Attraversando Borgo Valle

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Mi avvicino ad un muro, prendo una piantina … e vado via. Mi avvicino ad un muro, prendo una piantina … e vado via.
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Revisione 20:53, 29 Feb 2008

ATTRAVERSANDO BORGO VALLE

Probabilmente non è un caso che io sia capitato proprio là … non lo so e non so neppure perché attraverso la borgata così lentamente, quasi a voler assaporare l’aria che mi avvolge o forse per la speranza che qualcuno esca da una delle poche case ancora rimaste e, come una volta, mi dica: “Come va?”.

Invece non vedo proprio nessuno e la borgata è silenziosa, quasi il tempo si sia fermato e l’abbia avvolta in una dimensione diversa ed io sono fuori del tempo, fuori del mondo …. Sicuramente uno dei due è diventato estraneo all’altro … e forse, ancora una volta, sono io l’intruso, oggi come tanti anni fa, come sempre.

So che molte delle persone che conoscevo stanno ancora nelle loro case, ma credo che restano dentro perché, probabilmente, non mi ritengono più uno di loro. Se pure uscissero, in ogni caso, dubito che si fermerebbero a parlare con me, con uno sconosciuto … certo non la mia vecchia amica di un tempo, né i miei antichi compagni di giochi, neppure quella bambina … nessuno.

Continuo a camminare … non vedo persone sedute su quel gradino. Un tempo non era così; tanta gente si sedeva davanti a quella casa e quel gradino era pieno di vita. Quante cose sono cambiate! Anche io.

Non sono, però, fuori del tempo!

Se davvero fossi fuori del tempo, allora dovrei vedere un ragazzo con i capelli e la barba lunga che parla con quelli che in un certo senso sono andati via … invece non vedo nessuno e nessuno mi vede. Non c’è più la fontana dove per anni la gente attingeva l’acqua da bere e per cucinare; quella fontana si è seccata e le case intorno portano ancora i segni di un’antica sciagura. In quelle case vivevano persone che amavo e che mi volevano bene … ora non più. È inutile ricordare, è inutile pensare, è inutile restare.

Respiro profondamente … all’improvviso un profumo delicato mi entra nelle narici, mi inebria, mi estasia, mi stordisce. Chiudo gli occhi: non è un profumo di donna … Da dove arriva dunque? Mi guardo intorno: le viole sono cresciute ovunque potevano crescere, sui muri, sui bordi della strada, dovunque il vento ha portato i loro semi e sembrano avere invaso la borgata.

Respiro ancora … non resisto più in quel posto che la mia mente inutilmente sta cercando di popolare. Tutti in qualche modo sono andati via … è rimasto solo il profumo intenso di quelle viole.

Mi avvicino ad un muro, prendo una piantina … e vado via.


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