Tatilleide pag. 3

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-Tatillo aveva forse un solo vizio: il fumo. Fumava di tutto, in verità … sigarette di tutti i tipi, TABACCO, pipa, sigaro. Negli ultimi tempi fumava spesso il sigaro e spesse volte se lo divideva con il capo ufficio, anche lui estimatore dell’antico toscano.<br />Un giorno un sottufficiale del suo ufficio, molto anziano peraltro, si presentò nella stanza di Tatillo per una pratica. Vedendolo fumare, il vecchio maresciallo lo redarguì:<br />- Tatillo! La vuoi smettere di fumare quel sigaro puzzolente?<br />- Maresciallo! Questa è la mia stanza e qui faccio quello che voglio. Se non vuoi sentire la puzza del mio sigaro, puoi anche fare a meno di venire qui. – rispose senza timore Tatillo.<br />- Ah! Così è? – fece il Sottufficiale – Allora vuol dire che mi rivolgerò al Capo Ufficio e vediamo come va a finire.<br />Detto questo il Maresciallo uscì dalla stanza ed andò dal Capo Ufficio.<br />- Senta, Capitano … <br /> - Che c’è? Massà – rispose il Capitano voltandosi verso il Sottufficiale, mentre dalla sua bocca usciva una nuvola di fumo prodotta dal suo Toscano.<br />- No, niente! Tutto a posto … - rispose sommessamente il Sottufficiale andando via.+Tatillo aveva forse un solo vizio: il fumo. Fumava di tutto, in verità … sigarette di tutti i tipi, TABACCO, pipa, sigaro. Negli ultimi tempi fumava spesso il sigaro e spesse volte se lo divideva con il capo ufficio, anche lui estimatore dell’antico toscano.<br />Un giorno un sottufficiale del suo ufficio, molto anziano peraltro, si presentò nella stanza di Tatillo per una pratica. Vedendolo fumare, il vecchio maresciallo lo redarguì:<br />- Tatillo! La vuoi smettere di fumare quel sigaro puzzolente?<br />- Maresciallo! Questa è la mia stanza e qui faccio quello che voglio. Se non vuoi sentire la puzza del mio sigaro, puoi anche fare a meno di venire qui. – rispose senza timore Tatillo.<br />- Ah! Così è? – fece il Sottufficiale – Allora vuol dire che mi rivolgerò al Capo Ufficio e vediamo come va a finire.<br />Detto questo il Maresciallo uscì dalla stanza ed andò dal Capo Ufficio.<br />- Senta, Capitano … <br /> - Che c’è, Massà? chiese il Capitano voltandosi verso il Sottufficiale, mentre dalla sua bocca usciva una nuvola di fumo prodotta dal suo Toscano.<br />- No, niente! Tutto a posto … - rispose sommessamente il Sottufficiale andando via.
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Revisione 22:25, 2 Ago 2009

LA TATILLEIDE

ossia

LA GUERRA DI TATILLO

pagina 3

Table of contents

UNA ESERCITAZIONE

Il battaglione di artiglieria cui apparteneva la batteria di Tatillo era impegnato in una importante esercitazione di tiro. Tutti gli artiglieri, dagli Ufficiali agli artiglieri semplici erano concentrati al massimo affinché le prove dessero risultati brillanti ed il comando fosse soddisfatto della loro operatività. Come in tutte le esercitazioni, anzi come in tutte le operazioni militari, la precisione e la prontezza nell’esecuzione degli ordini erano determinanti e sintomatiche di efficienza.
Ora avvenne che, durante l’esercitazione, arrivò nel poligono un Generale per assistere all’operato delle sue truppe e passare in rassegna il reggimento. Per accogliere l’alto Ufficiale, a tutte le batterie fu dato l’ordine di cessare il fuoco. Grande concitazione, ogni capo batteria, cominciando dalla prima, gridava ai suoi uomini il fatidico ordine.
- Prima Batteriaaaaa! …... Cessate il fuoco!
- Seconda Batteriaaaa! …. Cessate il fuoco!
- Terza Batteriaaaaa! …… Cessate il fuoco!
… e così via.
Quando arrivò il turno della batteria cui apparteneva Tatillo, il Capo Batteria, cadenzando le parole a modo suo urlò:
- Ottava Batteria! …. Cessate il ... (e dopo qualche secondo, con voce stentorea) FUOCOOOOOO!
… e dai pezzi partì una scarica di colpi.

GUARDIA ALL'AUTOREPARTO

Una sera Tatillo fu comandato di guardia all’autoparco. Non era un compito molto pericoloso in quanto si era nel centro della città, ma in ogni caso era abbastanza impegnativo. L’autoparco era all’aperto e il lato opposto al cancello di entrata arrivava fino al fiume e quindi non facilmente difendibile (in quel periodo si verificò l’attacco di alcuni terroristi ad una ronda esterna, della stessa caserma, cui furono sottratte le armi – Nota di Ciccio La Fetecchia).
Con Tatillo c’erano quattro militari, tutti freschi di arruolamento. Nel cuore della notte Tatillo avvertì un rumore proveniente da sotto uno degli autobus. Subitò chiamo un militare e gli ordinò di andare a vedere cosa stava succecedendo.
- Vado subito! – disse il militare e si avvicinò a Tatillo.
- Chi stai aspettando? – chiese Tatillo sorridendo, vedendo il militare immobile.
- Vado subito! – ripete il militare, avvicinandosi ancora di più a Tatillo.
- Ho capito! – disse Tatillo al militare estraendo la pistola – Stai vicino al cancello e stai attento che non entri nessuno. Vado io!
Così Tatillo si avviò con la pistola in pugno verso il punto da cui erano pervenuti i rumori, mentre il militare lo guardava senza proferire parola.
Arrivato vicino al pullman, Tatillo si chinò per vedere cosa c’era sotto.
- Miao! Miao! – un micino miagolava infreddolito e sicuramente affamato.
Tatillo sorrise alla scenetta idilliaca ed ordinò al militare di portare al gatto qualcosa che era avanzato dalla loro cena. Il militare ubbidì prontamente.

TATILLO AUTISTA

Un giorno il capo dell’autoreparto chiamò Tatillo e lo nominò autista. Tatillo aveva sì la patente, ma da qui a fare l’autista ce ne correva … il comandante non volle sentire ragioni.
- Domani mattina alle ore 7.00 presentati in via (*) al numero civico 2, prendi il Colonnello e portalo in caserma.
Tatillo non obiettò, ma la cosa non lo lasciava tranquillo: non aveva mai fatto l’autista, non conosceva la città e non aveva idea di quanto tempo occorreva per i vari tragitti.
Per evitare problemi o ritardi, la mattina dopo, verso le quattro, Tatillo prese la macchina e si avviò verso la casa del colonnello. Ovviamente, anche se poco pratico, in mezzora fu sul posto; parcheggiò sotto la casa dell’Ufficiale e si mise in attesa.
Il caso volle che la moglie dell’alto ufficiale, in preda all’insonnia, si alzò e andò sul balcone per stendere i panni. Affacciatasi, notò la macchina militare e, senza badare all'orario, avvisò il marito.
Il colonnello, svegliatosi di soprassalto, senza controllare l’orario e credendo di essere in ritardo, si fece rapidamente la barba, si sorbì un caffè, indossò la divisa e scese subito in strada.
Tatillo avviò la macchina e si diresse verso la caserma. Arrivati, sorpresero il corpo di guardia mezzo assonnato, qualcuno in mutande, il capo guardia in pieno sonno.
- Che cazzo fate così sbracati – tuonò il colonnello.
- Cosa fate Voi qui a quest’ora, piuttosto! – replicò stupito il maresciallo di guardia.
- Perché che ore sono – chiese il colonnello che non aveva mai controllo l’orario e non si era reso conto che era ancora buio.
- Sono le cinque ed un quarto, Colonnè!
- Tatillo! Ma che cazzo mi hai combinato? Ma a che cazzo di ora sei venuto a prendermi? .... Comunque io me ne vado in Ufficio a dormire sul divano ... voi fate che cazzo vi pare. - gridò il colonnello, più divertito che incazzato, mentre entrava in caserma


TATILLO E IL SIGARO

Tatillo aveva forse un solo vizio: il fumo. Fumava di tutto, in verità … sigarette di tutti i tipi, TABACCO, pipa, sigaro. Negli ultimi tempi fumava spesso il sigaro e spesse volte se lo divideva con il capo ufficio, anche lui estimatore dell’antico toscano.
Un giorno un sottufficiale del suo ufficio, molto anziano peraltro, si presentò nella stanza di Tatillo per una pratica. Vedendolo fumare, il vecchio maresciallo lo redarguì:
- Tatillo! La vuoi smettere di fumare quel sigaro puzzolente?
- Maresciallo! Questa è la mia stanza e qui faccio quello che voglio. Se non vuoi sentire la puzza del mio sigaro, puoi anche fare a meno di venire qui. – rispose senza timore Tatillo.
- Ah! Così è? – fece il Sottufficiale – Allora vuol dire che mi rivolgerò al Capo Ufficio e vediamo come va a finire.
Detto questo il Maresciallo uscì dalla stanza ed andò dal Capo Ufficio.
- Senta, Capitano …
- Che c’è, Massà? – chiese il Capitano voltandosi verso il Sottufficiale, mentre dalla sua bocca usciva una nuvola di fumo prodotta dal suo Toscano.
- No, niente! Tutto a posto … - rispose sommessamente il Sottufficiale andando via.

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editus ab Anonimo Olevanese

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