Labeone
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- | Labeone, permeato com’era di stoicismo, fu un filosofo del diritto e fu famoso per la sua assoluta indipendenza ad Augusto, al punto da essere considerato un nuovo Catone e la sua libertà incorrotta ('''Incorrupta libertas''', riporta Tacito negli Annali) divenne un mito. | + | Labeone, permeato com’era di stoicismo, fu un filosofo del diritto e fu famoso per la sua assoluta indipendenza ad Augusto, al punto da essere considerato un nuovo Catone e la sua libertà incorrotta ('''Incorrupta libertas''', riporta [[Tacito]] negli Annali) divenne un mito. |
Labeone fu molto stimato dai contemporanei, anche avversari, e molto citato dai maggiori giuristi classici. | Labeone fu molto stimato dai contemporanei, anche avversari, e molto citato dai maggiori giuristi classici. | ||
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A lui Augusto cercò di contrapporre, favorendolo, '''Gaio Ateio Capitone''', un giurista assai meno rigido, che fondò un’altrettanto famosa scuola di diritto, appunto in antitesi a quella di Labeone. | A lui Augusto cercò di contrapporre, favorendolo, '''Gaio Ateio Capitone''', un giurista assai meno rigido, che fondò un’altrettanto famosa scuola di diritto, appunto in antitesi a quella di Labeone. | ||
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LABEONE (ca 43 a.C. – ca 22 d.C.)
Il giurista Marco Antistio Labeone nacque presso Benevento prima del 43 a.C.. Di fede repubblicana e di filosofia stoica, fu avverso al regime di Ottaviano. Fondò una scuola di diritto, che fu chiamata proculiana dal nome di un suo discepolo di nome Proculo, ed elaborò numerose dottrine giuridiche.
La sua scuola sosteneva, in contrasto con le correnti giurisprudenziali imperiali, una interpretazione delle leggi scritte rigidamente fedele alle tradizioni. A Labeone erano attribuite circa 400 opere, tra le quali “Assiomi giuridici”, “Il diritto pontificio”, commenti alle Leggi delle XII Tavole, agli editti dei pretori; epistole.
Labeone, permeato com’era di stoicismo, fu un filosofo del diritto e fu famoso per la sua assoluta indipendenza ad Augusto, al punto da essere considerato un nuovo Catone e la sua libertà incorrotta (Incorrupta libertas, riporta Tacito negli Annali) divenne un mito. Labeone fu molto stimato dai contemporanei, anche avversari, e molto citato dai maggiori giuristi classici.
Morì prima del 22 d.C..
A lui Augusto cercò di contrapporre, favorendolo, Gaio Ateio Capitone, un giurista assai meno rigido, che fondò un’altrettanto famosa scuola di diritto, appunto in antitesi a quella di Labeone.
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