Tatilleide pag. 4

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-'''LA TATILLEIDE''' 
-ossia 
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-LA GUERRA DI TATILLO 
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-'''pagina 4''' 
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-== '''LA DEFENESTRAZIONE DI TATILLO''' == 
-“L’alterna onnipotenza delle umani sorte” non mancò di colpire Tatillo che, di punto in bianco, si trovò defenestrato.<br />Il grande Generale Comandante era andato via … Tatillo era rimasto in ottimi rapporti con lui, ma non l’avrebbe mai disturbato per miserie come “cambio incarico”, “trasferimento” o cose simili. Il nuovo generale, a differenza dei subalterni, se non altro fu molto chiaro ed esplicito:<br />- Tatillo! Io non ho niente contro di te o contro il tuo modo di lavorare. Devo dire che ho davvero apprezzato la tua opera in questo poco tempo che hai lavorato con me. Nella mia segreteria, però, ho bisogno di un mio uomo di fiducia. Egli è un Ufficiale e quindi, quando arriverà, essendo più alto in grado, gli toccherà il posto di Capo Segreteria. Se tu vuoi restare, e la cosa mi farebbe molto piacere, dovresti rassegnarti a fare il secondo. So che la cosa non è piacevole … per questo ti lascio libero di scegliere: potresti andare dal grande Generale mio predecessore che ti vorrebbe con lui, c’è il colonnello tuo ex Capo Ufficio che continua a chiedermi la “tua restituzione”, tutti ti vogliono …. Anche a me farebbe piacere se tu restassi a lavorare, se non nella mia segreteria, almeno nel nostro Ente … vedi tu.<br />Si avvicinava Natale … Tatillo decise che il presepe l’avrebbe fatto nel suo vecchio ufficio.<br />Quando Francesca, la ragazza che lavorava in Segreteria, seppe la notizia, si avvicinò a Tatillo e, con tristezza, gli disse:<br />- Non voglio che tu ne vada. Non voglio restare sola … se te ne vai tu, me ne andrò pure io … chiederò di non venire più a lavorare qui, ma di restare in caserma.<br />- Non fare così – cercò di consolarla Tatillo – Per prima cosa io sarò sempre nel mio ufficio se avrai bisogno di me. E poi il mio successore è un bravo ragazzo … Sicuramente starai bene con i nuovi! <br />- No! Non starò bene! Essi sono diversi, essi non sono come te. Già me ne sono accorta …<br />La mattina dopo Tatillo lasciò la Segreteria Generale; la ragazza chiese una licenza … e quello fu il suo ultimo giorno di lavoro in Ufficio, 
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-== '''UN'ESORTAZIONE DALL'ALTO''' == 
-Tatillo con alcuni Ufficiali e Sottufficiali si trovava davanti alla macchinetta del caffè per una breve pausa di lavoro. Ovviamente si parlottava, si faceva qualche battuta, scappava una risata: cose normali mentre si sorbisce un caffè e ci si rilassa per un momento.<br />All'improvviso comparve un Generale il quale, vedendo la scena, redarguì il gruppetto:<br />- Signori! Un po' di contegno! Vi ricordo che siamo allo Stato Maggiore dell'Esercito e allo Stato Maggiore dell'Esercito bisogna essere … tristi. 
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-== '''L’IRA DI TATILLO''' == 
-Tatillo non urlava mai, nemmeno sotto tortura. Avvenne, però, che un giorno un sottufficiale entrò nella segreteria generale con un foglio in mano ed annunciò, quasi ridendo:<br />- Ragazzi! Vedete che avete fatto? Avete inviato il Colonnello in licenza di domenica.<br />Tatillo alzò appena gli occhi, Francesca continuò la sua attività. Il Sottufficiale che aveva preparato il foglio di licenza errato, inopinatamente cominciò ad urlare contro la persona che aveva fatto notare l'errore.<br />Tatillo intervenne prontamente per placare il diverbio, ma il sottufficiale continuò ad urlare:<br />- Non competeva a me preparare quel foglio di licenza, perciò non mi rompete i coglioni e la prossima volta ve lo fate voi le cose del colonnello.<br />A sentire questo Tatillo si alzò e gridò:<br />- Tu puoi non fare una cosa se non ti compete. Però, se per farti bello con il colonnello gli hai detto che gli preparavi la licenza, allora non ti arrampicare sugli specchi per giustificare i tuoi errori. Impara a lavorare, invece di urlare e rompere il cazzo!<br />Sentendo Tatillo urlare, Francesca si impaurì, scoppiò a piangere e scappò fuori dalla stanza. 
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-$lavori_in_corso 
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-editus ab Anonimo Olevanese 
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-http://lnx.pksoft.it/pkakira/albums/userpics/10002/thumb_Anonimo_olevanese.jpg 
-Piccolo Anonimo Olevanese osserva il mondo in affanno 

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