I Pensieri del MAO 2- pag. 1

Da Pklab.

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I PENSIERI DEL MAO

Poichè dovevamo fare la comunione, la sera, dopo una giornata di duro lavoro, andavamo dal prete, un omino piccolo piccolo che si chiamava Cerino. Ci andavamo con piacere, non perché convinto di quel che diceva, ma perché in questo modo evitavamo i lavori faticosi che sicuramente i nostri genitori ci avrebbero appioppato. Alla fine della lezione, quando lo salutavamo, gli chiedevamo se era necessario andarci anche la sera successiva. Una volta il prete sbottò: “Credete forse che se mi confessate di aver rubato una pezza di formaggio, io la restituirò al vostro posto? Ma lo volete capire o no che tutto è un mestiere? Il vostro mestiere è di zappare la terra, il mio di dire la messa!” Da allora ho capito tutto e da quell’episodio deriva la mia considerazione per i preti. (Da “Storie e leggende” di un Anonimo Olevanese)

L’ignorante parla a vanvera, l’intelligente parla al momento opportuno, il saggio parla se interpellato, il fesso parla sempre. (Anonimo Olevanese)

L’arraglià d’ ’o ciuccio non arriva ‘ncièlo (Da “La Biologia” di un Anonimo Olevanese)

La donna può rompere il cazzo allo stesso uomo per tutta la vita, l’uomo invece può rompere la fica alla stessa donna una sola volta. (Da “Biologia” di un Anonimo Olevanese)

Chi tene denàre, ave sempre ragione (Anonimo Giurista Olevanese)

Ab Urbe condita, metà pranzo fatto! (Anonimo Storico Olevanese)

Tre cose nun se devono ‘mprestare: libbre, denare e a mugliera (Anonimo Economista Olevanese)

La celebrità passa, l’anonimato resta (Anonimo Olevanese

thumb_Anonimus_Olibanuser_baby_cries_about_world_s_trouble.jpg Piccolo Anonimo Olevanese piange sui mali del mondo

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