Omicidio di Novi Ligure

Da Pklab.

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SULL’OMICIDIO DI NOVI LIGURE

Dalla Città del Sole 26.2.2001

È notizia di questi giorni l’efferato omicidio di Novi Ligure. La gente ha paura … ormai non ci si sente sicuri neppure in casa. Chi può aver commesso tale crimine? Chi può aver massacrato una donna ed un bambino con un numero incredibile di coltellate? La ferocia con la quale tale delitto è stato portato a termine farebbe pensare a slavi o albanesi. Razzismo? Pregiudizi? Episodi recenti (anche riduzione in schiavitù) e meno recenti (foibe) confermano la crudeltà ed il poco rispetto della vita di questa gente. Considerando, poi, che all’unica superstite, la figlia Erika, è sembrato che gli assassini fossero albanesi, il cerchio delle ipotesi sembra chiuso. Si chiede di essere più severi con gli immigrati, la Lega Nord, giustamente, decide di organizzare una sfilata per chiedere maggiore sicurezza per il cittadino, per colui che alla fine è costretto a pagare le tasse senza ricevere nessun corrispettivo. L’emozione è così forte che nessuno, caso più unico che raro, se la sente di difendere Caino.
Si scopre, poi, che a compiere il delitto è stata, complice il fidanzato, la figlia della vittima, quella stessa ragazza che aveva finto di essersi salvata per miracolo ed aveva accusato gli albanesi.
A questo punto, come liberati da un macigno che li schiacciava, la sinistra e tutti i buonisti insorgono! Adesso bisogna chiedere scusa agli immigrati accusati ingiustamente; gli immigrati sono buoni, onesti, bravi e giusti, mentre la Lega Nord, e la Destra in genere, è cattiva, razzista e fomenta odio.

Non mi va di ribattere all’accusa di razzismo, ma, per quanto mi riguarda, non ci penso nemmeno a chiedere scusa a chicchessia. Anche se non sono stati gli immigrati a compiere il delitto in questione, non si può negare che la sicurezza del cittadino è seriamente minacciata proprio dai tanti immigrati, clandestini e non. Nessuno mi può togliere il diritto di chiedere sicurezza, soprattutto perché pago le tasse e non ricevo mai niente in cambio.

Poniamo, però, che la sinistra abbia ragione ed io debba chiedere scusa agli immigrati accusati ingiustamente. Ebbene, sappiate che non ci tengo per niente a fare la figura del solito fesso che ha sempre torto perché questi esseri sinistri girano la frittata sempre come pare e piace a loro, perché questi sinistri sono maestri dei “due pesi e due misure”, “a questo si e a quello no”. Vi ricordate il caso del professore? Egli accusò i naziskin di aggressione … la sinistra insorse accusando tutta la destra, Haider e la città di Verona. Ebbene, quando l’esimio professore confessò di aver simulato l’agguato, chi chiese scusa ai naziskin accusati ingiustamente? Chi alla destra? Chi chiese scusa alla pacifica Verona? Nessuno! Anzi la sinistra, sempre pronta a difendere i criminali e gli scansafatiche, rispose che la colpa era dei naziskin che esistevano, della destra che li difendeva e di Verona … perché era colpa di Verona? … forse perché li aveva deciso di abitarci quel tizio. Questa è la sinistra, questi i comunisti dai due pesi e dalle due misure, sempre più somiglianti ai gatti che si ritrovano sempre con le quattro zampe per terra. Questa è la gente che il popolo italiano si sceglie per governanti!

Non so il giorno esatto in cui è stato commesso il delitto di Novi Ligure; mi pare di ricordare che il fatto sia successo mercoledì 21 febbraio 2001. È passata una settimana esatta e non si parla d’altro … è passato in secondo piano anche la “mucca pazza”, la legge sul “conflitto di interessi” e l’eliminazione di tutte le squadre di calcio dalla coppa UEFA. Quando una notizia di calcio di tale portata è praticamente ignorata per fare posto ad un’altra, vuol dire che il secondo avvenimento è davvero eclatante. Non vorrei parlare di questo fatto … sentire di una ragazza che ammazza la mamma ed il fratellino, sapere che possano esistere due giovani capaci di vibrare 97 coltellate su un essere umano mi getta nello sconforto. Ne parlo perché ancor di più nello sconforto mi trascina il sentire che i due (“in astratto”, si sono subito preoccupati di precisare in televisione) potrebbero non subire nessuna pena. Non mi interessa sapere le motivazioni tecniche: minore età, immaturità, incapacità, droga, alcool, sesso o Coca Cola … non mi interessa. Resta il fatto che ritengo inconcepibile che si possa lasciare impunito chi si macchia di un crimine di tale portata. Perché esiste lo Stato se è incapace di difendere una donna ed un bambino di 12 anni? Che senso ha uno Stato che non rende giustizia ad un bimbo ucciso quando appena si stava affacciando alla vita? Perché si pagano le tasse, perché si forma un consorzio umano se poi si può essere uccisi impunemente? Ancora più triste per me è stato il fatto che la notizia di una possibile impunità dei due criminali in questione l’ho ascoltata mentre stavo chiacchierando con i miei due figli. Mi è stato difficile far capire loro l“astrattezza” della possibile impunità. Ho spiegato loro i casi di aggravante e di attenuante di un crimine, i casi di irresponsabilità e via di seguito. Dopo le spiegazioni, Marco ha detto a Stefano, che ha solo 12 anni: “Ah Stè … hai ancora due anni per fare quello che vuoi!”

Ed è la solita solfa, il solito cliché cui siamo abituati da anni. Tutto fa spettacolo e televisione e giornali ci stanno affettando i coglioni con l’omicidio di Novi Ligure ed ora tutti sono scesi in campo per dire la loro: psicologi, medici, farmacisti, veterinari, preti, sociologi, pedagoghi, insegnanti, studenti, giornalisti, letterati, contadini e chi più ne ha, più ne metta. Non mi interessa quello che i geni del pensiero dicano! Mi interessa di più l’opinione della gente normale, la gente qualunque, quella che non parla di mestiere, quella che non deve dar conto a nessuno di quello che dice, quella che la mattina si toglie la giacca. “L’idea di abbracciare Erika è un insulto alla dignità dell’uomo. Che segnale diamo ai deboli? L’unico segnale è: “uccidiamo, poi ci perdoneranno. Mi auguro che le prossime vittime saranno quelle che perdonano! Alle elezioni darò il voto a chi ci proteggerà dagli insulti”. (Metro – 28.2.2001).

Come non condividere quanto detto da questo lettore? È facile battere l’ortica con l’uccello degli altri! Ed ha sicuramente ragione quest’altro lettore che “Volevo far notare che è facile parlare di sedicenni come bambini quando commettono atrocità e poi trattarli come adulti quando reclamano i diritti nelle manifestazioni. Possiamo chiamarli bambini, ma non possiamo negare che erano dotati di capacità di discernimento per comprendere quanto fosse sbagliato (scusate l’eufemismo) massacrare i familiari” (Metro – 28.2.2001). Le parole della gente comune, della gente perbene non hanno bisogno di commento. Troveremo il solito giornalista o showman che, per guadagnarsi la pagnotta, o per far credere di essere uno spirito illuminato, ci dirà fiumi di parole vuote per convincerci di cose in cui non crediamo e nelle quali forse non credono forse neppure loro.
E con questo vorrei smettere sull’argomento.

Come dicono al mio paese “m’avessi mozzicato la lingua”. Non mi ero sbagliato. Ecco il solito fetecchione di giornalista con le sue cretinate, pronto a sparare cazzate e trovare anche chi gli dà retta.
“Non è stato un albanese, purtroppo, a sbudellare madre e figlio. Peccato, peccato davvero. Così ce la saremmo cavata con una serrata dura dei bottegai piemontesi. (….) E non si chiuderanno le frontiere. La vita è anche lo strambo che cammina minaccioso sul marciapiede, è l’albanese che ti rompe le palle, lo zingaro che ti frega il borsellino. Non vi sta bene? E allora barricatevi nella casa del “Grande fratello”. (Metro – pag. 6 – 1.3.2001 – L’opinione di un giornalista)
A chi ha afferma queste cose non si dovrebbe permettere di scrivere sui giornali. Chi scrive queste cose o è pazzo o è un parolaio in mala fede. Non si possono scrivere queste frasi deliranti. Che cazzo c’entrano i bottegai piemontesi, gente sicuramente più saggia e dignitosa di quel parolaio, con l’omicidio in questione? A leggere queste parole, mi è venuta voglia di dare una legnata a questo giornalista! Accetterà la mia legnata perché questa è la vita o mi denuncerà? Se gli rubo il portafogli sarà contento perché questa è la vita o mi denuncerà per furto? Se incontrerà l’albanese che oltre a rompergli le palle gli rompe anche il culo, egli farà salti di gioia perché questa è la vita? E davvero così idiota da credere che bisogna restare indifferenti, anzi accettare passivamente che si venga rapinati, infastiditi, scippati, massacrati perché questa è la vita? Cosa va farneticando questo imbecille? E cosa c’entra tutto questo con il delitto di cui stavamo parlando? Se c’è gente che scrive queste cose perché ne è convinto, vuol dire che siamo davvero un popolo di imbelli, incapaci perfino di quel minimo di istinto di sopravvivenza; se invece è in cattiva fede …. Che schifo!
Ecco perché non compro più i giornali! Non sborserò certo i miei soldi per contribuire a pagare lo stipendio di siffatti elementi.

Probabilmente mi deve essere sfuggita “l’opinione” di qualche altra fetecchia di anima pia, perché continuo a leggere articoli e lettere con lo stesso filo conduttore. Infatti, per una gentile lettrice: “L’età degli adolescenti è stupenda e traumatica insieme. Ma non mi piacerebbe avere come fratello, o come amico, un sedicenne che ha ucciso. Che si proceda pure al recupero, ma in carcere. In alternativa i giovani assassini potrebbero essere adottati da persone di cuore come lo scrittore (*) che ci esorta ad abbracciare questi esseri”. (Metro – 1.3.2001)

E quello che sostengo da sempre. Credo che sia la soluzione di tanti problemi. Tu dici che lo zingaro deve rubare perché questa è la vita? Bene, risarcirai tu la vittima che non vuole essere derubata! Dici che devono venire gli immigrati? Benissimo, ti prenderai cura di due di loro e sarai responsabile dei loro reati! Sono sicuro che i benpensanti e le anime pie diventerebbero i più razzisti e xenofobi di quanto non sia accusato adesso il sottoscritto.

“Il sig. (*) vuole “abbracciare la nostra Erika” Ho ventisei anni e anch’io non posso negare i miei momenti di rabbia verso la società. Ma non mi aiuterebbe assassinare uno dei miei cari. Quindi non mi sento di tendere le braccia verso Erika, non credo proprio che aiuterebbe la mia anima darle il mio conforto”. (Metro – 1.3.2001)

Anche questo lettore non concorda con lo scrittore. Come si vede un solco profondo divide le opinioni della gente comune, della gente perbene da quelle di scrittori, giornalisti e politici. Purtroppo la voce della gente perbene viene sommersa da quella di chi grida più forte, da chi può andare in televisione, da chi può dire la sua “opinione” sui giornali. Ma la verità non sfugge soprattutto a chi cerca di nasconderla.
“Il giornalista provi a fare il bottegaio – Il cosiddetto “giornalista” (*) dovrebbe capire cosa si prova a perdere un figlio, o un padre, o qualcuno che si vuole bene per colpa di qualche “slavo” che viene illegalmente in Italia e fa quello che vuole. Caro signore, cambi mestiere: forse fare il bottegaio piemontese le servirà. Non siamo razzisti, ma ci siamo rotti delle persone come lei. (Metro 2.3.2001).
E come dare torto a questo lettore? Chi non si è rotto le scatole di chi ipocritamente afferma che l’alternativa all’albanese che ti rompe le palle è “barricarsi nella casa del grande Fratello”? Quo usque tantem abutere patientia nostra? – Avrebbe detto il buon Cicerone.
Al solito è la gente comune, quella che si toglie la giacca ad avere più buon senso. Ed anche una gentile lettrice, pur nella sua pacatezza, risponde al giornalista che vorrebbe gli onesti rinchiusi e i malviventi liberi di circolare.

“La gente ha paura i delinquenti no – Vorrei rispondere all’opinione di Saletti pubblicata il primo marzo nella quale parlava del delitto di Novi Ligure compiuto non per mano di un extracomunitario.
Crede che la gente impaurita come me debba richiudersi nella casa del Grande Fratello e che non si debba preoccupare di fronte allo scintillio di un coltello?
È di moda essere buonisti, ma secondo me lei vorrebbe addirittura che la gente onesta rimanesse rinchiusa nelle case e i delinquenti fossero liberi di delinquere quando vogliono.
Spero che il suo sia solo un tentativo di creare una discussione su questo” (Metro – 7.3.2001)

Magari! Volesse il cielo che fosse vero quello che lei si auspica, gentile signora. Purtroppo sono sicuro che non è così. Quei due sedicenti giornalisti che ci invitano ad abbracciare i due assassini o di accettare di essere assassinati, stuprati, violentati, derubati senza battere ciglio, non sono altro che due parolai in cattiva fede, che parlano a vanvera, che mentono ben sapendo di mentire. Ma se lei dirà loro che sono due farabutti o disonesti morali, se dirà loro semplicemente che sono due bugiardi, stia certa che metteranno da parte il loro buonismo, la loro tolleranza, la loro carità pelosa, il loro altruismo e lei si beccherà una denuncia per diffamazione con relativa richiesta di danni.

Ma non voglio più parlare né di omicidi, né di commentatori fasulli perché ne sono stufo. E poi ormai non ne parla più nessuno, né i giornalisti fetecchioni ai quali non interessava neppure prima, né tutti gli altri perché l’emozione è finita ed altri omicidi, stupri, e rapine incombono.

Anche questa è del Tuscio anonimo_olevanese.jpg

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