bisognosi. Solo dopo aver fatto questo potrebbero arrogarsi il diritto di chiedere che i propri governanti risolvano i problemi del terzo mondo; in ogni caso senza niente pretendere. Con che coraggio, mi domando, un noto personaggio chiede di azzerare i debiti dei Paesi del terzo mondo quando proprio lui ha evaso tasse per miliardi? È inutile che va arzigogolando di aver guadagnato all’estero e speso in Italia: sono cose che spiegherà al Fisco. In ogni caso, per quello che riguarda l’argomento che stiamo trattando, se avesse pagato le tasse all’estero, andasse all’estero a chiedere di azzerare i debiti dei paesi del terzo mondo; se invece, come sembra, non le ha pagate a nessuno, dignità chiederebbe che se ne stesse zitto! Se avesse un briciolo di coerenza ed onestà, per prima cosa dovrebbe pagare le tasse senza essere inseguito dagli agenti del fisco, poi da quello che resta trattenere due o tre, anche cinque milioni al mese ed inviare il rimanente a chi muore di fame o di malattia. Solo allora potrei credere che abbia davvero a cuore la sorte dei poveri … la stessa cosa per gli altri che, mentre nuotano nell’oro e vivono nel benessere, vogliono fare i buoni samaritani con i soldi della gente per bene che, per fare un’offerta verso i più bisognosi, a volte si priva non del superfluo, ma del necessario. E che dire dei preti che si vantano di manifestare a favore dei poveri del terzo mondo? Se davvero fossero sinceri, avrebbero fatto come il missionario, mio amico oltre che oltre che mio insegnante, il quale per gli africani ha dato tutto, anche la vita, essendo stato ucciso mentre era in missione. Ed i comunisti? Come si fa a predicare il comunismo seduti su una lussuosissima poltrona, in un grande appartamento, con un ricco conto in banca, con vestiti e gioielli? Il bello è che trovano anche coloro che danno loro credito. Se davvero credono in quello che dicono, darebbero i loro averi, il loro stipendio, le loro prebende … non ruberebbero. Se vogliono l’uguaglianza, seguano l’esempio e le parole di Cristo: “Vendete quello che avete ed il ricavato datelo ai poveri!” Poi avranno il diritto di parlare. | ||
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- | E la storia è sempre quella: si continua a manifestare contro gli americani, ma sono poi questi che devono cavare le castagne dal fuoco in tutte le occasioni, dalla lotta contro il nazismo a quella contro il comunismo, dall’aiuto ai paesi poveri al mantenimento della pace nel mondo. | ||
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- | A prescindere, in ogni modo, dalla falsità intellettuale e morale dei manifestanti, resta il fatto che ognuno ha il diritto di manifestare e tutti hanno il diritto di vivere in pace, senza essere aggrediti, derubati, saccheggiati da chi in questo modo ritiene di protestare. È ovvio che tra il diritto di manifestare e quello alla sicurezza, a prevalere dovrebbe essere quest’ultimo; lo Stato che si prende i soldi delle tasse deve tenere conto di questo; se non riesce o non vuole riuscire a difendere i cittadini, abdicasse al suo ruolo e dicesse chiaro e tondo: “Arrangiatevi”. | ||
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- | Ed eccoci a Genova, alla manifestazione anti G8, alle lamentele sul comportamento della Polizia di Stato, alla repressione, ai feriti, al morto. Nel capoluogo ligure non si è manifestato … si è combattuto. È chiaro che una buona parte di persone non ha scelto di portare alla ribalta le proprie idee pacificamente, ma ha optato per la strada della violenza. Non ho dubbi sul fatto che coloro che hanno devastato e saccheggiato durante il G8 non avevano nessuna idea o proposta da portare avanti, ma erano volgari delinquenti che hanno approfittato dell’occasione per rubare, saccheggiare e delinquere, protetti, magari involontariamente, da tanti poveri fessi convinti di essere andati a manifestare per una giusta causa. | ||
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- | E qui si intravede tutta l’incapacità dello Stato, uno Stato che ha paura di chi grida più forte, di chi urla e fa casino. Quello Stato, sempre implacabile con i ladri di polli, capace di multare un bambino che fa la pipì in giardino, di condannare ad anni di carcere il goliardo che conquista il campanile di una città, e poi si fa beffeggiare da chi spavaldamente lo sfida e mette in dubbio la sua autorità. | ||
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- | Non si doveva arrivare al morto! | ||
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- | Era stata indicata una zona (la cosiddetta zona rossa) entro la quale era vietato l’ingresso ai manifestanti? Bene! Bisognava far rispettare il divieto come si fa rispettare il divieto di sosta, di accesso, di transito. Appena i caporioni dei cosiddetti antiglobal (o tute bianche, anti G8 o tute nere o come cacchio si chiamano) si permisero di affermare che avrebbero violato quei limiti e sarebbero entrati nella “zona rossa”, bisognava arrestarli per istigazione a delinquere e poi se ne sarebbe riparlato con calma. Soprattutto bisognava individuare subito ed in qualsiasi momento i colpevoli di qualsiasi reato commesso ai danni dello Stato o dei singoli cittadini e far pagare loro i danni causati dai loro atti vandalici, dalle loro azioni di guerriglia. Genova (o meglio i suoi abitanti) ha subito danni per miliardi. Chi li pagherà? Chi risarcirà le vittime di quei teppisti e vandali, di quei delinquenti? Mi si dice che lo Stato ha già stanziato centinaia di miliardi … quindi, more solito, a pagare è sempre Pantalone, la gente perbene, quella che lavora e paga le tasse. No, così non va bene! A pagare devono essere i colpevoli ed uno Stato serio deve essere capace di farsi rispettare. | ||
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- | Ma questo (occorre forse ripeterlo?) è il paese di Pulcinella … le Forze dell’Ordine sono sotto accusa perché hanno reagito alla guerriglia, agli assalti cui sono stati sottoposti. A chi ha tentato di ammazzare i Carabinieri si vuole intitolare una via della Capitale, i preti istigano alla violenza, la povera gente è sempre più sconvolta … o tempora, o mores! | ||
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- | '''Anche questa l’ha scritto Rasce''' | ||
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- | Anonimo Olevanese da piccolo osserva il mondo | ||
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