Filisto

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	'''FILISTO (Siracusa ca 430 – 356 a.C.)'''		'''FILISTO (Siracusa ca 430 – 356 a.C.)'''
-	Filisto, nato a Siracusa verso il 430 a.C., fu lo storiografo dei tiranni della sua città. Egli scrisse una “'''Storia della Sicilia'''”, divisa in due parti: la prima, in sette libri, trattava la storia dell’isola dalle origini al 404 a.C., mentre la seconda, in sei libri, conteneva la storia contemporanea (Dionigi I e Dionigi II). La parte su Dionigi II, però, rimase incompiuta.<br />	+	== Vita e opere ==
-	Filisteo morì nel 356 a.C..<br />	+	Filisto, nato a Siracusa verso il 430 a.C., fu lo storiografo dei tiranni della sua città. Egli scrisse una “'''Storia della Sicilia'''”, divisa in due parti: la prima, in sette libri, trattava la storia dell’isola dalle origini al 404 a.C., mentre la seconda, in sei libri, conteneva la storia contemporanea (Dionigi I e Dionigi II). La parte su Dionigi II, però, rimase incompiuta. Nella sua opera, Filisto si ispirò a [[Tucidide]].<br />Filisto morì nel [[IV SECOLO AC|356 a.C.]].<br />
-	Nella sua opera, Filisto si ispirò a Tucidide.<br />	+
-	Diversi furono i giudizi degli antichi su Filisto: Cicerone lo definì “quasi un piccolo Tucidide”, mentre Dionigi di Alicarnasso lo stimò uno scrittore dappoco.	+	== Giudizio ==
		+	Diversi furono i giudizi degli antichi su Filisto: [[Cicerone]] lo definì “'''quasi un piccolo [[Tucidide]]'''”, mentre [[Dionigi di Alicarnasso]] lo stimò uno scrittore dappoco.
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Versione attuale

FILISTO (Siracusa ca 430 – 356 a.C.)

Vita e opere

Filisto, nato a Siracusa verso il 430 a.C., fu lo storiografo dei tiranni della sua città. Egli scrisse una “Storia della Sicilia”, divisa in due parti: la prima, in sette libri, trattava la storia dell’isola dalle origini al 404 a.C., mentre la seconda, in sei libri, conteneva la storia contemporanea (Dionigi I e Dionigi II). La parte su Dionigi II, però, rimase incompiuta. Nella sua opera, Filisto si ispirò a Tucidide.
Filisto morì nel 356 a.C..

Giudizio

Diversi furono i giudizi degli antichi su Filisto: Cicerone lo definì “quasi un piccolo Tucidide”, mentre Dionigi di Alicarnasso lo stimò uno scrittore dappoco.

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