Lo strano caso del dottor tizio

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LO STRANO CASO DEL PROFESSOR TIZIO E DEL SIGNOR CAIO

Città del Sole 20.11.2000

Non ricordo esattamente se eravamo in settembre oppure in ottobre quando in televisione è apparso un individuo piagnucolante e tremante che ha raccontato di essere stato aggredito da un gruppo di ragazzi e pestato violentemente. Nonostante le botte prese, il Tizio (che se non sbaglio era un insegnante) fu molto preciso nel racconto; gli aggressori, riferì fra l’altro, avevano la testa rasata ed inneggiavano ad Haider, il leader della destra austriaca. L’episodio, ironia della sorte, era avvenuto nella città simbolo dell’amore, nella città di Giulietta e Romeo, nella tranquilla Verona, da quel momento non più tranquilla, che venne così alla ribalta come insospettato covo e fucina di razzisti e di nazisti. Chi l’avrebbe mai detto? “Spesso anche sotto un mantello cencioso c’è la sapienza”, affermava il grande commediografo latino Cecilio Stazio … a volte anche tra la gente più pacifica si annidano i violenti, possiamo dire con amarezza!
Perché l’avevano assalito, vi state chiedendo? La risposta ce la diede lo stesso esimio professore che affermò di essere stato aggredito soltanto perché era ebreo ed era anche fiero di esserlo! Altri motivi? Il piagnucolante professore non ne trovava; mai una minaccia, mai un litigio, mai uno screzio, era senza dubbio una persona amata da tutti, dagli allievi come dai suoi datori di lavoro che avrebbero lottato per averlo sempre con loro. Tutti gli volevano bene, tutti lo amavano, tutti andavano d’accordo con lui. Gli unici a non amarlo, si era scoperto, erano inspiegabilmente quelle teste rasate, ed anche un po’ matte, dei naziskin che, ancora più incomprensibilmente, lo avevano aggredito e riempito di botte. Fu così che per un bel po’ di giorni ce li trovammo tutti lì a gonfiarci i coglioni con il prof. Tizio, con i naziskin, i nazisti normali, i fascisti … e poi? Ecco chi si aggira per l’Europa: il redivivo Hitler che adesso si fa chiamare Haider, i nazisti, sia neo sia vetero, le SS, i fascisti, gli squadristi, i manganelli, l’olio di ricino, il sale inglese … e già che ci siamo, diamo anche un colpo alla Lega, al partito fiammingo, al Fronte Nazionale … insomma alla destra fascista e nazista che ha picchiato il povero, generoso, innocente, ebreo, buon professor Tizio. Alt! Un momento! Fermi tutti! Non ci dimentichiamo di chi fascista era e fascista rimane. E Verona? Che dire di Verona? Verona città immonda, Verona che raccoglie i nazisti ed i razzisti di tutto il mondo, Verona che si deve vergognare, Verona da bruciare …. tutti al rogo! Crucifige! Crucifige! Barabba libero!

Io a Verona non ci sono mai stato e non conosco i suoi abitanti. Ho buona memoria, ma ciò nonostante non ricordo di aver mai avuto a che fare con una veronese e tanto meno con un veronese. Rammendo che in passato ci sono stati screzi tra la tifoseria di calcio gialloblù veronese e quella azzurra della squadra del Napoli, ma nel calcio fatti di questo genere accadono in ogni categoria e in ogni luogo. A parte ciò, ma il calcio in ogni caso è un mondo a parte, non avevo mai sentito che Verona fosse una città nazista e rifugio di nazisti, che i suoi abitanti fossero fans del buon Adolfo Hitler; addirittura non ne avevo avuto sentore. Povero me! Dove ero vissuto fino a quel momento? Dove avevo gli occhi e dove le orecchie? Ora finalmente avevo colmato questa lacuna, ma la cosa non mi toccava più di tanto perché in ogni caso non mi interessava e non mi interessa Verona, dove credo che non ci metterò mai piede, né mi interessa Marsiglia (il professore, chiaramente, non la città), della cui sorte non me ne frega proprio niente. Ero solo infastidito dal fatto che ad ogni telegiornale vedevo implacabilmente il volto piangente di questo tizio che continuava a lamentarsi come se lo stessero picchiando ogni giorno. Decisi così di non vedere più i telegiornali e di non comprare i giornali. Inutile.

Un amico mi chiede:
- Cosa ne pensi del caso del professor Tizio?
- Non ne penso niente! Me ne frego!
- Io invece penso che hanno fatto bene …
- Non lo so! In ogni caso non credo sia giusto picchiare chi si fa i fatti suoi!
Ho continuato a non leggere i giornali, ma timidamente ho acceso la televisione; il caso si è sgonfiato perché non interessa più a nessuno ed altre notizie fanno più ascolto, anzi più “audience” come si dice oggi.

È passato quasi un mese. La televisione per qualche secondo e i giornale in un trafiletto ci hanno informato che il povero prof. Tizio, il buon ebreo, vittima della ferocia neonazista nella razzista ed indifferente Verona, picchiato per la sua origine, per la sua religione, per la sua fierezza … si era inventato tutto! Anche “Striscia la Notizia”, il telegiornale satirico di Canale 5, manda in onda un filmato dove si vede chiaramente il professore che con alcuni suoi allievi fa le prove di simulazione dell’aggressione. Perché il professore, così ben voluto e amato da tutti, ha fatto questo? Mi sembra di aver capito che egli stesse per essere licenziato dall’Istituto dove insegnava … in altre parole, oltre che l’aggressione, il professore si era inventato anche il resto, dalla stima incondizionata dei datori di lavoro, all’affetto e simpatia degli allievi. Non era benvoluto, amato e stimato da tutti, come voleva farci credere …e come tanti fetecchioni avevano creduto.
E così l’aggressione era solo una bufala … e per una bufala ci hanno affettato i coglioni per giorni e giorni, telegiornale dopo telegiornale, articolo dopo articolo, servizio dopo servizio. Era una bufala … ed intanto una città intera è stata offesa, vilipesa, denigrata. Era una bufala … e tanti onesti cittadini, che pagano le tasse e si fanno i fatti propri, sono stati vituperati e umiliati … Adesso Verona ed i Veronesi, per quanto mi riguarda, sono più simpatici e forse un giorno mi recherò in quella tranquilla città (è ridiventata tranquilla, nel frattempo) e visiterò con piacere la tomba di Giulietta, passeggerò con gioia tra le sue vie, senza paura di essere aggredito dai nazisti. Si! Verona mi è diventata simpatica, perché chiunque subisce ingiustizie, chiunque è vittima di aggressioni fisiche o morali ha sempre la mia simpatia.

Ora, ironia della sorte, il professor Tizio, come dopo il 1945 fecero tanti criminali nazisti, si è rifugiato in Sud America, accusato di simulazione di reato. I suoi legali già hanno chiesto il patteggiamento della pena (che, come sanno tutti, è ammissione di colpa): se la dovrebbe cavare con otto mesi con la condizionale. In poche parole significa che non pagherà per niente. Una città intera è stata offesa e … nessuno paga; un uomo politico di grandissima notorietà è stato accusato di scatenare bande di teppisti per l’Europa e tutto finisce in una bolla di sapone, a “tarallucci e vino” come nella migliore tradizione del paese di Pulcinella. Ora io non sono un giurista e non posso e non voglio entrare nel merito della questione. Vorrei, però, concedermi qualche piccola riflessione, senza impegno, alla buona, come sempre. Nel mio piccolo, dunque, ritengo che se simulazione di reato c’è stata, questa deve essere trattata allo stesso modo in cui sarebbe stato trattato se il reato fosse stato reale, cioè con tutte le aggravanti o le attenuanti.
Mi spiego. Se l’aggressione fosse stata vera ed i colpevoli presi, la pena per questi ultimi sarebbe stata aumentata per l’aggravante dell’odio razziale o cose simili … anzi tutti avrebbero chiesto, ed a ragione, un castigo esemplare. Anche la simulazione di un reato a sfondo razzista dovrebbe essere punita con una durezza maggiore … soprattutto per chiarire a tutti che su certi argomenti non si scherza. Punto e basta!
Ci troviamo, però, in un paese di merda … nessuno ha chiesto scusa ad Haider, tirato in ballo perché era il personaggio del momento, nessuno ha chiesto scusa alla tranquilla e civile Verona, nessuno si è scusato con i veronesi; Haider, i neonazisti, la destra, Verona ed i veronesi … sono ugualmente colpevoli. D’altra parte se non fossero esistiti, l’esimio prof. Tizio non avrebbe potuto accusarli: sono dunque colpevoli perché esistono. Altrimenti perché furono inventati i capri espiatori?

- Cosa ne pensi? – mi chiese un amico, quando sapemmo che il prof. si era inventato tutto.
- Ho paura! Adesso ho veramente paura … più di andare in guerra, più di affrontare molti nemici – risposi … e non stavo scherzando.
- Perché hai paura? – mi domandò.
- Ti rendi conto? Ora siamo alla merce di tutti! Non possiamo permetterci il lusso di essere antipatici a nessuno, di essere senza alibi o senza testimoni. Se due negri si pestano, quello che ha avuto la peggio si può rivolgere tranquillamente ai carabinieri ed accusarti di averlo aggredito inneggiando ad Hitler, a Mussolini, a Pino Rauti; di averlo aggredito al grido di “fuori i negri, torna in Africa” …. e via di seguito. E ti arresteranno, e ti porteranno in prigione e sarai condannato perché nessuno ti darà ascolto, perché la tua parola non solo non vale quella di un povero negro, né quella di uno zingaro o di un qualsiasi immigrato, ma neanche quella di un incallito delinquente.
Figurati se le forze dell’ordine scoprono la simulazione! E se per caso lo scoprissero? E va bene! Ha simulato … ma poveretto, dopo anni di stenti, di vita grama, con gli antenati schiavi, con i prozii disoccupati, con le invasioni dei romani … abbiamo scherzato. Non si può neanche scherzare, adesso?

E se scopri una zingara che ti sta rubando il portafogli? Vuoi provare a difenderti? … e lei si mette a gridare che tu le hai detto che è una sporca zingara, magari che hai detto anche: “Faceva bene Hitler!” o “Solo uno zingaro morto è uno zingaro buono!” o semplicemente “Viva Haider” e via di seguito … così sono cazzi tuoi. Avresti fatto meglio a lasciarle prendere il tuo portafoglio ed il tuo denaro senza protestare, in silenzio, senza inutili isterismi. Se per assurdo, poi, scoprissero che tu non hai mai pronunciato quelle offese e lei ha simulato? E va bene! Non facciamo i pignoli! Non stiamo sempre a spaccare il capello, non facciamo i soliti razzisti.
Vi ricordate di quella piccola zingara che denunciò di aver avuto i polsi rotti da un cattivone che non voleva farsi derubare? Anche in quella occasione ci fu una levata di scudi contro i nazisti, i razzisti, contro i cattivi che spezzano i polsi ai poveri ladruncoli, contro quelli che non vogliono farsi derubare … tanto ciarlare in tutte le sedi ed in tutte le salse per venire poi a sapere che i polsi le erano stati rotti dagli zingari del suo stesso campo, dai suoi genitori, dai suoi parenti, dai suoi simili. Come andò a finire? Ci si dimenticò in fretta del caso: la zingara appena possibile riprese a rubare e gli zingari ad essere protetti da chi si meriterebbe di ricevere un sacco di randellate. D’altra parte gli zingari sono come i poeti … una progenie irritabile e quindi da lasciare stare in pace.

E mica ho finito. La ragazza che si è fatta scopare da chi più le è piaciuto, ti potrà sempre accusare di averla violentato, la collega d’ufficio di averla molestata, tuo figlio di averlo picchiato … tanto, male che vada, alla fine potranno sempre dire di avere scherzato e si prenderanno una bella ramanzina a fronte del pericolo che tu hai rischiato.
Ho riflettuto molto su questo episodio ed ora prego gli dei affinché mi tengano lontano da negri, ebrei, zingari e anime pie che possono accusarmi di colpe non commesse ed a cui tutti darebbero credito.

Ed, infatti, pochi giorni fa è protagonista il calcio. Nelle interviste del dopo partita, un giocatore (di non so quale squadra, del quale so solo che ha la pelle nera) accusa un atleta della squadra avversaria di averlo chiamato “sporco negro” o giù di lì. Naturalmente subito un coro di critiche per il razzista che invece di scendere in campo e pensare a giocare, utilizza il suo tempo per dare sfogo ai suoi turpi sentimenti e pregiudizi razziali. Non so se qualcuno ha proposto di radiarlo o almeno di squalificarlo per un lungo periodo … se lo sarebbe davvero meritato! In ogni caso gli bastavano le critiche che per tutta la serata e per i giorni successivi ha ricevuto: razzista! Come ti permetti di offendere il povero calciatore per il colore della pelle? Non sai che hanno scritto anche una canzone “sono un povero negro”? ignori, forse, che nei secoli scorsi i negri dall’Africa erano portati in catene nelle piantagioni di cotone americane? Non sai che gli italiani hanno portato a Roma un obelisco africano? Come si fa ad ignorare secoli di dolore e un’attualità di povertà offendendo chi dalla miseria ne è uscito, ma porta ancora dentro di se i segni di antiche oppressioni e sfruttamenti?
Quante ne sono state dette!

Non mi interessa il calcio né i lamenti vittimistici di chi parla tanto, ma che, alla resa dei conti, è peggiore degli altri: per me la cosa sarebbe finita lì ed avrei ignorato il resto.
Il finale della storia, però, è degno di essere raccontato perché emblematico di come vanno le cose, per capire dove stiamo andando a finire. L’autore della frase incriminata, il razzista, il cattivone di turno è nativo della ex Jugoslavia, in pratica è un extra comunitario come i tanti vu lavà e vu cumprà che circolano in Italia più o meno legittimamente. Alla fine qualcuno lo ha intervistato ed egli ha risposto:
(…) “Ma se quello lì, come si chiama, (…) ha parlato, allora parlo anche io. Io l’ho chiamato “nero di merda” in reazione a lui che mi aveva chiamato “zingaro di merda”. Io non mi offendo se lui mi chiama zingaro, perché si offende se uno lo chiama “nero”? Non è colpa mia se è nero. Non volevo offenderlo per il colore della sua pelle, come lui non voleva offendere me. L’ho visto nero, è la prima cosa che mi è venuta in mente “. (….) “Se sono razzista io, allora è razzista anche lui. La realtà è che non puoi fare certe cose in campo e poi andare a piangere da mamma o davanti alla tv”.
La storia è passata rapidamente nel dimenticatoio perché i saccenti, le anime pie, i filantropi, gli anti razzisti si sono trovati a decidere se è più razzista un negro che chiama uno slavo “sporco zingaro” o uno slavo che chiama un negro “Negro di merda” e non hanno saputo dare una risposta.

In ogni caso dalla faccenda puoi ricavare questa morale: se un negro ti sputa in faccia stai zitto … se ti lamenti, potrebbe capitarti di peggio!

Anche questo è del Tuscio.

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