Eschine
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- | Partecipò attivamente alla vita politica e nel 346 a.C. fece parte, con Demostene, dell’ambasceria incaricata di concludere la pace con Filippo II di Macedonia. Al ritorno da questa, si spostò decisamente su posizioni filo macedoni e divenne uno dei più decisi avversari di Demostene. Quest’ultimo, tramite Trimarco, nel 345 lo accusò di essersi lasciato corrompere. Eschine rispose con l’orazione '''Contro Trimarco''' che dimostrò l’indegnità dell’accusatore. | + | Egli partecipò attivamente alla vita politica e nel [[IV SECOLO AC|346 a.C.]] fece parte, con [[Demostene]], dell’ambasceria incaricata di concludere la pace con Filippo II di Macedonia. Al ritorno da questa missione, l'oratore si spostò decisamente su posizioni filo macedoni e divenne uno dei più strenui avversari di [[Demostene]]. Quest’ultimo, tramite Trimarco, nel [[IV SECOLO AC|345 a.C.]] lo accusò di essersi lasciato corrompere. Eschine rispose con l’orazione '''Contro Trimarco''' che dimostrò l’indegnità dell’accusatore. <br />Nel [[IV SECOLO AC|343 a.C.]] [[Demostene]] lo accusò direttamente di tradimento durante le trattative di pace; Eschine si difese con l’orazione '''Sulla corrotta ambasceria''' ed ancora una volta ottenne l’assoluzione. <br /> |
+ | Nella causa che intentò nel [[IV SECOLO AC|330 a.C.]] contro Ctesifonte, Eschine, a sua volta, pronunciò un violento attacco alla politica di [[Demostene]] nell’orazione '''Contro Ctesifonte''', ma fu sconfitto. <br /> | ||
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- | Nel 343 Demostene lo accusò direttamente di tradimento durante le trattative di pace; Eschine si difese con l’orazione '''Sulla corrotta ambasceria''' ed ottenne l’assoluzione. Nella causa che intentò nel 330 a.C. contro Ctesifonte, l'oratore pronunciò un violento attacco alla politica di Demostene nell’orazione '''Contro Ctesifonte''', ma fu sconfitto. | + | == Giudizio == |
+ | Eschine era indubbiamente un uomo di cultura elevata. Nei suoi discorsi, infatti, si nota non soltanto l’abilità oratoria, ammirata perfino da [[Cicerone]], ma anche conoscenza dei poeti ed eloquenza arguta e sarcastica. | ||
- | Non essendo in grado di pagare la multa comminatagli, Eschine andò in esilio. | + | Lo stile è nitido e chiaro, il tono è grave e pacato, ma Eschine è privo dell'impeto e della passione del suo grande avversario Demostene. Al proposito è interessante il giudizio di [[Quintiliano]]: "'''Eschine ha più carne, ma meno muscoli di [[Demostene]]'''". |
- | L'oratore morì a Samo verso il 314 a.C.. | ||
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- | Eschine era indubbiamente un uomo di cultura elevata. Nei suoi discorsi, infatti, si nota non soltanto l’abilità oratoria, ammirata perfino da Cicerone, ma anche conoscenza dei poeti ed eloquenza arguta e sarcastica. | + | |
- | Lo stile è nitido e chiaro, il tono è grave e pacato, ma Eschine è privo dell'impeto e della passione del suo grande avversario Demostene. Al proposito è interessante il giudizio di Quintiliano: "'''Eschine ha più carne, ma meno muscoli di Demostene'''". | + | editus ab http://lnx.pksoft.it/pkakira/albums/userpics/10002/thumb_OL027Vag_pub.jpg |
Versione attuale
ESCHINE (Atene 389 a. C. – Samo 314 ca a.C.)
La vita
L'oratore ed uomo politico Eschine nacque ad Atene nel 389 a.C..
Egli partecipò attivamente alla vita politica e nel 346 a.C. fece parte, con Demostene, dell’ambasceria incaricata di concludere la pace con Filippo II di Macedonia. Al ritorno da questa missione, l'oratore si spostò decisamente su posizioni filo macedoni e divenne uno dei più strenui avversari di Demostene. Quest’ultimo, tramite Trimarco, nel 345 a.C. lo accusò di essersi lasciato corrompere. Eschine rispose con l’orazione Contro Trimarco che dimostrò l’indegnità dell’accusatore.
Nel 343 a.C. Demostene lo accusò direttamente di tradimento durante le trattative di pace; Eschine si difese con l’orazione Sulla corrotta ambasceria ed ancora una volta ottenne l’assoluzione.
Nella causa che intentò nel 330 a.C. contro Ctesifonte, Eschine, a sua volta, pronunciò un violento attacco alla politica di Demostene nell’orazione Contro Ctesifonte, ma fu sconfitto.
Non essendo in grado di pagare la multa comminatagli, l'oratore andò in esilio.
Eschine morì a Samo verso il 314 a.C..
Giudizio
Eschine era indubbiamente un uomo di cultura elevata. Nei suoi discorsi, infatti, si nota non soltanto l’abilità oratoria, ammirata perfino da Cicerone, ma anche conoscenza dei poeti ed eloquenza arguta e sarcastica.
Lo stile è nitido e chiaro, il tono è grave e pacato, ma Eschine è privo dell'impeto e della passione del suo grande avversario Demostene. Al proposito è interessante il giudizio di Quintiliano: "Eschine ha più carne, ma meno muscoli di Demostene".
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