Sogno

Da Pklab.

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Tornando a Borgo Valle

1.12.2011

Sono a Borgo Valle … Mi trovo a borgo davanti alla casa di Peppe e sto parlando con lui; gli dico che tutte le volte che sogno Valle la vedo sempre uguale, situazioni che si ripetono: io davanti alla sua casa, la curva, il balcone davanti alla casa di Carlino ed una signora che stende i panni.
Guardo verso Piazza San Biagio … le case abbandonate dopo il terremoto, quelle che un tempo mi avevano visto alunno delle prime classi delle elementari sono rimaste uguali, nessuno le ha riparate e continuano a stare lì emblema di un qualcosa che non so.
Continuo a guardare: ora vedo una persona che sta scopando subito dopo dove un tempo c’era l’arco, quello che caduto durante il terremoto e che portava alla Licina.
Mi guardo attorno: sul gradino degli sfaticati non c’è proprio nessuno; è vuoto come vuota è la via, sembra un paesaggio irreale.
Ora mi accorgo che a fare pulizia dove prima c’era l’arco è Ornella e noto pure che ora quella zona ha una copertura, una specie di tettoia che copre lo spazio che divideva le case prima del crollo … mi sembra di plastica dura, forse mi sbaglio, ma sicuramente non è di cemento.
Come se lei non se ne fosse accorta, dico a Ornella che stavo parlando con suo padre e l’aggiorno su quando ci stavamo dicendo. Poi arriva mia madre, proveniente da casa. La saluto … lei mi bacia. Mi viene in mente che la sera prima, quando sono arrivato a Valle non l’avevo salutata: lei non era in casa e quando è ritornata io stavo già dormendo e quindi non mi sono accorto del suo rientro lei. E lei che mi dice questo … io, infatti, non l’avevo ancora visto e non mi ricordo proprio niente.
Non ricordo neppure che è morta. Io vedo che sta bene in salute e mi sembra anche come se fosse abbastanza impegnata, con tante cose da fare.
Ora sto andando in piazza … piazza San Biagio, la mitica Santiàso … ma non arrivo davanti alla chiesa; arrivo sotto il “ponte”, a Busolino ... sono in uniforme. Vedo che sulla strada che da Busolino porta a sotto Toriello stanno costruendo una casa o forse solo un muro. Sul “ponte” passa una linea ferroviaria e c’è un treno che io e tante altre persone stiamo andando a prendere. La costruzione, però, una volta ultimata impedirebbe il passaggio e così ognuno si affretta per passare dall’altra parte prima che sia troppo tardi. Tutti riescono a transitare, ma io non ci riesco: sono impigliato in alcuni stracci che mi legano i piedi e resto solo dalla parte sbagliata.
La strada viene chiusa.
A questo punto bisogna tornare indietro e fare il giro.
Sul ponte, tra la molta gente che sembra affollarsi quasi come se stesse assistendo ad uno spettacolo, c’è anche Marco … piccolo, ancora bambino che guarda incuriosito, facendo capolino tra la gente.
Provo ad arrampicarmi su quella specie di dirupo per evitare il giro lungo, ma tutto mi diventa difficile … ho le gambe pesanti, non riesco a muovermi …. mi gira la testa.
Mi sono svegliato.

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