Giuda Iscariota

Da Pklab.

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GIUDA ISCARIOTA,

l’apostolo tradito

Spur Rasnal 9 gennaio 2004

Ora a me piace Giuda e non posso fare a meno di provare una grande simpatia per lui. E mi fa anche pena, tenerezza … non lo so. Di quel povero diavolo ognuno dice quello che gli pare; parlare male di lui non è peccato, non è turpiloquio, non è bestemmia. Tutto è permesso contro di lui: Dante lo mette addirittura in bocca a Lucifero; gli evangelisti sputano veleno su di lui; gli uomini bestemmiano il suo nome come se dicessero giaculatorie, per tutti è il simbolo della falsità e del tradimento.

Giuda Iscariota è anche cattivo, anzi, è addirittura il simbolo del male … anche più di Caino, più di Nerone e Caligola, più di Hitler e Stalin … Barabba al suo confronto è un compito collegiale, mentre Diocleziano potrebbe essere un iscritto all’esercito della salvezza. Solo il grande imperatore Giuliano l'apostata può reggere il paragone con Giuda: l’Apostata e il Traditore vanno a braccetto, accomunati dallo stesso destino di gente senza perdono, di gente perduta senza appello, di gente maledetta da Dio e dagli uomini.

A differenza di tutti, però, a me Giuda Iscariota piace e me lo sento davvero molto vicino perché, tra i personaggi di tutte le religioni, egli è il più “terreno”, quello che più di tutti “sa” di uomo, quello che più di tutti ci ricorda i nostri limiti, la nostra miseria, la nostra debolezza di esseri umani. Giuda mi sembra addirittura la parte migliore dell’umanità o, almeno, la parte più povera, la più semplice, la più ingenua, la più buona. Giuda è il povero cristo deluso, imbrogliato, ingannato nelle sue aspettative di essere umano e poi … “cornuto e mazziato”. Ora io non solo non sono uno studioso, ma sono anche abbastanza ignorante per conto mio, motivo per cui mi guardo bene dall’impelagarmi in questioni religiose, teologiche e filosofiche che mi vedrebbero sicuramente perdente. Se per caso fosse affidata a me la difesa del povero Giuda, per lui davvero non ci sarebbero speranze … meglio che si raccomandi al buon Dio che, sicuramente, anche per lui adotterà quella misericordia senza la quale non ci sarebbe nessuna salvezza per questa povera umanità.

Da sempre ho amato Giuda Iscariota, l’ho considerato come un amico, un fratello, un compagno di viaggio … per me è stato ovvio, istintivo e naturale simpatizzare con Giuda, volergli bene.. Io mi sono trovato sempre dalla parte degli sconfitti: ero con gli Etruschi contro i Romani, con Annibale contro Scipione, con Pompeo contro Giulio Cesare, con i Ghibellini contro i Guelfi, con i Borboni contro i Garibaldini … Chissà perché mi trovo sempre dalla parte del torto, sul versante sbagliato … “la parte vincitrice piacque agli dei, quella sconfitta piacque a me” …in ogni modo non è di questo che volevo parlare ….

Io, uomo qualunque, nato in un giorno qualunque del secolo scorso, in un paese anonimo, in una famiglia anonima … cominciano gli inganni ed i tradimenti. Piango … mi danno da mangiare; piango … mi riparano dal freddo; piango … mi danno le medicine. Mi fanno capire che tutto mi è dovuto: il mondo è ai miei piedi e tutti sono buoni, tutti mi amano ed il mondo è un mondo d’amore.

Sorrido … e tutti mi accarezzano; sorrido … e tutti mi fanno le coccole; sorrido … e tutti mi prendono in braccio. Mi fanno capire che tutti mi vogliono bene, tutti vogliono il mio bene e l’umanità è piena d’amore.

Ascolto … e mi raccontano le favole più belle; ascolto … e mi dicono che il mondo è popolato da principi azzurri e principesse meravigliose, da cavalieri erranti e da fate benigne; ascolto … e scopro che esistono mondi incantati e fonti miracolose; ascolto … e capisco che il bene trionferà sempre sul male. Allora comprendo che la mia vita sarà facile e bella, meritevole di essere vissuta.

Io, Giuda Iscariota, della tribù di Giuda, nato duemila anni fa sotto il dominio dei romani … cominciano gli inganni ed i tradimenti. Ero in fasce quando mi hanno detto che sarebbe arrivato il Messia, che avrebbe liberato il nostro popolo dalla schiavitù, che avrebbe sconfitto i Romani, che avrebbe costruito il regno di Dio. Fin da bambino mi hanno detto che il Messia era il figlio di Dio che avrebbe ridato splendore al popolo ebreo. Il Messia, però, non era Barabba che pure stava combattendo e dava filo da torcere ai Romani; Barabba era sicuramente un duro, un po’ patriota e un po’ bandito; avrebbe pure potuto liberare Israele, ma non si proclamava figlio di Dio … non era lui il Messia. Il Messia non si trovava neppure tra rivoluzionari che si nascondevano sui monti: essi volevano liberare il nostro popolo dall’invasore romano, ma nessuno di loro si proclamava figlio di Dio.

Io, però, sapevo chi avrebbe sconfitto i romani: lo conoscevo bene, eravamo amici fin da piccoli, abitavamo vicino, avevo giocato con lui fin da bambino, anche se ora tutti fanno finta di ignorarlo. Il suo nome era Gesù, figlio di maria e di Giuseppe il falegname. Egli aveva scelto anche me per far parte del gruppo che avrebbe costituito il futuro governo del regno di Dio, anzi addirittura sembrava che facesse molto affidamento su di me per portare a termine i suoi progetti. Non avevo dubbi: dovevo impegnarmi per la causa perché il momento della rivincita era vicino, il giorno della liberazione stava arrivando.

Gli altri, però, non si impegnavano abbastanza, volavano con la fantasia, volevano la gloria ed il potere senza offrire niente in cambio. Credevano che bastasse qualche moina verso Gesù, adularlo un poco … e così mi sobbarcai un duro lavoro: servivano soldi per mangiare, per vivere, per organizzare la lotta armata … e nessuno se ne preoccupava. Tutti confidavano in Gesù, tutti aspettavano la solita manna dal cielo. L’incarico di tesoriere (tra tutte quelle mani bucate non poteva che essere affidato a me) mi costrinse ad assumere atteggiamenti poco graditi come bandire ogni spreco, fare economie: non è facile amministrare i soldi, specie se sono pochi. Fu per questo motivo, probabilmente, che il gruppo cominciò ad assumere atteggiamenti ostili verso di me, a mettermi in cattiva luce presso Gesù, ad accusarmi di avarizia, di grettezza (mai di ladrocinio … almeno questo mi è stato risparmiato) e via di seguito. A me, però, non importava niente di questi giudizi: sapevo che stava per giungere il tempo della rivincita, della ricostruzione del regno di Israele, della venuta del regno di Dio. Prima che contro i romani, nel nostro gruppo, però, stava per iniziare la lotta per il potere, quel potere che ancora dovevamo conquistare, ma che già tutti o0rmai volevano: una madre viene a raccomandare i propri figli a Gesù (credo che abbia chiesto almeno un posto da vicerè); ognuno cerca di entrare nelle grazie di Gesù, di diventarne l’amico più caro, il confidente. Io sono quasi isolato: mi accorgo di essere malvisto, guardato con diffidenza, con sospetto, direi con odio. Non demordo: anche se non avrò nessun posto di comando, sarò soddisfatto e felice della libertà riconquistata dal nostro popolo, dalla nostra potenza futura. Mio figlio vivrà libero in una nazione libera e potrà ambire a cariche e titoli secondo i propri meriti … sarà orgoglioso di essere ebreo.

Vedo, però, che c’è molta apatia, soprattutto in Gesù. Ha perso il mordente? Segue una tattica che non capisco? Quando mostrerà tutta la sua potenza di figlio di Dio? Possibile che tutte le sue capacità si riducono a trucchetti di prestigiatore da circo? Finora, in verità, non ha fatto grandi cose: alle nozze di Cana ha trasformata l’acqua in vino (c’ero anch’io a quel matrimonio … che bevuta!); ha moltiplicato i pani ed i pesci (mica mi sono accorto come ha fatto, però) … E poi? Ha resuscitato Lazzaro … con questo dimostrò davvero di essere figlio di Dio; Lazzaro era morto davvero, non ho il minimo dubbio … o … ma che vado a pensare? Dalle bende cadevano ancora i vermi …. Se era un trucco quello!

Io, uomo qualunque, mi sono trovato in un mondo che non mi aspettavo. Nessuno mi aveva parlato di corruzione, di raccomandazioni, spintarelle, calcioni, bustarelle, latrocini, tangenti, imbrogli … mi sono trovato davanti a situazioni delle quali nessuno mi aveva parlato.

… Sono passato agli anarchici. Ora mi accusano di aver tradito chi credeva in me.

Io, uomo qualunque, tradito dal mondo.

Io, Giuda Iscariota, ho un grosso dubbio: ho sbagliato qualcosa. Vedo il regno di Dio sempre più lontano: cosa devo fare? Debbo costringere Gesù ad agire, devo spronarlo, devo creare il “casus belli”. Se tenteranno di catturarlo, sicuramente Gesù si difenderà ed il padre suo invierà schiere di angeli e di arcangeli in suo aiuto. Solo così potrà scoccare la scintilla che accenderà il fuoco della rivoluzione …. Devo intervenire.

Io, Giuda Iscariota, mi sono reso conto che il regno di Dio non è stato istaurato; i Romani sono più forti che mai; Gesù è morto sulla croce, Barabba è scomparso …. … Io mi sono tolto la vita, una vita ormai inutile. Ora mi accusano di aver tradito Gesù, di essere un traditore, il traditore per eccellenza. Mi fanno ridere! Vogliamo parlare seriamente? Mi lasciate parlare? Bene!

Non è vero che io ho tradito. Vero è, invece, che io sono odiato e malvisto soprattutto da chi mi accusa. Per me non c’è stata mai una buona parola. Avrei voluto vendere quel profumo (per altro molto costoso) per dare il ricavato ai poveri. Quante volte Gesù aveva detto questo? Vendete tutto ed il ricavato datelo ai poveri… i miei “amici” subito mi hanno accusato di avarizia, sono stato zittito perché “i poveri li avremo sempre tra noi”. E allora? Significa che non bisogna fare più elemosine visto che non serviranno ad eliminare la povertà? Meglio pensare all’anima e spendere i nostri soldi in messe, incensi e candele ai santi? In ogni modo io sono conosciuto come traditore e non come avaro … Almeno spero! Dunque avrei tradito Gesù … in che modo? Indicandolo agli sgherri che andavano ad arrestarlo? E voi credete a queste sciocchezze? Una persona conosciuta come Gesù, tanto in vista, autore di azioni anche clamorose, aveva bisogno di essere indicato da qualcuno per essere riconosciuto? Siamo seri! E poi … i sommi sacerdoti avevano forse paura di arrestare tutti gli apostoli che si trovavano nell’orto degli ulivi, farli portare davanti a loro e poi trattenere solo Gesù? O qualcuno? O tutti? Quale sarebbe stato dunque il mio tradimento? E come se un ministro della Repubblica si offrisse di segnare a dito il Presidente del Consiglio o un cardinale il Papa. E se pure fosse stato vero? Quale è stato il comportamento degli altri? Pietro lo ha rinnegato tre volte; ha negato perfino di conoscerlo. Si è pentito, mi dite? Anche io mi sono pentito, anzi mi sono accorto di avere sbagliato tutto, di non aver capito cosa stava succedendo. Ero convinto che Gesù, una volta trovatosi davanti ai suoi nemici, si sarebbe finalmente deciso ad agire … era quello che tutti aspettavamo. Invece … o mi ero sbagliato e Gesù non era figlio di Dio, oppure Gesù era figlio di Dio ed io non avevo capito quale erano i suoi obiettivi, la sua strategia … non avevo capito niente.

In ogni modo era morto un mio amico, anche per colpa mia. Il mio amico Gesù (uomo o dio che fosse non importa) era morto ed io non avevo fatto niente per impedirlo: meglio morire quando si è fallito lo scopo della vita. È facile dire: “Sono pentito”; è facile chiedere perdono. Non credo che i migliori sono coloro che si battono il petto e dicono “Signore, Signore”. Se chi mi accusa di tradimento fosse stato un vero amico, o almeno avesse avuto un poco di bontà, se gli altri fossero stati meno cattivi ed egoisti, tutto ciò che è capitato non sarebbe avvenuto. Quando, durante l’ultima cena, io mi sono alzato per “andare a tradire” cosa è successo? Niente! Mi hanno lasciato andare! Per tutti è stata una liberazione ... io sarei stato il traditore e tutti potevano stare tranquilli. Ora il potere lo avrebbero diviso in 11: il rivale più pericoloso si era auto eliminato.

E loro? Che covo di vipere? Qualcuno ha dimostrato per me un briciolo di amicizia? Un minimo di amore? No! Il loro cuore era pieno di cattiveria e gioivano del mio dramma, della mia rovina. Ama il prossimo tuo ... Questo aveva detto Gesù, ma nessuno di loro amava me! Se mi avessero voluto bene, le cose non dovevano andar così. Mi avrebbero dovuto fermare, legarmi alla sedia, impedirmi di uscire. E se in questo modo non si poteva compiere quello che era stato scritto nelle scritture, se non si avveravano le profezie, se non si portavano a termine i piani di Dio, non erano problemi nostri. Il Padreterno avrebbe trovato un’altra soluzione, se ci teneva. In fondo era lui che aveva dei piani da portare a termine, non noi poveri mortali … ed egli aveva le capacità ed i mezzi per fare quel che voleva.

Ora io sono all’Inferno! Mi ci hanno scagliato e tenuto per duemila anni quelli che predicano il perdono, quelli che parlano d’amore … mi ci costringono i figli di Dio, quelli che amano il prossimo. Mi tengono lì quelli che fanno la volontà di Dio. Mi hanno scaraventato all’Inferno a far compagnia a Cassio e Bruto … per questi, però, gli storici hanno già trovato i motivi per una tardiva riabilitazione e di conseguenza fra poco resterò solo, a farmi masticare da Lucifero per l’eternità.

Io, Giuda, apostolo tradito.

Lo disse Rasce! anonimo_olevanese.jpg

Anonimo Olevanese da piccolo osserva il mondo


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