Grotta di San Michele

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LA GROTTA DI SAN MICHELE

(e la Valle del Tusciano)


San Michele patrono - Saint Michel safe supervisor

Non è facile parlare della Grotta di San Michele ben conoscendo il fascino che essa esercita sui cittadini di Olevano sia per le tante leggende fiorite intorno ad essa, sia per la santità e, allo stesso tempo, amenità del sito, oltre che per la sua posizione incantevole. Non è molto lontano dal vero chi afferma che tutti i cittadini di Olevano sul Tusciano (e moltissimi dei paesi limitrofi) l’abbiano visitata almeno una volta. E tutti probabilmente conoscono le leggende che intorno alla grotta sono sorte: quella di San Michele che beffa il diavolo e si appropria appunto della sua dimora; quella sulla scelta dell’ingresso alla grotta stessa; quella del miracolo del Papa inseguito dai nemici (per chi non le conoscesse, suggeriamo di spulciare i Libretti del MAO, dove troverà queste ed altre notizie). È inutile ricordare che la festa di San Michele è il 29 settembre: al pellegrinaggio religioso alla grotta suggeriamo di abbinare una laica scampagnata all’aria aperta.

Alla grotta di San Michele, più che altrove, è facile, direi quasi doveroso, unire sacro e profano senza che nessuno ne abbia a soffrire. Il cittadino olevanese, in questo caso, è fortunato: per godere di tesori naturali, per una sana scampagnata, per un tuffo nella natura non ha bisogno di recarsi in posti lontani e costosi; non gli serve neppure l’automobile. Questo, però, gli olevanesi lo sanno meglio di chi scrive!

… Ed allora parliamo della grotta dal punto di vista culturale e archeologico.

È ben noto che la Valle del Tusciano è incisa prevalentemente in dolomie, calcari dolomitici e del Mesozoico. Nel Quaternario antico essa è stata più volte colmata da potenti alluvioni e reincisa. A circa 3 Km a nord-est di Olevano, sul fianco sinistro orografico della valle, lungo le balze del monte Raione, si conserva, appunto, l'insediamento monumentale e pittorico altomedioevale della grotta di San Michele che rappresenta un unicum del genere specifico in tutto il territorio nazionale e si può dire, senza presunzioni o campanilismi di sorta, addirittura in campo europeo, giacché insediamenti simili ne troviamo solo a Goreme in Cappadocia.

Sull'insediamento della grotta, ovviamente, sono stati effettuati studi e ricerche da parte di tecnici di fama internazionale; dell'argomento, infatti, si è occupato anche il Consiglio Nazionale per le Ricerche che anni fa ha edito una pubblicazione ritenuta altamente tecnica, ma infine risultata molto costosa e rara. Ad onore del vero la grotta fu esplorata interamente per la prima volta nel 1928 da tre olevanesi che, in una loro relazione, illustrarono l’importanza artistica, storica, culturale e geologica del luogo. La loro opera servì ovviamente a suscitare l’interesse degli studiosi e degli esperti oltre che la curiosità della gente comune.

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(La grotta di San Michele - foto di Luca C.)

La Grotta di San Michele si presenta come un luogo ad ampio corridoio di circa 900 metri di lunghezza. All'ingresso, molto ampio, il pavimento è costituito da roccia in posto; presto però scompare perché ricoperto da accumuli detritici. Dal punto di vista altimetrico, lo sviluppo è essenzialmente pianeggiante ad eccezione dei primi metri. I successivi saliscendi, che sono di materiale detritico franato dalla volta, possono dare l'impressione di uno sviluppo più movimentato di quello che in realtà è. Al termine si apre un cunicolo ingombro di materiale detritico e si chiude definitivamente. A circa 200 m. dall'ingresso, sul lato meridionale della grotta, si apre il cunicolo che immette nella “grotta di Nardantuono" della quale si parlerà in altre pagine.

La grotta di San Michele deve la sua notorietà anche alle Cappelle siriache, originarie del secolo IV, conservate in discreto stato al suo interno. Le due chiesette che si alzano sullo spiazzo semicircolare sono decorate da affreschi del IX-X secolo, di chiara fattura bizantina, i cui autori rimangono ignoti. Lungo la cavità si trovano altre cappelle in vario stato di conservazione, alcune di esse sono attualmente illeggibili, tutte indipendenti dalle pareti della grotta. Nella cappella dell'Angelo si conserva la più importante testimonianza pittorica. La tecnica dei dipinti è quella della pittura data su un supporto murale di intonaco.

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La grotta di San Michele - affresco di una cappella (foto di Luca C.)

Sul lato sinistro si seguono: l'Annunciazione, la Visitazione, la Natività con la lavanda del Bambino e l'annuncio ai pastori; la Presentazione al Tempio; una teoria di Santi tra cui S. Pietro; la crocifissione di S. Pietro; S. Pietro in carcere visitato dall'angelo.

Nel registro inferiore si susseguono: i Re Magi da Erode; una sequenza scomparsa; l'adorazione dei Magi; la fuga in Egitto; l'apparizione dell'angelo in sogno a Giuseppe.

Nella tricora: la Traditio Legis et Clavium Maria Regina in Trono col Bambino e tra Santi; Cinque Santi; sulla parete di destra in un unico registro sono: San Vito; i quattro vescovi; il Battesimo di Gesù; la Crocifissione.

All'esterno della tricora, sulla parete nord, si trova l'offerta alla Chiesa.

… in conclusione, andando alla grotta San Michele potrete immergervi nella storia e nella natura. Dopo aver visitato la grotta e invocato la protezione del santo protettore, non dimenticate di fare “quattro passi” nel famoso “giardino del papa”, calpestando la stessa terra che un giorno calcò San Gregorio VII, esule a Salerno ed in visita a Olevano. Poi, scesi a valle, poiché l’aria buona vi avrà messo appetito, fatevi un ricco spuntino sulla riva del Tusciano … sicuramente ritornerete a casa più sereni e rilassati.

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