A Giovanna

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-Città del Sole, 18.12.2010 
-Cara Giovanna,<br />Sono nella posizione più scomoda per scrivere. Quanto resisterò? Provo a scrivere fino a quando il dolore mi farà smettere.<br />Oggi sono stato molto da solo con me stesso e per questo ho avuto molto tempo per pensare. A cosa pensavo? A tutto ciò che ti avrei detto se fossi stata vicino a me. E pensavo pure ad una tua frase: “Se non mi scrivessi più, se non mi telefonassi a Natale … tutto ciò che mi hai detto, sarebbe come se lo avessi detto a te stesso. Ma è così! Giovanna, sei grande. Sai che bella frase hai detto (a parte il contesto sbagliato)?<br />Io ho sempre definito l’amico come un “altro te stesso”. Solo per questo al vero amico si riesce a fare confidenze, raccontare successi e insuccessi, gli stati d’animo … la noia e via di seguito. Agli altri che importa? A te stesso tanto!<br />Per me tu sei un’amica … ma non ti vedo come una identità astratta, come un essere senza volto, senza sesso e senza età. Io ti vedo, ti immagino … quando ti scrivo una e-mail oppure in chat, io ti ho vicino, ti vedo, ti parlo … tu sei davanti a me! Oggi pensavo … se Giovanna venisse davvero a Roma, come la saluto? Le stringo la mano? Troppo freddo e formale! L’abbraccio, mantenendo il corpo a debita distanza? Troppo goffo! Abbraccio con bacio sulla guancia? Troppo schematico! Bah! Vuol dire che sarà una sorpresa!<br />E poi? … speriamo bene!<br />Ma è giusto vederti come ti vedo? Sì, è giusto!<br />Ora il braccio mi fa male ed allora spengo la luce … e mi metto a pensare!<br />………<br />E’ così che Hypnos mi sorprende e suo fratello continua a ignorarmi.<br />Non ho sentito più niente … ho aperto gli occhi che erano le quattro e quaranta. Mi sono alzato per farmi la barba …. Così mi porto avanti per quando mi alzo. Intanto pensavo: cancello tutto e a Giovanna mando solo qualche simpatica bazzecola. Certo con 6.800.000.000 di persone che stanno sulla Terra, Giovanna proprio a me doveva chiedere l’amicizia … proprio al Tuscio maledetto, proprio a chi per oltre mezzo secolo si è sempre trovato solo e dalla parte sbagliata. Certo che è proprio sfigata questa ragazza! 
-Finito di radermi sono tornato a letto, ma non ho dormito … ho continuato a pensare. Amicizia …. Proprio vero. Amico: un altro te stesso! Per anni ho cercato un altro me stesso senza riuscirci … ma esiste un altro Rasce? Bah!<br />Poi ha suonato la sveglia. Ma non ho voglia di alzarmi … non ho mai voglia di alzarmi … non vorrei mai alzarmi, oggi come tanti anni fa! Risuona la sveglia … mi alzo. Sento un bruciore allo stomaco … a volte mi prende, ma non ci faccio caso. Mi lavo, mi metto la divisa e scendo in strada … Tutti hanno un giaccone, un giubbotto, un cappotto … fa freddo! Solo io sono solo con la giacca. Tutti mi dicono di mettere l’impermeabile (soprattutto quando piove). Dico di no … la pioggia e il freddo non mi fanno niente: sono una roccia.<br />Salgo sul treno … mi siedo … mi metto le cuffie e comincio ad ascoltare le mie canzoni preferite.<br />Mi ricordo che avevo promesso a Giovanna di scriverle una e-mail. Inizio a scrivere … ma non è quello che volevo scrivere. Dovevo parlare di anarchia, di amicizia, di come vedo Giovanna, dei sensi di colpa … Dio mio quante cose ho promesso di raccontare ed invece continuo a rinviare e ad accumulare.<br />Già … Elisabetta d’Austria non meritava di morire così. Tra il povero Luigi e Sissi non è difficile fare una scelta: Sissi è bella, elegante, pulita, le hanno fatto pure un film o una cosa simile in televisione, tutti ne parlano bene …. Luigi, invece, è povero, schiavizzato, con la faccia del perfetto criminale lombrosiano. Che vuoi fare? Ci vuole fortuna pure a fare la zoccola. Ad Agesilao Milano intitolano strade e piazze … il povero Luigi Luccheni alla gogna. Alcune vite sono meno sacre delle altre.<br />E che ce ne frega di tante povere mamme che piangono perché i loro cuccioli non vedranno il domani moriranno di malattia o di fame perché non hanno le medicine per curarsi, perché non hanno il pane per sfamarsi; che ce ne frega se quelle povere mamme piangono e sono ancora più tristi perché si sentono in colpa per non essere in grado di comprare il pane e le medicine per i loro cuccioli …. E’ la povera Sissi che ci fa stare in pena … povera donna …. che, assillata dalla mania della propria bellezza, concentrava tutti i suoi sforzi per preservarsi sempre giovane, piacente, bella, nel tentativo di conservarsi giovane, bella e magra al punto che gli impegni istituzionali a palazzo reale non avevano spazio nella sua giornata.<br />Preoccupata perché non sa se il figlio farà l’imperatore o semplicemente il re; se le figlie vivranno in una reggia o solo in uno sfarzoso palazzo, se avranno cento o mille cameriere e avranno l’angoscia di dover scegliere tra mille vestiti per le serate mondane, per la scelta del cicisbeo da cui poi farsi fottere.<br />Invece la povera contadinella della campagna di Parma insidiata dal figlio del padrone che la mette incinta e poi la lascia al suo destino; di quella povera creatura che nascerà figlio di puttana e farà una vita di merda. <br />Ma che ce frega! Così impara a fare la zoccola.<br />Tante cose avrei ancora da dire … ma il treno è giunto in stazione ….  
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-Anonimo Olevanese da piccolo osserva il mondo 
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