Anonimo olevanese

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LA FAMA PASSA, L’ANONIMATO RESTA!

Questo è il motto dell’anonimo olevanese.

Chi è l’Anonimo Olevanese?

Non è uno scrittore (l’Anonimo del Sublime non era nemmeno un suo lontano parente), non è un filosofo, non è un letterato, non è un comico. Possiamo dire che è un artigiano, un artigiano della parola ed è proprio agli artigiani, a quelli che esercitavano antichi mestieri, egli ispira. Come tale non cerca virtuosismi, non insegue la finezza, ma scrive come parla e parla come mangia.

Cosa fa l’Anonimo Olevanese?

Raccoglie il pensiero di gente anonima e lo traduce in parole (nascono così i “Pensieri del M.A.O.), cerca di capire il mistero degli Etruschi traducendolo in parole semplici ed alla portata di tutti (e vengono fuori gli “studi etruschi”).

Se poi si guarda intorno e comincia a pensare allora vengono alla luce i suoi mostruosi “Soliloqui”. L’Anonimo Olevanese ne ha per tutti.

I personaggi dell’Anonimo Olevanese sono rigorosamente anonimi perché la maggioranza degli uomini che vivono (che hanno vissuto e vivranno, N.d.A.) sono e resteranno anonimi.

Ed è a questi anonimi, che nessuno cita e che nessuno considera, che l’Anonimo Olevanese vuol dare la parola: ridendo, scherzando, giocando o pensando. Così, parafrasando quel grande, l’Anonimo Olevanese si rivolge a tutti gli anonimi del mondo, affermando con legittimo orgoglio:

ANONIMI SI NASCE … ED IO LO NACQUI (purtroppo)

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