Anonimo olevanese
Da Pklab.
Revisione 10:22, 18 Apr 2006 Anonimo olevanese (Discussione | contributi) ← Go to previous diff |
Revisione 11:02, 20 Apr 2006 Anonimo olevanese (Discussione | contributi) Go to next diff → |
||
Riga 19: | Riga 19: | ||
Chi è l’anonimo olevanese? | Chi è l’anonimo olevanese? | ||
- | Non è uno scrittore (l’Anonimo del Sublime non era un suo parente), non è un filosofo, non è un letterato, non è un comico. Possiamo dire che è un artigiano, un artigiano della parola e agli artigiani di antichi mestieri egli ispira. Come tale non cerca virtuosismi, ma scrive come parla e parla come mangia. Cosa fa l’anonimo olevanese? Raccoglie il pensiero di gente anonima e lo traduce in parole (nascono così i “Pensieri del M.A.O.), cerca di capire il mistero degli etruschi rendendolo in parole semplici (e vengono fuori gli “studi etruschi”). Se poi si guarda intorno e comincia a pensare allora vengono alla luce i suoi mostruosi “Soliloqui”. L’anonimo olevanese ne ha per tutti. Tutti i personaggi dell’anonimo olevanese sono rigorosamente anonimi perché la maggioranza degli uomini che vivono (che hanno vissuto e vivranno, N.d.A.) sono e resteranno anonimi. È a questi anonimi, che nessuno cita e che nessuno considera, che l’Anonimo olevanese vuol dare la parola: ridendo, scherzando, giocando o pensando. Così, parafrasando quel grande, l’Anonimo olevanese si rivolge a tutti gli anonimi del mondo, affermando con legittimo orgoglio: | + | Non è uno scrittore (l’Anonimo del Sublime non era nemmeno un suo lontano parente), non è un filosofo, non è un letterato, non è un comico. Possiamo dire che è un artigiano, un artigiano della parola ed è proprio agli artigiani, a quelli che esercitavano antichi mestieri, egli ispira. Come tale non cerca virtuosismi, non insegue la finezza, ma scrive come parla e parla come mangia. |
+ | |||
+ | Cosa fa l’Anonimo Olevanese? | ||
+ | |||
+ | Raccoglie il pensiero di gente anonima e lo traduce in parole (nascono così i “Pensieri del M.A.O.), cerca di capire il mistero degli Etruschi traducendolo in parole semplici ed alla portata di tutti (e vengono fuori gli “studi etruschi”). | ||
+ | |||
+ | Se poi si guarda intorno e comincia a pensare allora vengono alla luce i suoi mostruosi “Soliloqui”. L’Anonimo Olevanese ne ha per tutti. | ||
+ | |||
+ | I personaggi dell’Anonimo Olevanese sono rigorosamente anonimi perché la maggioranza degli uomini che vivono (che hanno vissuto e vivranno, N.d.A.) sono e resteranno anonimi. | ||
+ | |||
+ | Ed è a questi anonimi, che nessuno cita e che nessuno considera, che l’Anonimo Olevanese vuol dare la parola: ridendo, scherzando, giocando o pensando. Così, parafrasando quel grande, l’Anonimo Olevanese si rivolge a tutti gli anonimi del mondo, affermando con legittimo orgoglio: | ||
'''ANONIMI SI NASCE … ED IO LO NACQUI''' (purtroppo) | '''ANONIMI SI NASCE … ED IO LO NACQUI''' (purtroppo) |
Revisione 11:02, 20 Apr 2006
soliloqui Gli etruschi grecia antica roma antica olevano e dintorni ceterum dicitur ceterum censeo
(Anonimo olevanese da piccolo - Anonimus olibanuser baby)
LA FAMA PASSA, L’ANONIMATO RESTA!
Questo è il motto dell’anonimo olevanese.
Chi è l’anonimo olevanese?
Non è uno scrittore (l’Anonimo del Sublime non era nemmeno un suo lontano parente), non è un filosofo, non è un letterato, non è un comico. Possiamo dire che è un artigiano, un artigiano della parola ed è proprio agli artigiani, a quelli che esercitavano antichi mestieri, egli ispira. Come tale non cerca virtuosismi, non insegue la finezza, ma scrive come parla e parla come mangia.
Cosa fa l’Anonimo Olevanese?
Raccoglie il pensiero di gente anonima e lo traduce in parole (nascono così i “Pensieri del M.A.O.), cerca di capire il mistero degli Etruschi traducendolo in parole semplici ed alla portata di tutti (e vengono fuori gli “studi etruschi”).
Se poi si guarda intorno e comincia a pensare allora vengono alla luce i suoi mostruosi “Soliloqui”. L’Anonimo Olevanese ne ha per tutti.
I personaggi dell’Anonimo Olevanese sono rigorosamente anonimi perché la maggioranza degli uomini che vivono (che hanno vissuto e vivranno, N.d.A.) sono e resteranno anonimi.
Ed è a questi anonimi, che nessuno cita e che nessuno considera, che l’Anonimo Olevanese vuol dare la parola: ridendo, scherzando, giocando o pensando. Così, parafrasando quel grande, l’Anonimo Olevanese si rivolge a tutti gli anonimi del mondo, affermando con legittimo orgoglio:
ANONIMI SI NASCE … ED IO LO NACQUI (purtroppo)